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Decreto Sicurezza, via libera del Governo. Meloni: “norme necessarie per chi ci difende”

Approvato il nuovo decreto Sicurezza: tutele legali per le forze dell’ordine, sgomberi lampo, bodycam obbligatorie, stretta sulle truffe agli anziani. Proteste e polemiche in Parlamento.

Decreto Sicurezza, via libera del Governo. Meloni: “norme necessarie per chi ci difende”

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Decreto Sicurezza, un provvedimento articolato e denso di misure che mira a rafforzare la tutela delle forze dell’ordine, intensificare la lotta al degrado urbano e contrastare le truffe, in particolare ai danni degli anziani. Il decreto, fortemente voluto dal Governo Meloni, si compone di 34 articoli che toccano ambiti sensibili e che promettono di avere un impatto immediato sul piano della sicurezza pubblica.

Meloni: “Norme necessarie e non più rinviabili”

Non potevamo più aspettare. Abbiamo deciso di trasformare il pacchetto sicurezza in un decreto-legge per renderlo subito operativo”, ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo a chi ha accusato l’esecutivo di forzare la mano bypassando l’iter parlamentare ordinario. “Non è né un blitz né una scorciatoia, ma una scelta di responsabilità”.

Meloni ha inoltre ricordato il lungo percorso parlamentare del provvedimento, iniziato quasi un anno e mezzo fa. “La Camera lo aveva approvato lo scorso settembre, ma il testo si era arenato al Senato. Abbiamo raccolto anche proposte migliorative, come l’inasprimento delle pene per reati nelle stazioni e metropolitane, e il giro di vite contro la cannabis light nei cosiddetti ‘cannabis shop’”.

Le misure principali del decreto

Tra le novità introdotte dal decreto:

  • Tutela legale per le forze dell’ordine: lo Stato si farà carico delle spese legali per agenti e militari coinvolti in procedimenti penali legati al servizio, secondo soglie definite per ciascun grado di giudizio.

  • Bodycam obbligatorie: viene esteso l’uso delle telecamere indossabili per tutti gli operatori di polizia, ritenute strumento essenziale di trasparenza e tutela reciproca tra forze dell’ordine e cittadini.

  • Sgomberi lampo: nuove procedure accelerate per liberare immobili occupati abusivamente, al fine di restituirli rapidamente ai legittimi proprietari o all’uso pubblico.

  • Contrasto alle truffe agli anziani: inasprimento delle pene e rafforzamento degli strumenti di prevenzione per proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione.

  • Misure anti-accattonaggio minorile e borseggi: viene introdotta una disciplina più rigida per i reati legati allo sfruttamento dei minori e al borseggio, soprattutto in aree ad alta affluenza turistica e sui mezzi pubblici.

  • Reati contro la sicurezza pubblica: viene istituito un nuovo reato per le rivolte nelle carceri e si prevede una sanzione penale per chi blocca strade o ferrovie in occasione di manifestazioni.

  • Contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo: vengono potenziati gli strumenti in dotazione all’intelligence e all’Agenzia dei beni confiscati, migliorandone la capacità operativa.

Il sostegno del Viminale e del Ministero della Giustizia

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha esaltato l’introduzione delle bodycam come “strumento atteso e richiesto dagli operatori”, sottolineandone il valore nella gestione di situazioni critiche. Ha anche ribadito che la tutela legale per le forze dell’ordine non implica in alcun modo un’immunità penale.

Il Guardasigilli Carlo Nordio ha definito “fondamentale” il principio di assistenza finanziaria per i membri delle forze dell’ordine, specie in un contesto giudiziario sempre più complesso. “Particolare attenzione è stata riservata alla polizia penitenziaria, spesso vittima di aggressioni da parte di detenuti già condannati. È inaccettabile che chi è in esecuzione pena possa ancora esercitare violenza”.

Le critiche dell’Anm: “Un messaggio inquietante”

Le reazioni non si sono fatte attendere, soprattutto da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm). Il segretario generale Rocco Maruotti ha parlato di un “provvedimento inquietante” che rischia di “creare un problema dove non esiste” e che, secondo lui, “pone le basi per la repressione del dissenso”.

Anche il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, ha espresso perplessità: “È un provvedimento senza mezze misure, con contenuti che piaceranno a una parte del Paese ma che genereranno anche interpretazioni difficili e potenzialmente applicazioni arbitrarie”.

La replica della Lega: “L’Anm rispetti l’autonomia della politica”

Immediata la reazione del vice segretario della Lega, Andrea Crippa, che ha accusato l’Anm di attaccare ingiustamente l’operato del governo: “L’Associazione nazionale magistrati rispetti l’autonomia di governo e Parlamento”.

La voce delle forze dell’ordine: “Un passo avanti”

Ben diverso il punto di vista dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, che ha accolto il decreto come un passo nella giusta direzione. Il segretario Enzo Letizia ha elogiato le misure di tutela e trasparenza, affermando che “rafforzano il principio di protezione funzionale dell’operato di chi ogni giorno garantisce legalità e sicurezza”.

Tensioni in piazza: proteste e scontri al Pantheon

Durante l’approvazione del decreto in Cdm, si sono verificati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine a piazza del Pantheon, a Roma, dove era stato organizzato un sit-in di protesta. L’opposizione parlamentare ha definito il provvedimento una “vergogna” (M5S), un “golpe” (AVS), e un “atto di populismo penale” (PD).

Il Decreto Sicurezza si pone come una risposta netta e decisa a una domanda di sicurezza percepita sempre più forte in una parte del Paese. Tuttavia, la sua approvazione ha aperto un nuovo fronte nel confronto tra istituzioni, magistratura e politica. Mentre il governo rivendica scelte coraggiose, le proteste in piazza e i dubbi sollevati dalle toghe indicano che il dibattito è appena iniziato.

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