Il Governo introduce il reato autonomo di femminicidio: pene più severe per la violenza sulle donne
Il Governo italiano introduce il reato autonomo di femminicidio con pena dell'ergastolo. Maggiori aggravanti per stalking, revenge porn e violenza sessuale.
Il Governo introduce il reato autonomo di femminicidio: pene più severe per la violenza sulle donne
Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri, Venerdì 7 marzo, un disegno di legge per il contrasto alla violenza contro le donne.
Il provvedimento introduce il delitto di femminicidio come reato autonomo nel codice penale e prevede l’ergastolo per chi uccide una donna per motivi di odio, discriminazione o per reprimere la sua libertà. Inoltre, il testo rafforza le pene per reati come stalking, violenza sessuale e revenge porn.
Come sottolineato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, questa misura rappresenta un’importante svolta nella tutela delle vittime di violenza. Il provvedimento è stato elaborato su proposta dei Ministri Carlo Nordio (Giustizia), Matteo Piantedosi (Interno), Eugenia Roccella (Famiglia e Pari Opportunità) e Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme Istituzionali e Semplificazione Normativa).
La legge si inserisce in un contesto di emergenza, con un aumento preoccupante dei casi di femminicidio e di violenze nei confronti delle donne. L’obiettivo è garantire una protezione più efficace e dissuadere i potenziali autori di reati contro le donne.
Le novità principali della legge
Il disegno di legge introduce importanti modifiche al codice penale, tra cui:
- prevede l’audizione obbligatoria della persona offesa da parte del pubblico ministero, non delegabile alla polizia giudiziaria, nei casi di codice rosso;
- introduce specifici obblighi informativi in favore dei prossimi congiunti della vittima di femminicidio;
- prevede il parere, non vincolante, della vittima in caso di patteggiamento per reati da codice rosso e connessi obblighi informativi e onere motivazionale del giudice;
- nei casi in cui sussistano esigenze cautelari, prevede l’applicazione all’imputato della misura della custodia cautelare in carcere o degli arresti domiciliari;
- interviene sui benefici penitenziari per autori di reati da codice rosso;
- introduce, in favore delle vittime di reati da codice rosso, un diritto di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato, a seguito di concessione di misure premiali;
- rafforza gli obblighi formativi dei magistrati, previsti dall’art. 6, comma 2, della legge n. 168 del 2023;
- estende alla fase della esecuzione della condanna al risarcimento il regime di favore in tema di prenotazione a debito previsto per i danneggiati dai fatti di omicidio “codice rosso” e di femminicidio;
- introduce una disposizione di coordinamento che prevede l’estensione al nuovo articolo 577-bis dei richiami all’articolo 575 contenuti nel codice penale.
Un intervento in linea con la normativa europea
Questo provvedimento si colloca nel quadro degli obblighi internazionali dell’Italia, in particolare quelli assunti con la ratifica della Convenzione di Istanbul e con la recente direttiva UE 1385/2024 sulla violenza contro le donne.
L’approvazione di questa legge rappresenta un significativo passo avanti nella lotta alla violenza di genere in Italia. Con l’introduzione del reato di femminicidio e l’inasprimento delle pene per reati correlati, il Governo punta a rafforzare la tutela delle vittime e a contrastare la violenza con maggiore efficacia.
Meloni: “Un passo avanti nella lotta alla violenza di genere”
Al termine del Consiglio dei Ministri la premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza di questa misura, frutto di un’azione coordinata per contrastare con decisione i fenomeni legati alla violenza sulle donne: “Oggi il Governo compie un altro passo avanti nell’azione di sistema che sta portando avanti fin dal suo insediamento per contrastare la violenza nei confronti delle donne e per tutelare le vittime. Il Consiglio dei ministri ha varato un disegno di legge estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga. Ringrazio i Ministri che hanno lavorato al provvedimento e che ci hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della Festa della Donna, questo importante risultato“.
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