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Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti ferma i lavori. La premier Meloni: “Un ennesimo atto di invasione dei giudici”

Il ministro della Giustizia interviene dopo il no della Corte dei Conti alla delibera Cipess. Meloni parla di “invasione dei giudici”, Salvini assicura: “I cantieri partiranno a febbraio”.

Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti ferma i lavori. La premier Meloni: “Un ennesimo atto di invasione dei giudici”

Resta alta la tensione tra governo e magistratura contabile dopo la decisione della Corte dei Conti di negare il visto di legittimità alla delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto di Messina.

L’esecutivo si prepara quindi a rispondere ai rilievi della Corte, che entro trenta giorni renderà note le motivazioni della decisione. Dopo la riunione d’emergenza convocata a Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni ha definito la pronuncia “un ennesimo atto di invasione dei giudici”, annunciando che le riforme sulla giustizia e sulla Corte dei Conti “saranno la risposta”.

Il ministro delle Infrastrutture Salvini ha assicurato che “i cantieri partiranno a febbraio” e che il governo “risponderà punto per punto” ai rilievi, precisando di voler procedere “senza scontri tra poteri dello Stato”.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio  ha parlato invece di un “processo di giurisdizionalizzazione, ovvero di attribuzione alla magistratura di compiti e censure tipiche della politica”, definendo la questione “un problema serio, da affrontare con animo freddo e pacato”.

Da parte sua, la Corte dei Conti ha chiarito che la decisione riguarda “profili strettamente giuridici della delibera Cipess, senza alcun tipo di valutazione sull’opportunità e sul merito dell’opera”. L’organo ha ricordato che il rispetto della legittimità “è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica”.

Secondo quanto previsto dalla legge, in caso di rifiuto di registrazione, il Consiglio dei ministri può deliberare che l’atto risponda a un interesse pubblico superiore e disponga comunque la prosecuzione del progetto. In tal caso la Corte appone un “visto con riserva”, e l’atto viene trasmesso al Parlamento, che ne valuta la responsabilità politica.

Tra i punti sotto esame dei magistrati contabili figurano le coperture finanziarie, le stime di traffico, la conformità del progetto alle normative ambientali e antisismiche e la compatibilità con i vincoli europei in materia di costi.

Nel frattempo, la Corte dei Conti sta esaminando anche un altro provvedimento collegato al Ponte: il decreto del Ministero dei Trasporti relativo al terzo atto aggiuntivo della convenzione con la società concessionaria Stretto di Messina. La decisione su questo dossier è attesa entro i primi giorni di novembre.

Le reazioni politiche restano contrapposte. Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani ha dichiarato che “il governo aspetterà le motivazioni della Corte, ma intende andare avanti con la realizzazione dell’opera”.
La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha invece chiesto all’esecutivo di “agire responsabilmente e fermarsi”, definendo il progetto “inutile, vecchio e dannoso”.

Anche dalla regione Sicilia arrivano prese di posizione. La sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, ha affermato di “non essere sorpresa” dalla decisione della Corte, ricordando che il Comune aveva già sollevato rilievi simili davanti al Tar del Lazio. “Attendiamo di leggere le motivazioni”, ha aggiunto “ricordando che la verifica della legittimità è presupposto della regolarità contabile del progetto”.

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