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Meloni alla Camera: scintille con Schlein su sanità e con Conte su Gaza e riarmo.

Premier time ad alta tensione a Montecitorio. Meloni rivendica i fondi alla sanità, Schlein attacca: «Curarsi è diventato un lusso». Conte chiede condanna per Gaza: la premier resta seduta, esplode la polemica.

Meloni alla Camera: scintille con Schlein su sanità e con Conte su Gaza e riarmo.

Premier time ad alta tensione a Montecitorio. Meloni rivendica i fondi alla sanità, Schlein attacca: «Curarsi è diventato un lusso». Conte chiede condanna per Gaza: la premier resta seduta, esplode la polemica.

Roma– È stato un premier time ad alta tensione quello andato in scena ieri alla Camera dei deputati, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiamata a rispondere a una raffica di interrogazioni parlamentari su temi cruciali: dalla sanità pubblica al piano di riarmo europeo, dalla questione energetica alla posizione del governo sul conflitto israelo-palestinese. Ma a dominare la scena sono stati gli scontri accesi con Elly Schlein (Pd) e Giuseppe Conte (M5S), tra accuse incrociate, grafici esibiti e toni da campagna elettorale.

Scontro frontale sulla sanità: “Tassa Meloni” contro “menzogne della propaganda”

Il confronto più duro è stato senza dubbio quello tra Meloni e Schlein sullo stato del Servizio Sanitario Nazionale. La segretaria del Partito Democratico ha attaccato la premier accusandola di «smantellare la sanità pubblica», denunciando liste d’attesa infinite, emigrazione sanitaria crescente e una spesa sanitaria “ai minimi storici. Sventolando grafici dai banchi dell’opposizione, Schlein ha parlato di una vera e propria «tassa Meloni», sostenendo che “curarsi è diventato un lusso” e denunciando il business della sanità privata: «C’è chi ci guadagna con le sue cliniche».

Immediata e dura la replica di Meloni: «È difficile confrontarsi con chi è costretto a mentire per fare propaganda. Il Fondo sanitario nazionale oggi è al livello più alto di sempre: 136 miliardi di euro, dieci in più rispetto al 2022». Poi l’affondo: «In dieci anni di governo, il Pd non ha mai scritto un nuovo Piano Sanitario Nazionale. L’ultimo risale al 2011, proprio sotto un governo di centrodestra. Noi stiamo lavorando a riscriverlo con serietà». In serata, la premier ha rilanciato anche su X (ex Twitter): «Stiamo lavorando per garantire una sanità più equa, efficiente e moderna. Elly, collaborerete per il bene dell’Italia o continuerete a tifare contro?».

Conte accusa sul riarmo e Gaza: “Vergogna!” alla premier

Il clima si è ulteriormente surriscaldato quando Giuseppe Conte ha attaccato il governo sul piano europeo di riarmo e sul conflitto a Gaza. L’ex premier ha accusato Meloni di «dare priorità alle armi rispetto ai bisogni di cittadini e imprese», per poi rivolgerle un appello simbolico: «Alziamoci tutti in piedi per condannare in silenzio lo sterminio a Gaza». I deputati del M5S e delle altre opposizioni si sono alzati. Meloni e la maggioranza sono rimasti seduti. «Rimane seduta? Vergogna!», ha urlato Conte dai banchi dell’opposizione.

Meloni ha risposto con sarcasmo e memoria politica: «Sono affascinata dalla sua passione antimilitarista. Ma non la ricordo così quando, da presidente del Consiglio, ha firmato l’aumento delle spese militari durante la pandemia. Sarà stato uno dei tanti ‘Giuseppi’ che abbiamo visto in questi anni». Ha poi ribadito che l’Italia manterrà gli impegni presi, compresi quelli sottoscritti dallo stesso Conte, ricordando che fu proprio il suo governo ad avviare il percorso verso il 2% di spesa in difesa.

Alla domanda posta da Angelo Bonelli (AVS), Meloni ha espresso preoccupazione per la situazione nella Striscia di Gaza, definendola «drammatica e ingiustificabile». Ha però escluso un ritiro dell’ambasciatore italiano in Israele, sottolineando che «non condividiamo le recenti proposte del governo Netanyahu, e lo abbiamo fatto presente con franchezza ai nostri interlocutori». Una presa di distanza netta, ma senza strappi diplomatici.

Il “fantasma” in Aula e le assenze eccellenti

A rendere ancora più tesa e surreale l’atmosfera è stato Riccardo Magi, deputato di +Europa, che si è presentato in Aula travestito da fantasma, con riferimento ai referendum promossi contro alcune riforme del governo. Meloni ha colto la palla al balzo: «Gli italiani vedono che noi abbiamo una linea chiara, a differenza delle opposizioni che al governo fanno le riforme e all’opposizione cercano di abolirle».

Non sono mancate assenze di rilievo tra i banchi della maggioranza: Matteo Salvini è stato avvistato nel pomeriggio agli Internazionali di tennis al Foro Italico, mentre Antonio Tajani era in missione in Turchia. Un’aula dunque animata più da cronisti e opposizioni che dai big della coalizione di governo.

Il premier time di oggi a Montecitorio ha offerto uno spaccato vivido dello scontro politico sempre più acceso tra governo e opposizioni. La sanità, il riarmo, il conflitto in Medio Oriente e il ruolo dell’Italia in Europa sono temi che segnano una faglia profonda nel dibattito nazionale. Giorgia Meloni ha mostrato fermezza e rivendicazioni, Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno alzato il tiro dell’opposizione. L’impressione è che la campagna per le europee sia già cominciata — e che il Parlamento sia diventato il suo palcoscenico.

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