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“Il ritorno della ‘povertà di salute’ sta assumendo in Italia proporzioni importanti”: la denuncia del Papa

"Come Chiesa, siamo chiamati a rispondere soprattutto alla domanda di salute dei più poveri, degli esclusi e di quanti, per ragioni di carattere economico o culturale, vedono disattesi i loro bisogni".

“Il ritorno della ‘povertà di salute’ sta assumendo in Italia proporzioni importanti”: la denuncia del Papa

Il Papa denuncia che “il ritorno della ‘povertà di salute’ sta assumendo in Italia proporzioni importanti, soprattutto nelle Regioni segnate da situazioni socio-economiche più difficili.

“Ci sono persone che per scarsità di mezzi non riescono a curarsi, per le quali anche il pagamento di un ticket è un problema. Ci sono persone che hanno difficoltà di accesso ai servizi sanitari a causa di lunghissime liste d’attesa, anche per visite urgenti e necessarie”.
E’ quanto ha detto nell’udienza nell’udienza all’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari.

Il Papa ha poi aggiunto: “Il bisogno di cure intermedie poi è sempre più elevato, vista la crescente tendenza degli ospedali a dimettere i malati in tempi brevi, privilegiando la cura delle fasi più acute della malattia rispetto a quella delle patologie croniche: di conseguenza queste, soprattutto per gli anziani, stanno diventando un problema serio anche dal punto di vista economico, con il rischio di favorire percorsi poco rispettosi della dignità stessa delle persone”.

Una “eutanasia nascosta” nei casi in cui non si danno i farmaci necessari agli anziani “per risparmiare”.

“Un anziano deve prendere queste medicine e se per risparmiare non gli danno queste medicine questo è una eutanasia nascosta e progressiva, dobbiamo dire questo, ogni persona ha diritto alle medicine. Ci sono Paesi dove “gli anziani che devono prendere quattro-cinque medicine, riescono ad averne soltanto due”, ha detto come esempio il Papa, nell’udienza all’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari, tornando a sottolineare che “questa è una eutanasia progressiva”.

Il Papa invita la sanità cattolica a “non temere di percorrere strade nuove, rischiate, in modo da evitare che i nostri ospedali, solo per ragioni economiche, vengano alienati. Questo è un pericolo, qui a Roma, io vi posso mandare la lista”, dice nell’udienza all’Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari, sottolineando che così si rischia di vanificare “un patrimonio a lungo custodito e impreziosito da tanti sacrifici”.

Ricorda anche che “è nata nel dicembre 2015 la Pontificia Commissione per le Attività del Settore Sanitario delle Persone giuridiche pubbliche della Chiesa, con la quale invito ad avere una fattiva e costruttiva collaborazione”.

“Come Chiesa, siamo chiamati a rispondere soprattutto alla domanda di salute dei più poveri, degli esclusi e di quanti, per ragioni di carattere economico o culturale, vedono disattesi i loro bisogni. Questi sono i più importanti per noi– continua- La sanità di ispirazione cristiana ha il dovere di difendere il diritto alla cura soprattutto delle fasce più deboli della società, privilegiando i luoghi dove le persone sono più sofferenti e meno curate, anche se questo può richiedere la riconversione di servizi esistenti verso nuove realtà. Ogni persona malata è per definizione fragile, povera, bisognosa di aiuto, e a volte chi è ricco si trova più solo e abbandonato di chi è povero. Però è evidente che oggi ci sono opportunità diverse di accesso alle cure per coloro che hanno disponibilità economiche rispetto alle persone più indigenti”.

E allora “gli ospedali religiosi hanno soprattutto la missione di prendersi cura di coloro che sono scartati dall’economia sanitaria e da una certa cultura contemporanea”.

"Il ritorno della 'povertà di salute' sta assumendo in Italia proporzioni importanti": la denuncia del Papa

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