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Inchiesta Fanpage, le parole di Liliana Segre sui giovani FdI: «Dovrò ancora essere cacciata dal mio Paese?»

Meloni: «Perché nessuno in 75 anni ha ritenuto di infiltrarsi in un partito politico e riprendere segretamente le riunioni? È consentito? Lo chiedo ai partiti politici e anche al presidente della Repubblica»

Inchiesta Fanpage, le parole di Liliana Segre sui giovani FdI: «Dovrò ancora essere cacciata dal mio Paese?».

In seguito al caso dei cori fascisti tra i giovani di FdI e le dimissioni  di Flaminia Pace, esponente del partito meloniano, interviene sull’accaduto anche la senatrice a vita Liliana Segre.

In merito all’inchiesta di Fanpage, la senatrice sottolinea che «queste derive ci sono sempre state». E si chiede, però, se «ora, alla mia età, dovrò essere cacciata dal mio Paese come già lo sono stata una volta». 

«Credo che queste derive, chiamiamole derive, che sono venute fuori nell’ultima settimana così in modo eclatante – riflette Liliana Segre – ci siano sempre state, nascoste, non esibite, e che con l’attuale governo si approfittati di questo potere grande della destra, non ci si vergogni più di nulla». Un intervento che per intensità ricorda quello pronunciato il 14 maggio scorso al Senato, quando aveva parlato dell’ascesa del fascismo un secolo fa.

Alla senatrice a vita risponde Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo del partito di Giorgia Meloni, secondo il quale le parole di Liliana Segre vanno ascoltate «con la massima attenzione e il massimo rispetto, come anche nelle occasioni passate». Questo perché «la Senatrice Segre, quando si riflette sul pericoloso germe dell’antisemitismo, è un simbolo di tutta la Nazione. Un simbolo che deve essere rispettato da tutti senza polemiche e senza strumentalizzazioni».

Anche la premier Meloni ha reagito ai cori fascisti tra i giovani di FdI e alle dimissioni di Flaminia Pace. Non solo ha commenta l’inchiesta di Fanpage che ha terremotato Gioventù nazionale, ma è passata al contrattacco. «Chi ha sentimenti razzisti, antisemiti o nostalgici ha sbagliato casa perché questi sentimenti sono incompatibili con Fratelli d’Italia», la premessa. Subito dopo, però, ha puntato il dito sui metodi utilizzati dai giornalisti per realizzare il servizio chiamando in causa il Capo dello Stato in persona: «Infiltrarsi nelle riunioni dei partiti politici è da regime». «Perché nessuno in 75 anni ha ritenuto di infiltrarsi in un partito politico e riprendere segretamente le riunioni? È consentito? Lo chiedo ai partiti politici e anche al presidente della Repubblica».

La segretaria del Pd Elly Schlein ha condannato così le parole della premier: «Grave che Fratelli d’Italia e la presidente del Consiglio Meloni abbiano trovato un’altra occasione per fare un attacco frontale alla libertà di stampa anziché affrontare il merito di quello che emerge da quell’inchiesta».

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