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Meloni: «Io vittima di sessismo nel silenzio dei paladini dei diritti». Premierato, Trump e antifascismo nell’intervista all’AdnKronos.

In una lunga intervista all’Adnkronos, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni fa il punto sui due anni e mezzo di governo, respinge le accuse sul pluralismo, rivendica i risultati ottenuti e guarda al futuro.

Meloni: «Io vittima di sessismo nel silenzio dei paladini dei diritti». Premierato, Trump e antifascismo nell’intervista all’AdnKronos.

In una lunga intervista all’Adnkronos, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni fa il punto sui due anni e mezzo di governo, respinge le accuse sul pluralismo, rivendica i risultati ottenuti e guarda al futuro.

ROMA – È un’intervista a tutto campo quella che la premier Giorgia Meloni ha rilasciato al direttore dell’Adnkronos, Davide Desario. Un bilancio che arriva a circa 900 giorni dall’insediamento del suo governo, in cui la leader di Fratelli d’Italia traccia un percorso fatto di riforme, rapporti internazionali, promesse mantenute e altre da portare a termine. Ma c’è spazio anche per le ferite personali e gli attacchi subiti, soprattutto quelli che definisce “sessisti e strumentali”.

Il bilancio di metà mandato: “Siamo solo all’inizio”

Meloni apre l’intervista ricordando il 22 ottobre 2022, giorno del giuramento: “Se penso a quello che ancora vogliamo realizzare, ragiono come se avessimo appena iniziato”. Ma al di là delle sensazioni personali, c’è un dato oggettivo: “Il mio è già il quinto governo più longevo della Repubblica”, sottolinea, “e sicuramente saliremo ancora”. Stabilità e coesione della maggioranza, a suo dire, hanno aumentato la considerazione dell’Italia sul piano internazionale.

Tra i risultati più importanti, la premier cita il recupero di oltre 1,2 miliardi di euro per la sicurezza sul lavoro, la riforma fiscale, le politiche migratorie condivise con Bruxelles e una ritrovata fiducia degli italiani nelle istituzioni. Tuttavia, non mancano ammissioni di difficoltà: “Il tema della natalità resta una delle sfide più complesse. I risultati, per ora, sono insufficienti”. Anche sul fronte dell’energia, Meloni riconosce che nonostante gli interventi adottati, serve una “soluzione strutturale” per abbattere i costi.

Premierato e grandi opere: “La madre di tutte le riforme”

Il cuore del programma resta la riforma istituzionale: “Il premierato è la madre di tutte le riforme. Rafforza la democrazia e dà ai cittadini il diritto di scegliere da chi farsi governare”. A essa si affiancano autonomia differenziata, riforma della giustizia e quella fiscale. Nessun passo indietro nemmeno sul Ponte sullo Stretto: “Un’opera che comporta difficoltà, ma sta procedendo nella giusta direzione”.

Antifascismo e libertà di stampa: “No all’uso ideologico”

Uno dei passaggi più delicati dell’intervista riguarda l’antifascismo. In risposta alle critiche per non aver mai pronunciato espressamente quella parola, Meloni afferma: “Rifuggo dall’utilizzo strumentale della categoria dell’antifascismo, che purtroppo non si è sempre manifestato solo nell’opposizione alle dittature”. Secondo la premier, il discrimine reale è tra “chi difende la libertà e la democrazia ovunque” e chi “lo fa solo a corrente alternata”.

Sulla libertà di stampa, respinge le accuse di un’involuzione democratica: “La libertà di stampa è troppo seria per essere ridotta a propaganda politica. Chiunque accenda la tv o legga i giornali sa che le critiche al governo non mancano, anche sulla televisione pubblica”.

Trump, Europa e Green Deal: “Leali ma non subalterni”

Ampio spazio è dedicato anche alla politica estera. Meloni commenta i primi cento giorni del nuovo mandato di Donald Trump definendo “America First” non uno slogan, ma un programma costruito con rigore dai think tank repubblicani: “Chi si sorprende che un Paese difenda i propri interessi in politica estera è ingenuo”.

L’obiettivo dell’Italia, prosegue, è “rafforzare l’Occidente” e mantenere una “relazione leale ma non subalterna” con Washington. La premier si dice anche soddisfatta se il suo recente incontro con Trump ha contribuito a sbloccare un dialogo tra Usa e Ue su dazi e commercio.

In Europa, Meloni rivendica il rapporto di “collaborazione e stima” con Ursula von der Leyen e sottolinea come “molte proposte italiane siano state accolte”, dal PNRR alle nuove linee sulle politiche migratorie. Chiede ora un passo avanti sulla revisione del Green Deal, affinché “non sia più un fardello sulla competitività delle nostre imprese”.

Con Emmanuel Macron, i rapporti – pur segnati da divergenze su Ucraina e altre questioni – sono definiti “pragmatici, tra due grandi nazioni europee con sensibilità politiche diverse, ma capaci di cooperare”.

Attacchi sessisti e difesa personale: “Un imbarbarimento da non accettare”

Il passaggio più personale dell’intervista riguarda gli attacchi sessisti ricevuti: “Sono cresciuta in un quartiere di sinistra, Garbatella, abituata al confronto anche aspro. Ma è inaccettabile che si attacchi la mia famiglia, mia sorella, il padre di mia figlia, o addirittura mia figlia”. Meloni parla di “character assassination” e di “vergognosi attacchi sessisti” avvenuti nel silenzio di chi “si riempie la bocca dei diritti delle donne”.

“Mi verrebbe da dire che ci sono abituata, ma non voglio. Non è giusto abituarsi a questo imbarbarimento, non per me ma per tutte”.

L’orizzonte del 2027: “Mi ricandiderò”

Chiude con una dichiarazione d’intenti che ha il sapore di un annuncio politico: “Mi ripresenterò agli elettori nel 2027 per dire: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto”. Una frase che lascia intravedere chiaramente la volontà di puntare a un secondo mandato.

Meloni si prepara così a un nuovo tratto di legislatura con l’obiettivo di completare l’agenda del centrodestra, rafforzare la leadership nazionale e confermare quella europea, sfidando allo stesso tempo critiche interne e tensioni geopolitiche.

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