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Magistrati abbandonano le Cerimonie per l’inizio dell’anno giudiziario: le proteste in Italia contro le dichiarazioni di Carlo Nordio e la riforma della giustizia 

Proteste in tutta Italia durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario contro la riforma Nordio. Magistrati abbandonano le cerimonie, manifestando contro la separazione delle carriere e difendendo l'autonomia della giustizia.

Magistrati abbandonano le Cerimonie per l’inizio dell’anno giudiziario: le proteste in Italia contro le dichiarazioni di Carlo Nordio e la riforma della giustizia 

L’inaugurazione dell’anno giudiziario nelle Corti d’Appello italiane, che si è svolta in diverse città del Paese, è stata caratterizzata da forti proteste da parte dei magistrati contro la riforma della giustizia proposta dal governo. La contestazione si è concentrata in particolare sulla separazione delle carriere, una misura che ha suscitato ampia opposizione da parte di una parte consistente della magistratura.

La protesta a Napoli e l’uscita dalla sala

A Napoli, durante la cerimonia presso il Salone dei Busti di Castel Capuano, i magistrati hanno messo in atto un gesto simbolico di protesta contro il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che aveva preso la parola. Seguendo le indicazioni del Comitato Direttivo dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), i giudici presenti hanno abbandonato la sala non appena il ministro ha iniziato il suo intervento. I magistrati erano in toga, con una coccarda tricolore al petto e stringevano tra le mani un pieghevole con i principi fondamentali della Costituzione italiana.

La protesta ha avuto luogo in un contesto di crescente tensione tra politica e magistratura. Il governo ha recentemente proposto una serie di riforme, tra cui la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e pubblici ministeri, una misura che, secondo i manifestanti, rischia di alterare l’indipendenza del potere giudiziario e la separazione dei poteri, principi fondamentali della nostra democrazia.

Le parole del ministro Nordio e le reazioni della magistratura

Nel suo intervento, il ministro Nordio ha cercato di difendere la riforma, ribadendo che non si trattava di una misura punitiva nei confronti della magistratura. “Sono un ex magistrato, ho visto morire colleghi, ho seguito processi contro le Brigate Rosse“, ha dichiarato il Guardasigilli, cercando di spiegare che l’obiettivo della riforma non è quello di umiliare la magistratura. “Non è giusto pensare che un ex magistrato come me possa avere come obiettivo l’umiliazione della magistratura“, ha sottolineato il ministro.

Tuttavia, le parole del ministro non sono riuscite a placare il dissenso. Paola Cervo, componente del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati, ha spiegato all’esterno del Salone dei Busti che la riforma veicolata con slogan non risolve i problemi quotidiani che i magistrati affrontano in aula. Inoltre, ha messo in evidenza il rischio che la separazione delle carriere possa compromettere l’indipendenza del potere giudiziario.

Le reazioni da tutta Italia

Simili proteste si sono verificate in altre città italiane, come Milano, dove i magistrati si sono radunati in scalinata davanti al Palazzo di Giustizia, con copie della Costituzione in mano, in segno di dissenso. Gherardo Colombo, l’ex pubblico ministero noto per il suo ruolo nel caso “Mani Pulite”, ha sottolineato come questa riforma possa essere dannosa per i cittadini e per l’intera organizzazione statale. I giudici e i pubblici ministeri milanesi hanno lasciato l’aula al momento dell’intervento di Monica Sarti, dirigente capo dell’Ispettorato generale del Ministero della Giustizia.

Anche a Roma, Firenze, Palermo, e altre città italiane si sono svolte proteste simili, con magistrati che hanno mostrato cartelli con citazioni della Costituzione e lasciato le cerimonie non appena il governo ha preso la parola. “La separazione delle carriere non risolverà nulla dei problemi che affrontiamo ogni giorno in aula“, ha dichiarato Alessandro Ghelardini, presidente della sezione toscana dell’Associazione nazionale magistrati, a Firenze. A Roma, Giuseppe Meliadò, presidente della Corte d’Appello, ha evidenziato come le risorse scarse e la mancanza di personale abbiano reso la situazione della giustizia ancora più difficile, mentre i magistrati hanno lamentato che la riforma proposta non risponda alle reali necessità del sistema giuridico.

Procuratore Gratteri: “Inutile partecipare, nessuno ci ascolta”

Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, ha spiegato la sua decisione di non partecipare alla cerimonia, dichiarando che non ritiene utile la sua presenza in eventi che non prevedono un vero confronto. Gratteri ha criticato la riforma, evidenziando come, in realtà, la separazione delle carriere esista già de facto, dato che solo una piccola parte dei magistrati chiede di cambiare ruolo ogni anno. “Non è proporzionato intervenire sulla Costituzione per meno del 2% dei magistrati ogni anno“, ha affermato Gratteri, mettendo in luce il suo pensiero sull’inutilità della riforma proposta.

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Nonostante le proteste, il governo ha difeso la riforma, sottolineando come sia in linea con la Costituzione e necessaria per garantire l’efficienza del sistema giuridico. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha commentato le proteste definendole legittime, ma ha invitato l’Anm a cessare di criticare senza dialogare.

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