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Il Parlamento europeo spinge per uno “Schengen militare” contro la minaccia russa

L’Europarlamento chiede meno ostacoli burocratici e più investimenti per consentire lo spostamento rapido di truppe e mezzi in risposta alla minaccia russa.

Il Parlamento europeo spinge per uno “Schengen militare” contro la minaccia russa.

La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha cambiato in modo strutturale la percezione della sicurezza in Europa e ha riportato al centro del dibattito un tema finora rimasto tecnico e poco visibile: la mobilità militare. Con una risoluzione non vincolante approvata a larga maggioranza, il Parlamento europeo chiede ora un salto di qualità, arrivando a ipotizzare la creazione di un vero e proprio “Schengen militare”, capace di consentire lo spostamento rapido di truppe, mezzi ed equipaggiamenti all’interno dell’Unione.

Il testo è stato adottato con 493 voti favorevoli, 127 contrari e 38 astensioni e individua nella capacità di muovere rapidamente le forze armate un elemento essenziale per la difesa dell’UE e per la sicurezza del fianco orientale, in particolare dei Paesi baltici e della Polonia, più esposti a eventuali escalation.

Mobilità militare, una priorità strategica europea

Secondo i deputati europei, ridurre gli ostacoli alla mobilità militare è oggi una necessità strategica. Attualmente, in alcuni casi, lo spostamento di equipaggiamenti militari attraverso i confini interni dell’UE può richiedere oltre un mese, a causa di barriere amministrative, normative e infrastrutturali.

Una situazione ritenuta incompatibile con le esigenze di deterrenza e di risposta rapida a crisi e conflitti. Il Parlamento sottolinea che l’Unione deve essere in grado di dispiegare unità di reazione rapida entro 24 ore in caso di emergenza e, sul modello NATO, garantire il transito delle truppe entro tre giorni in tempo di pace.

Più fondi UE per infrastrutture e progetti a duplice uso

Un capitolo centrale della risoluzione riguarda i finanziamenti. L’Eurocamera accoglie positivamente la proposta della Commissione europea di portare il budget per la mobilità militare del prossimo Quadro finanziario pluriennale a oltre 17 miliardi di euro.

Allo stesso tempo, i deputati lanciano un monito agli Stati membri, invitandoli a non ripetere quanto avvenuto nel bilancio 2021-2027, quando le risorse inizialmente previste furono tagliate del 75%. Secondo le stime citate nella risoluzione, il solo ammodernamento di 500 “punti critici” infrastrutturali – come ponti, gallerie e nodi ferroviari – richiederebbe almeno 100 miliardi di euro.

Il Parlamento chiede quindi alla Commissione di semplificare l’accesso ai finanziamenti per i progetti a duplice uso civile-militare, considerati fondamentali per rafforzare al contempo la sicurezza e le reti di trasporto europee.

Verso uno “Schengen militare”

Il cuore politico della risoluzione è la proposta di lavorare alla creazione di uno “spazio Schengen militare”, che permetta la rimozione delle frontiere interne per il movimento delle truppe e degli asset militari, superando autorizzazioni lente e procedure frammentate.

I deputati chiedono maggiori investimenti lungo i quattro corridoi europei della mobilità militare, un uso più esteso delle soluzioni digitali e l’introduzione di uno sportello unico per accelerare le autorizzazioni ai movimenti transfrontalieri. Tra le proposte anche l’istituzione di una task force sulla mobilità militare e la nomina di un coordinatore europeo, incaricato di semplificare l’attuazione delle iniziative e di definire una tabella di marcia chiara.

Cooperazione UE-NATO rafforzata

La risoluzione ribadisce inoltre che la mobilità militare è una priorità condivisa tra UE e NATO. Una cooperazione considerata essenziale per consentire lo spostamento delle forze alleate in tempo di pace, di crisi o di guerra.

Il Parlamento chiede esercitazioni congiunte regolari e stress test delle infrastrutture e delle procedure, con l’obiettivo di individuare e rimuovere rapidamente gli ostacoli ancora esistenti. L’intento è rendere l’Europa non solo più integrata politicamente, ma anche operativamente pronta sul piano militare.

Le dichiarazioni dei relatori

Il correlatore per la commissione Sicurezza e Difesa, Petras Auštrevičius (Renew, Lituania), ha sottolineato come la deterrenza europea passi dalla capacità di agire: «Per mantenere la forza dell’Europa e la sua capacità di deterrenza nei confronti degli aggressori è fondamentale dimostrare la nostra prontezza. Superare gli oneri amministrativi e sviluppare infrastrutture a duplice uso non è un lusso, ma una necessità».

Sulla stessa linea il correlatore della commissione Trasporti, Roberts Zīle (ECR, Lettonia), che ha evidenziato l’urgenza: «Esistono ancora troppi ostacoli alla mobilità militare che potrebbero essere rimossi rapidamente senza ingenti investimenti. Alla luce della guerra russa contro l’Ucraina, non c’è tempo da perdere».

Le prossime tappe legislative

Dopo l’approvazione della risoluzione, i lavori entrano ora in una fase più concreta. I deputati delle commissioni Trasporti e Difesa avvieranno l’iter legislativo sul pacchetto sulla mobilità militare presentato dalla Commissione europea nel novembre scorso.

L’obiettivo è trasformare le indicazioni politiche in misure operative, rafforzando la capacità dell’Unione di muoversi rapidamente in un contesto geopolitico sempre più instabile. Lo “Schengen militare”, da concetto politico, potrebbe così diventare uno dei pilastri della futura difesa europea.

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