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Crisi di Governo, lettera aperta dei Sindaci italiani per convincere Draghi a restare

I primi cittadini uniti per chiedere stabilità, certezze e coerenza

Crisi di Governo, lettera aperta dei Sindaci italiani per convincere Draghi a restare.

Dopo un voto di fiducia andato a buon fine, ma senza l’appoggio dei senatori del Movimento 5 Stelle, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha aperto la crisi di governo. A detta sua, senza l’appoggio di uno dei partiti che ha dato vita a questa maggioranza, non si può continuare.

A conclusione dell’ottantottesimo Consiglio dei Ministri di questo esecutivo, Draghi ha annunciato le dimissioni ai colleghi ministri, ringraziandoli per il lavoro svolto. Tuttavia, la sera stessa, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha respinto le dimissioni del Presidente del Consiglio, auspicando una soluzione parlamentare della vicenda.

A metà week-end, il futuro del Governo è ancora incerto.  All’ipotesi del voto in autunno – un’ombra sullo sfondo paventata dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni -, si alternano gli scenari di una conferma di questo esecutivo e di un rimpasto con Draghi sempre a capo della maggioranza e il Movimento 5 Stelle all’opposizione.

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La lettera aperta dei Sindaci italiani

Le iniziative messe in campo in questi giorni a favore di una continuità sono diverse. Tra queste spicca una lettera aperta sottoscritta da diversi Sindaci italiani. Questi primi cittadini hanno usato toni anche piuttosto duri, convinti che le loro città “non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà”.

Nella lettera si reclamano “stabilità, certezze e coerenza” al Parlamento, e chiedono “a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni”.

L’appello è stato sottoscritto, tra gli altri, dai Sindaci Antonio Decaro (Bari), Roberto Gualtieri (Roma), Beppe Sala (Milano), Matteo Lepore (Bologna), Luigi Brugnaro (Venezia), Marco Bucci (Genova), Stefano Lo Russo (Torino), Dario Nardella (Firenze) e Giorgio Gori (Bergamo).

Il testo integrale dell’appello

Di seguito il testo della lettere aperta scritta dai Sindaci italiani sulla crisi di Governo:
“Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà.
Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio.
Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo.
Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni.
Queste forze, nel reciproco rispetto, hanno il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale per la vita delle famiglie e delle imprese italiane. Se non dovessero farlo si prenderebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e davanti alle future generazioni.
Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia”.

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