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Decreto Cutro: approvato in Senato con 92 voti favorevoli e 64 contrari

Il provvedimento passa ora alla Camera, che lo deve convertire entro il 10 maggio

Decreto Cutro: approvato in Senato con 92 voti favorevoli e 64 contrari

Il Senato ha approvato ieri, 20 aprile 2023, il decreto Cutro con 92 voti favorevoli e 64 contrari. Il provvedimento del governo passa ora alla Camera, che lo deve convertire entro il 10 maggio.
“Non c’è nessuna retromarcia, c’è un confronto parlamentare Quando si pone la fiducia nessuno discute, si vota e basta. Questa volta abbiamo discusso e la discussione serve per ascoltare, non per insultare”, dice in Aula al Senato Maurizio Gasparri, annunciando il voto favorevole di Fi al decreto Cutro, riferendosi alla modifica dell’emendamento unitario della maggioranza sui permessi speciali. “Non c’è stata alcuna marcia indietro – ha insistito – perché le norme restrittive sono rimaste nel testo. C’è stato un confronto con il governo, con cui abbiamo concordato le norme”.

“Questo governo e questa maggioranza sanno solo evocare la paura e fare paura. Nel decreto contro il quale abbiamo fatto una dura battaglia c’è un approccio tutto ideologico che non dà riposte alle tragedie come quelle di Cutro e non fornisce nessuna strategia di governo per affrontare un fenomeno strutturale. L’unico effetto di questo decreto sarà creare più irregolari e più lavoro nero”, così Francesco Boccia, il presidente dei senatori del Pd, che  commenta l’approvazione del Dl Cutro in Senato. “Questo è un decreto irresponsabile e disumano. Quali sono infatti – si domanda Boccia – le ragioni di necessità ed urgenza per abrogare la protezione speciale che tutela il diritto alla vita, garantito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Carta fondamentale dell’Ue? Non ce ne sono. Ma evocare questa scelta serve solo a fare la faccia feroce e a fare contento Salvini. Siamo di fronte ad una destra che sa essere molto dura contro deboli e disperati che non possono difendersi”.

“Governo e maggioranza – prosegue – sanno bene che un fenomeno complesso e strutturale quale è l’immigrazione non lo si può affrontare con superficialità e demagogia. Ma siccome devono coprire la loro incapacità nell’affrontare le emergenze economiche, nel decidere cosa fare con i progetti del PNRR, nel cercare di fermare l’inflazione, giocano sulla paura, si nascondono dietro un tema scomodo come i migranti per farne occasione di consenso facile”, conclude Boccia.

Francesco Boccia
Francesco Boccia

 

Il decreto Cutro, così come modificato in Senato dall’emendamento della maggioranza, pur mantenendo i permessi speciali, li circoscrive e elimina la possibilità che essi possano essere convertiti in permessi di soggiorno per ragioni lavorative, se lo straniero trova una occupazione.

Il testo licenziato dal governo proprio nel Consiglio dei ministri tenutosi a Cutro, modifica l’articolo 19 della legge quadro sull’immigrazione, eliminando il divieto di espulsione o allontanamento “di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare” a meno che non sia messa a rischio la “sicurezza nazionale, l’ordine e sicurezza pubblica o la protezione della salute”.

Ai fini della valutazione di tale rischio, andava valutato e tenuto conto “la natura e l’effettività dei vincoli familiari dell’interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonché dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese d’origine”. La norma abrogata dal decreto era stata introdotta dal decreto Lamorgese, per recepire la giurisprudenza italiana –l’ultima sentenza della Cassazione è del 2022- e una sentenza della Cedu del 2019 che aveva dato torno all’Italia. L’emendamento Gasparri chiedeva inizialmente di eliminare da questo articolo 19 della Legge Quadro, anche l’obbligo nei respingimenti e nelle espulsioni di rispettare i trattati internazionali, ma tale punto è stato tolto dall’emendamento.

Una ulteriore modifica, sempre all’articolo 19, riguarda il divieto di espulsione di persone che versano in “gravi condizioni psicofisiche o derivanti da gravi patologie”; viene abrogato il termine “gravi condizioni psicofisiche” mentre rimangono le “patologie di particolare gravità, non adeguatamente curabili nel paese di origine”.

Per quanti beneficiano di questo permesso speciale l’emendamento Gasparri elimina la possibilità di trasformazione in un permesso per motivi di lavoro. Inoltre per lo straniero a cui è concesso il permesso perché nel proprio paese vi è stata “una grave calamità che non consente il rientro e la permanenza in condizioni di sicurezza”, l’emendamento del centrodestra prevede che tale calamità debba essere non “grave” bensì “contingente ed eccezionale”.

Inoltre, secondo le norme introdotte in Senato, il permesso può essere rinnovato per soli sei mesi (rispetto ai 6 mesi della prima concessione) e non può essere trasformato in permesso per motivi di lavoro.

E’ stata anche introdotta una norma transitoria che consente l’applicazione della “disciplina previgente” per le domande presentate prima dell’approvazione del decreto.

Decreto Cutro: approvato in Senato con 92 voti favorevoli e 64 contrari

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