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Nato, prevista per oggi una riunione per la pianificazione del nucleare

Si rafforza il sostegno all'Ucraina

Nato, prevista per oggi una riunione per la pianificazione del nucleare

I ministri della Difesa fanno il tagliando alla Nato prima del summit di Vilnius dell’11-12 luglio, rafforzano in modo tangibile il sostegno all’Ucraina e gettano le basi per la deterrenza nucleare. Il segretario del Pentagono Lloyd Austin ha presieduto a Bruxelles -il 14 giugno 2023- la 13ª riunione del Gruppo di Contatto sull’Ucraina – cinquanta i Paesi presenti – prima di riunirsi con gli omologhi dell’Alleanza per un vertice.

Il sostegno a Kiev è ribadito nei numeri e nelle strumentazioni belliche che l’Occidente recapita all’Ucraina, carri armati Leopard da Germania e Polonia, munizioni per la difesa antimissile dal Canada e altre munizioni dalla Norvegia, l’addestramento dei piloti all’uso di caccia e di F16 nella coalizione guidata da Paesi Bassi e Danimarca. E c’è, nel commento conclusivo di Austin, anche un apprezzamento all’Italia per l’ultima «tranche di armi a capacità altamente critiche».

Il capo del Pentagono si fa portavoce della visione dell’amministrazione Biden, ovvero che la consegna di armi serve per contrastare la Russia sul breve termine – ovvero prevalere sul campo di battaglia – ma soprattutto serve a costruire un dispositivo di deterrenza futuro.

Per questo Austin parla di «maratona e non di sprint» quando si riferisce alla guerra in corso. C’è spazio per alcune riflessioni sulla controffensiva. Washington ha imbracciato l’arma della prudenza, il capo degli Stati Maggiori Mark Milley ribadisce il concetto dell’imprevedibilità di ogni conflitto, ma Austin dice che «le forze ucraine hanno dimostrato grandi capacità professionali e continueremo a dare sostegno a Kiev».

Sulla controffensiva in sé e quel numero, 100 chilometri quadrati riconquistati nella versione ucraina, Austin non si sofferma fedele all’idea del conflitto come maratona. E non dà nemmeno troppo peso alla distruzione di Leopard e Bradley, testimoniata dalle foto. Tutt’al più sono vicende che consentono a Milley di dire che «la lotta sarà molto violente e dura e probabilmente avrà una durata considerevole».
Per questo servono armi e una linea di approvvigionamento costante.

L’industria militare americana e quella europea sono sotto pressione, i governi chiedono maggior produzione sia per sostenere lo sforzo di Kiev sia per tenere riforniti gli arsenali nazionali. La Thales, colosso francese nell’industria militare, starebbe a questo proposito per riprendere la produzione dei dimenticati Starstreak, missili a spalla di ampia gittata e capaci di superare per tre volte il limite della barriera del suono.

Due i nodi da sciogliere: il primo riguarda il nuovo segretario generale dell’Alleanza; il secondo il futuro dell’Ucraina se e quando dentro la Nato. Sul primo fronte le trattative proseguono, non è escluso che Jens Stoltenberg alla fine possa accettare di restare altri 4 anni. A Washington, informalmente, ripetono che a «Vilnius arriveremo con un nome».

Il punto però che testerà l’unità dell’Alleanza è il destino di Kiev. Zelensky vorrebbe il massimo, ossia presentare la sua candidatura all’ingresso e il suo ministro della Difesa, Reznikov nel corso del Consiglio Nato-Ucraina, ha detto: «Ci siamo già noi a fare il fronte est della Nato e a proteggere la democrazia». Gli americani sono fedeli alla linea politica del «prima o poi entrerete», senza però fissare né un timing né una fine del processo. Lo spirito resta quello di Bucarest 2008, la politica delle “porte aperte”.

I Paesi membri sono divisi, l’Est vorrebbe accelerare, il blocco del Sud e dell’Ovest nicchia. Biden ha sempre dimostrato perplessità dinanzi a qualsiasi mossa possa innescare un’escalation e l’abbraccio della Nato a Kiev – con conseguente Articolo 5 da rispettare – sarebbe il massimo delle “provocazioni” per Putin.

Per oggi prevista una riunione tra i ministri della Difesa della Nato che si riuniranno “nel gruppo Nato per la pianificazione nucleare, per assicurare che la nostra deterrenza nucleare rimanga sicura ed efficace, in un mondo più pericoloso”. Lo dice il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg, a margine della Ministeriale in corso a Bruxelles.

“Monitoriamo naturalmente quello che fa la Russia – continua – finora non abbiamo visto alcun cambiamento nella loro posizione nucleare che richieda cambiamenti nella nostra posizione. Ma, nello stesso tempo, vediamo uno schema, in cui Mosca investe pesantemente in nuove capacità nucleari, moderne, e dispiega più capacità nucleari, anche vicino ai confini della Nato. La Nato ha risposto aumentando il livello di prontezza, aumentando la presenza nella parte orientale dell’Alleanza. Continueremo a monitorare quello che serve e come cambia la posizione nucleare russa”.

Nato, prevista per oggi una riunione per la pianificazione del nucleare

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