Crisi Israele-Iran, allarme nucleare: l’Italia in prima linea tra diplomazia e misure di sicurezza.
Tensione alle stelle in Medio Oriente. Il governo italiano esprime solidarietà a Israele ma punta alla de-escalation. Crosetto: “Impossibile fermare Israele senza rinuncia iraniana all’atomica”. Massima allerta in Italia su obiettivi sensibili.
Crisi Israele-Iran, allarme nucleare: l’Italia in prima linea tra diplomazia e misure di sicurezza.
Tensione alle stelle in Medio Oriente. Il governo italiano esprime solidarietà a Israele ma punta alla de-escalation. Crosetto: “Impossibile fermare Israele senza rinuncia iraniana all’atomica”. Massima allerta in Italia su obiettivi sensibili.
La guerra tra Israele e Iran è entrata nel suo secondo giorno, ma tutto lascia presagire che la crisi sia ben lontana dal concludersi. A confermarlo è stato oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che riferendo in Parlamento ha dichiarato: «L’operazione militare israeliana, secondo quanto comunicato dal ministro degli Esteri Gden Sàar, appare destinata a durare diversi giorni, se non settimane». Una previsione cupa che accende i riflettori su uno scenario militare e geopolitico sempre più instabile.
Il conflitto è esploso dopo mesi di crescente tensione attorno al programma nucleare iraniano, giudicato da Israele come una minaccia esistenziale. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto al Tg1, ha spiegato con chiarezza la posizione del governo italiano: «Il processo di arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran è in fase avanzata. Questo scontro, annunciato da anni, è drammatico ma inevitabile se non si pone un freno alla corsa dell’Iran verso l’atomica. Senza garanzie di rinuncia al nucleare, sarà impossibile fermare Israele».
Tajani: “L’Iran ha superato la linea rossa”
Tajani ha rilanciato le preoccupazioni di Israele, dichiarando che le accuse mosse da Tel Aviv si basano su «un rapporto indipendente dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, secondo il quale l’Iran ha violato i suoi obblighi e ha oltrepassato la linea rossa nella costruzione dell’arma atomica». Il rischio di una proliferazione nucleare nella regione, secondo il ministro, giustifica le azioni di difesa preventiva di Israele, ma impone anche una forte pressione diplomatica per scongiurare una guerra su larga scala.
Durante una riunione straordinaria alla Farnesina con i vertici della rete diplomatica italiana e gli ambasciatori a Teheran, Tel Aviv e Gerusalemme, il vicepremier ha fatto il punto sull’assistenza ai cittadini italiani nei territori coinvolti, sottolineando che il blocco dello spazio aereo rende complesse eventuali evacuazioni.
L’Italia: pace, ma senza ambiguità
«La linea dell’Italia è chiara: si alla pace, no all’atomica. Nessuna ambiguità di fronte alla minaccia nucleare», ha ribadito Tajani, che ha anche rivelato un dato allarmante ricevuto dall’intelligence israeliana: l’Iran avrebbe potuto accumulare fino a dieci testate atomiche nel giro di sei mesi e oltre duemila missili per lanciarle, «non solo contro Israele».
Nel frattempo, Tajani ha parlato con i colleghi di Germania, Francia, Regno Unito, nonché con i ministri di Iran e Israele. «Sosteniamo l’Oman come mediatore tra Teheran e Washington, ma Teheran deve sapere che l’arma atomica non è un’opzione».
La minaccia iraniana: “Risponderemo su larga scala”
Le fonti militari iraniane, citate dall’agenzia Fars, rilanciano l’avvertimento: la risposta agli attacchi israeliani potrebbe includere non solo i territori controllati da Israele, ma anche le basi americane nella regione. “Gli aggressori saranno colpiti duramente”, affermano le stesse fonti, che non escludono ulteriori escalation anche contro Regno Unito e Francia qualora ostacolassero le operazioni iraniane.
Intanto l’aviazione israeliana ha colpito decine di postazioni di lancio in Iran, mentre si moltiplicano le notizie di vittime civili. L’Iran, dal canto suo, potrebbe essere pronto a lanciare fino a 2.000 missili in risposta.
Massima allerta in Italia: 4.000 obiettivi sotto sorveglianza
Anche in Italia, la tensione è altissima. Il Viminale ha convocato ieri il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il ministro Piantedosi ha confermato che l’attenzione è massima: oltre 4.000 obiettivi sensibili sono sotto sorveglianza, 400 dei quali considerati di massima criticità. Tra questi vi sono sedi diplomatiche, compagnie aeree e le Comunità ebraiche, che hanno già rafforzato i contatti con le forze dell’ordine.
La prefettura di Roma, in contatto con la Comunità ebraica della Capitale, ha garantito il “massimo impegno” per la tutela di persone e infrastrutture.
Meloni: “Impedire che l’Iran abbia l’atomica”
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato un vertice di governo e si è consultata con vari leader internazionali, tra cui Donald Trump, Friedrich Merz, Ursula von der Leyen e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Meloni ha ribadito il sostegno alla sicurezza di Israele e l’urgenza di «impedire che l’Iran possa dotarsi dell’arma nucleare».
In un colloquio con i leader mediorientali, tra cui Arabia Saudita, Giordania, Oman ed Emirati, la premier ha rinnovato l’offerta italiana per ospitare nuovi negoziati, dopo i precedenti round tra Iran e Stati Uniti tenutisi a Roma.
Il Papa: “Nessuno minacci l’esistenza dell’altro”
Dal Vaticano è arrivato un appello di Papa Leone XIV: «Nessuno mai minacci l’esistenza dell’altro. L’impegno per un mondo senza minaccia nucleare deve essere perseguito attraverso il dialogo sincero e la costruzione della pace fondata sulla giustizia e sul bene comune».
La crisi tra Israele e Iran ha ormai assunto i contorni di un conflitto aperto, ma resta uno spiraglio nella diplomazia. L’Italia, insieme ai partner europei, prova a tenere il filo del dialogo. Ma il tempo stringe, e le parole da sole non bastano a disinnescare una guerra che rischia di infiammare tutto il Medio Oriente.
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