Crisi Israele-Iran, Tajani lancia l’allarme dalla Farnesina: “No a un’escalation, serve la diplomazia”. Meloni convoca l’intelligence.
Tajani: “La soluzione è solo diplomatica”. Attivata l’Unità di crisi, aumentano le misure di sicurezza per i cittadini italiani. La premier riunisce ministri e 007 per valutare i rischi.
Crisi Israele-Iran, Tajani lancia l’allarme dalla Farnesina: “No a un’escalation, serve la diplomazia”. Meloni convoca l’intelligence.
Tajani: “La soluzione è solo diplomatica”. Attivata l’Unità di crisi, aumentano le misure di sicurezza per i cittadini italiani. La premier riunisce ministri e 007 per valutare i rischi.
Cresce l’allarme a Palazzo Chigi e alla Farnesina per le conseguenze dell’attacco condotto da Israele contro l’Iran nella notte tra giovedì e venerdì. L’Italia si muove con cautela ma determinazione, mantenendo aperti i canali diplomatici e rafforzando le misure di sicurezza per tutelare i propri cittadini e interessi nella regione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal quartier generale dell’Unità di crisi, ribadisce il messaggio: “Serve il dialogo, non una guerra”.
Tajani alla Farnesina: “Nessun italiano coinvolto, ma la situazione è tesissima”
Alle prime luci dell’alba, Tajani ha riunito alla Farnesina ambasciatori e dirigenti per coordinare la risposta italiana all’attacco israeliano. Al centro dell’attenzione, la sicurezza dei connazionali in Medio Oriente, in particolare in Iran e in Israele. “Non ci sono stati problemi per i nostri concittadini, né in Iran né in Israele”, ha assicurato il ministro, pur confermando che “ci sono state esplosioni anche vicino alla residenza della nostra ambasciatrice a Teheran, Paola Amadei”.
In diretta su Mattino 5, Tajani ha spiegato: “La nostra posizione è quella del dialogo. Ci auguriamo che possa riprendere quanto prima il confronto tra Israele e Iran. La situazione è molto complicata ma non esiste altra soluzione che quella diplomatica”.
Appello all’Iran e a Israele: “Fermatevi”
Nel corso di una giornata intensa di contatti diplomatici, Tajani ha parlato sia con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar sia con il suo omologo iraniano Abbas Araghchi. A entrambi ha rivolto lo stesso appello: “Evitare un’escalation militare che sarebbe devastante per l’intera regione”. Un messaggio ribadito anche ai partner internazionali: nelle stesse ore, Tajani ha avuto colloqui con il direttore dell’Aiea Rafael Grossi e con il ministro degli Esteri dell’Oman, Paese da tempo impegnato come mediatore nella crisi sul nucleare iraniano.
Proprio sul fronte nucleare, Tajani ha reso noto che “non c’è un incremento di radioattività nell’area colpita”, secondo quanto riferito da Grossi dopo gli attacchi israeliani che hanno interessato anche il sito di Natanz. “La situazione – ha spiegato il ministro – è sotto controllo e ci sono buone notizie per quanto riguarda la sicurezza nucleare”.
Meloni riunisce il governo e i servizi segreti
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha deciso di intervenire direttamente sulla crisi, convocando per il pomeriggio una riunione in videoconferenza con i ministri coinvolti e i vertici dell’intelligence. A Palazzo Chigi si valuta l’impatto del conflitto sull’assetto geopolitico globale e sulla sicurezza interna. “Lo scenario non ci ha sorpresi – ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Crosetto – ma non avevamo bisogno di altri fronti in questo periodo”.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, da Lussemburgo, ha annunciato che dopo il vertice con Meloni sarà convocato un Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica: “Non abbiamo il nemico alle porte, ma è fisiologico rafforzare le misure di prevenzione ogni volta che c’è una tensione internazionale di questo tipo”.
Scontro con le opposizioni e disponibilità a riferire in Parlamento
La gestione della crisi ha però acceso anche uno scontro politico. Tajani è finito nel mirino delle opposizioni per alcune dichiarazioni rilasciate a SkyTg24: “Invito l’opposizione a svegliarsi presto la mattina, io ero già qui alle tre e mezza durante l’attacco”. Frasi che hanno suscitato reazioni indignate dal Pd e dal M5S. Di fronte alle proteste, il ministro ha poi assicurato la sua disponibilità a riferire in Parlamento.
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha confermato che Tajani sarà ascoltato già sabato 14 giugno dalla commissione Esteri: “È prioritario che il Parlamento sia informato. Mi auguro che prevalgano il buon senso e la diplomazia”.
Lo spettro di una guerra aperta
L’intervento militare israeliano, denominato Operazione Rising Lion, ha colpito diverse installazioni strategiche in Iran, compreso il sito di arricchimento dell’uranio a Natanz. Tel Aviv fa sapere che non si tratta di un’azione isolata ma dell’inizio di una “guerra che potrebbe durare settimane”. Per Teheran, si tratta di una “dichiarazione di guerra”, come ha dichiarato il ministro della Difesa Aziz Nasirzadeh, promettendo “una risposta schiacciante e dolorosa”.
Italia in prima linea per evitare il peggio
In questo quadro esplosivo, l’Italia si muove nel solco della prudenza e della diplomazia. Tajani ha confermato che manterrà i contatti costanti con le diplomazie di Stati Uniti, Oman e Israele per cercare una de-escalation. L’Unità di crisi della Farnesina resta attiva, con continui aggiornamenti sulla sicurezza dei connazionali. “La nostra priorità è proteggere gli italiani e contribuire a riportare stabilità”, ha ribadito il ministro.
Mentre la tensione in Medio Oriente raggiunge livelli critici, Roma si propone come voce moderata e ponte tra le parti. L’Europa, divisa e silenziosa, osserva. Ma l’Italia ha scelto di parlare.
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