Ex Ilva, incontro Governo-sindacati a Palazzo Chigi.
Si è svolto ieri pomeriggio, presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio a Palazzo Chigi, il tavolo di confronto tra il Governo e le confederazioni sindacali sull’ex Ilva di Taranto.
Il Governo ha assicurato ai rappresentanti dei lavoratori il massimo impegno per garantire la continuità produttiva, vagliando le ipotesi in campo per evitare il ricorso all’amministrazione straordinaria. “A tal fine, il Governo ha già fissato un incontro il prossimo 8 gennaio con l’azionista di maggioranza, al quale saranno chieste precise garanzie su investimenti, livelli di produzione, sicurezza dei lavoratori, salvaguardia degli impianti e tutela ambientale. Il Governo continuerà a mantenere costantemente informati i sindacati, che saranno convocati nuovamente dopo l’incontro con l’azionista”, recita una nota diffusa da Chigi.
Alla riunione hanno preso parte, per il Governo, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, il Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Presente in videocollegamento il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone. Per i sindacati erano presenti i rappresentanti di Fiom Cgil Michele De Palma, Fim-Cisl Roberto Benaglia, Uilm-Uil Rocco Palombella, Usb Francesco Rizzo e Ugl metalmeccanici Giovanni Antonio Spera.
«Peggio di così non poteva andare», secondo il segretario della Uilm, Rocco Palombella, che si è detto pronto a «lottare fino alla fine», senza esclusione di nessun tipo di iniziativa, per evitare di continuare a far gestire Acciaierie d’Italia da ArcelorMittal e una chiusura che rappresenterebbe «un disastro senza precedenti». Anche il capo della Fiom, Michele De Palma, e il coordinatore nazionale per la siderurgia, Loris Scarpa, hanno dichiarato che la situazione è «ad un passo dallo scontro», spiegando che nel corso dell’incontro sarebbero state prospettate tre ipotesi.
Nella prima ipotesi Arcelor Mittal accetta finalmente di investire; nella seconda la multinazionale dichiara di essere d’accordo ad uscire; e nella terza non c’è nessun accordo possibile e quindi l’amministrazione straordinaria. Nessuna di queste strade, secondo De Palma, risponderebbe alla richiesta dei sindacati di una salita del capitale pubblico. La preoccupazione è condivisa dal segretario della Fim Cisl, Roberto Benaglia, pronto a valutare con Fiom e Uilm ulteriori forme di mobilitazione a valle dell’incontro che il governo terrà con i sindacati dopo aver visto Mittal, il 9 o il 10 gennaio.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano