La riforma della Farnesina: Tajani presenta il nuovo modello operativo dal 2026.
La riforma del Ministero degli Affari Esteri ridisegna struttura, funzioni e servizi: più attenzione a cittadini e imprese, nuova centralità dell’economia e un forte investimento su cybersicurezza e formazione.
La riforma della Farnesina: Tajani presenta il nuovo modello operativo dal 2026.
Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, oggi presenta a Villa Madama la riforma che ridisegnerà l’assetto della Farnesina a partire dal 1° gennaio del prossimo anno. Si tratta di un intervento organico che punta a modernizzare il funzionamento della macchina diplomatica italiana, rendendola più snella, innovativa e attenta alle esigenze concrete di cittadini e imprese. L’obiettivo dichiarato è quello di portare la crescita del Paese al centro dell’azione estera, con un nuovo equilibrio tra dimensione politica e dimensione economica della diplomazia nazionale.
Una Farnesina a doppia anima: politica ed economica
Tra le novità più rilevanti vi è la definizione di una struttura a due anime, una politica e una economica, ciascuna guidata da un Vice Segretario Generale. Questa duplice impostazione rappresenta un cambio di paradigma, perché riconosce formalmente l’importanza crescente delle questioni economiche e commerciali nella proiezione internazionale dell’Italia. Accanto alla tradizionale Direzione per gli affari politici e la sicurezza internazionale nascerà infatti la nuova Direzione per la crescita e la promozione delle esportazioni, pensata per accompagnare le imprese italiane sui mercati globali e rafforzare l’attrattività del Paese.
Cybersicurezza e servizi consolari: risposte a nuove esigenze
Il nuovo assetto prevede anche l’istituzione di una Direzione dedicata alla cybersicurezza, un ambito che richiede competenze specialistiche e capacità di reazione rapida, alla luce dell’intensificarsi delle minacce informatiche a livello internazionale. Questo intervento testimonia la volontà di portare la diplomazia italiana al passo con le sfide del mondo digitale e di dotarsi di strumenti adeguati per proteggere dati, infrastrutture e interessi nazionali. Parallelamente, sarà rafforzata la Direzione responsabile dei servizi ai cittadini all’estero e delle politiche migratorie, un settore che negli ultimi anni è stato messo sotto forte pressione dalla crescita della mobilità internazionale e dalla domanda di assistenza consolare.
Semplificazione e coordinamento per una diplomazia più efficiente
Per garantire una gestione più ordinata e reattiva, presso la Segreteria Generale sorgerà un’Unità per la semplificazione e il coordinamento. Questo nuovo organismo avrà il compito di raccogliere segnalazioni e suggerimenti, formulare proposte operative e favorire processi più snelli, sia per i cittadini che per le imprese. Il concetto di semplificazione diventa così un principio guida dell’intera riforma, che si propone di avvicinare ulteriormente la Farnesina ai bisogni quotidiani del Paese reale.
Formazione e concorso diplomatico: un’apertura ai nuovi talenti
La riforma interviene anche sul fronte del reclutamento e della formazione del personale. L’apertura del concorso diplomatico a tutti i corsi di laurea magistrale amplia significativamente il bacino di candidati e punta ad attirare nuove competenze, più diversificate e in linea con la complessità del mondo contemporaneo. Questo processo si accompagna a un rafforzamento delle assunzioni, già avviato negli ultimi anni, e a un ripensamento della formazione interna, che dovrà preparare i futuri diplomatici a lavorare in un contesto sempre più globale, digitalizzato e competitivo.
Gli obiettivi della riforma nel contesto internazionale
Durante l’evento di presentazione saranno illustrati nel dettaglio gli obiettivi strategici cui la riforma risponde. Il contesto internazionale, segnato da instabilità geopolitica, trasformazioni tecnologiche e interdipendenza economica, richiede un corpo diplomatico capace di adattarsi rapidamente. Allo stesso tempo, cresce la domanda di servizi da parte di cittadini e imprese, che guardano alla Farnesina come a un punto di riferimento nei loro rapporti con l’estero. La riforma punta a fornire risposte più efficaci, valorizzando il ruolo dell’Italia sulla scena globale e rendendo l’azione esterna dello Stato più moderna e incisiva.
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