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Calderone: «Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato»

Riunione Lollobrigida-Calderone: «Possibili modifiche al dl agricoltura»

Calderone: «Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato».

«Abbiamo avuto un incontro con i rappresentanti delle associazioni datoriali e sindacali del mondo agricolo per ragionare insieme su quelli che sono gli interventi già fatti dal governo e quelli che saranno fatti, ma per prima cosa dire in modo chiaro, netto e senza possibilità di fraintendimenti, che lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato». Lo afferma la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in conferenza stampa dopo la riunione con le rappresentanze sindacali e datoriali convocata a seguito della morte di Satnam Singh, il bracciante che ha perso la vita a Latina dopo esser stato abbandonato col braccio amputato.

«Non possiamo non ricordare e condannare – aggiunge la ministra – quanto è successo a Cisterna di Latina al cittadino indiamo Satnam Singh, che ha perso la vita durante un’attività lavorativa che era totalmente irregolare, ma ancora di più che ha perso la vita perché non è stato soccorso e c’è chi ha pensato di abbandonarlo senza prestargli nessuna umana assistenza in un momento gravissimo in cui gravissime erano le ferite che aveva riportato».

«Potenzieremo la rete agricola di qualità perché il contrasto al lavoro sommerso e al capolarato passa anche per il sostegno di chi invece, con difficoltà ma con grande senso di partecipazione civile, gestisce regolarmente le proprie attività», ha detto ricordando che sono solo 6 mila le imprese iscritte. In particolare «il sistema informativo per la lotta al caporalato in agricoltura ci consente di mettere strutturalmente al servizio di un’attività sinergica di contrasto tutto ciò che il ministero del Lavoro, il ministero dell’Agricoltura, l’Ispettorato del Lavoro, i Carabinieri del nucleo di tutela del lavoro, Inps e Inail e tutti i soggetti che si occupano dei lavoratori in Italia ci possono fornire come basi dati», ha aggiunto Calderone.

Calderone Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato

Il decesso di un operaio «per colpa di un criminale» non deve portare a criminalizzare tutte le imprese agricole. Sono le parole del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante la conferenza stampa al termine della riunione tenutasi con la ministra del Lavoro Calderone e con le rappresentanze sindacali e datoriali, a seguito della morte del bracciante indiano Satnam Singh. «In queste situazioni può accadere che ci sia una criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Può capitare quindi che si criminalizzi, di fronte a episodi gravi come quello di Latina, anche tutte le imprese agricole», ha detto Lollobrigida sottolineando che «queste morti non dipendono da imprenditori agricoli. Dipendono da criminali», citando poi un atto vandalico ai danni di un’associazione agricola in Lombardia.

Intanto è stata effettuata nel pomeriggio di ieri all’ospedale San Camillo di Roma l’autopsia sul corpo di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni morto dopo esser stato abbandonato, senza un braccio, davanti casa, dal proprietario dell’azienda dove lavorava in nero a Latina. L’esito dell’esame sarà utile a stabilire se, nel caso in cui i soccorsi fossero stati chiamati subito, invece di lasciarlo davanti la sua abitazione con l’arto destro amputato e poggiato dentro una cassetta per gli ortaggi, vicino alla spazzatura, l’uomo si sarebbe potuto salvare. Satnam, per il ritardo nella chiamata dei soccorsi, è rimasto a lungo con il braccio amputato e ha perso molto sangue.

Nel frattempo, è stato disposto il sequestro del macchinario e dell’area all’interno dell’azienda dove si è verificato l’incidente, mentre i carabinieri del comando provinciale di Latina stanno ascoltando in queste ore gli altri braccianti per ricostruire con esattezza i fatti. L’inchiesta, coordinata dal procuratore di Latina Giuseppe De Falco e dal pubblico ministero Marina Marra, punta a chiarire alcuni punti ancora oscuri. L’unico indagato risulta Antonello Lovato, 37 anni, titolare insieme al padre dell’azienda agricola di famiglia.

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