Caso Ilaria Salis, Meloni chiama Orban. Il padre dell’attivista: «Ottima notizia»
Italia in pressing sui domiciliari
Caso Ilaria Salis, Meloni chiama Orban. Il padre dell’attivista: «Ottima notizia».
Diventano un caso le condizioni di detenzione di Ilaria Salis, l’italiana di 39 anni in carcere a Budapest perché accusata di aver aggredito due estremisti di destra e portata a processo in catene.
In vista del Consiglio Ue straordinario del 1 febbraio, secondo quanto si apprende, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro ungherese Victor Orban. Nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, la premier ha portato all’attenzione di Orban il caso della militante antifascista, facendo seguito alle iniziative diplomatiche già avviate a partire dal 22 gennaio del vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani con il suo omologo ungherese Peter Szijjarto.
La Farnesina chiede all’Ungheria misure alternative alla detenzione in carcere. Tutto questo mentre il servizio penitenziario ungherese parla di «falsità» sulle condizioni di detenzione, mentre il Ministro Tajani riferisce di aver saputo solo ieri delle manette a mani e piedi. Il vicepremier ha aggiunto: «Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente»
Il Ministro Lollobrigida ha sostenuto, invece, di non aver visto le foto della 39enne ammanettata: «Vado a vederle. Non commento cose che non ho visto».
Sul caso tutte le opposizioni hanno chiesto un’informativa urgente della premier.
«Sta crescendo un’onda per cercare di screditare le azioni di mia figlia». Roberto Salis, padre di Ilaria, ha parlato così al podcast “Metropolis” di Repubblica. «Stanno girando foto di un reato commesso in Ungheria per cui mia figlia non è accusata» ha aggiunto, sottolineando che adesso «la cosa più importante di tutte è individuare quello che è il piano per arrivare ai domiciliari in Italia e per levarla da una situazione insostenibile per poi fare il processo in condizioni umane». «Credo che l’Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria», ha detto Roberto Salis.
Nelle scorse ore, su istruzioni del Ministro degli Esteri Tajani, l’Ambasciatore Riccardo Guariglia, il segretario generale della Farnesina, ha convocato al Ministero l’incaricato d’Affari della Repubblica di Ungheria.
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