Caso Almasri: la vicenda apre un dibattito a livello internazionale. La politica italiana si divide, ministro Piantedosi “rilasciato per ragioni di sicurezza”
Il ministro Piantedosi spiega in Senato il caso di Osama Almasri, accusato di crimini contro l'umanità e rimpatriato in Libia. Opposizioni e Corte Penale Internazionale chiedono chiarimenti.
Caso Almasri: la vicenda apre un dibattito a livello internazionale. La politica italiana si divide, ministro Piantedosi “rilasciato per ragioni di sicurezza”
Il caso Almasri, che coinvolge il comandante della polizia giudiziaria libica accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, ha provveduto ad accendere un dibattito in Italia e a livello internazionale. La vicenda, iniziata con l’arresto a Torino di Osama Almasri Njeem su richiesta della Corte Penale Internazionale (CPI), si è conclusa con la sua scarcerazione e il rimpatrio in Libia, sollevando domande su responsabilità istituzionali, errori procedurali e scelte politiche.
Arresto e scarcerazione
Il 18 gennaio scorso, Almasri è stato arrestato a Torino, dove si trovava per assistere a un incontro calcistico. Il mandato di cattura internazionale, emesso dalla CPI, lo accusava di diversi crimini, tra cui torture, stupri e omicidi perpetrati nei lager per migranti di Mitiga. Tuttavia, entro 96 ore dall’arresto, la Corte d’Appello di Roma non convalida il fermo per un vizio procedurale: mancava la comunicazione con il Ministero della Giustizia, necessario interlocutore con la CPI.
Di conseguenza, Almasri è stato scarcerato e immediatamente espulso dall’Italia, come confermato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Quest’ultimo ha spiegato che il rimpatrio è avvenuto “per ragioni di urgenza e sicurezza, vista la pericolosità del soggetto“. Almasri è stato dunque trasferito a Tripoli su un volo di Stato italiano.
Tutela della sicurezza nazionale
In Parlamento, il ministro Piantedosi ha difeso l’operato del governo, ribadendo che l’espulsione era la misura più appropriata per tutelare la sicurezza nazionale, data l’impossibilità di trattenere Almasri. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha sottolineato che il mancato coordinamento tra le istituzioni e la CPI ha reso impossibile la convalida dell’arresto, un aspetto contestato duramente dalle opposizioni.
Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha difeso l’autonomia dell’Italia, affermando: “Non siamo sotto scacco di nessuno. Siamo un Paese sovrano e facciamo le nostre politiche nel rispetto del diritto“. Tuttavia, Tajani ha aggiunto che i “vizi procedurali non si sanano con scelte politiche”, alludendo a possibili lacune istituzionali nella gestione del caso.
Il pensiero dell’opposizione: le critiche al governo
Le opposizioni hanno espresso forti critiche al governo, accusandolo di aver adottato una decisione politica per favorire il rimpatrio di Almasri, a scapito della giustizia internazionale. Riccardo Magi (+Europa) ha definito la vicenda un “blitz politico”, mentre Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) ha parlato di una “vergogna di Stato”. Anche la segretaria del PD, Elly Schlein, ha chiesto un chiarimento diretto dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Non è possibile che non ci fosse un coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi. Meloni spieghi perché ha permesso che un trafficante di esseri umani fosse liberato e accompagnato in Libia con un aereo di Stato“.
Il comunicato della Corte Penale Internazionale e i prossimi sviluppi
La CPI ha emesso un comunicato ufficiale in cui ricostruisce la vicenda e contesta l’operato delle autorità italiane. La Corte ha sottolineato che il rilascio e il rimpatrio di Almasri sono avvenuti senza preavviso o consultazione, violando gli obblighi internazionali previsti dallo Statuto di Roma. “La cooperazione piena degli Stati Parti è fondamentale per garantire giustizia in casi di crimini contro l’umanità“, si legge nella nota.
La prossima settimana il ministro Piantedosi riferirà nuovamente in Parlamento, e le opposizioni chiedono la presenza del ministro della Giustizia Nordio e della Presidente del Consiglio.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano