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Bologna, la vicesindaca Emily Clancy risponde ai manifesti “Pro Vita”

10 ottobre

Bologna, la vicesindaca Emily Clancy risponde ai manifesti “Pro Vita”.

Anche a Bologna sono apparsi i manifesti del Movimento Pro Vita e la vicesindaca Emily Clancy ha rilasciato una dichiarazione in merito: “I manifesti diffusi sul territorio nazionale dal Movimento Pro Vita, rivolti contro una fantomatica teoria “gender”, come altri apparsi negli scorsi mesi in tema di aborto, non sono rappresentativi del sentire dell’Amministrazione e appaiono su bacheche comunali poiché seguono un iter autorizzativo che non prevede un controllo preventivo. Tuttavia troviamo che siano lesivi della dignità, delle libertà politiche e della libera espressione di genere, che propongano stereotipi inaccettabili e diffondano idee discriminatorie.”
Come Amministrazione abbiamo richiesto un parere legale per procedere all’eventuale rimozione, in caso di interpretazione positiva.
In particolare, la Legge n. 156 del 9.10.2021 (“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, recante disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali) inserisce all’art. 1 comma 4, il comma 4 bis che modifica così il Decreto infrastrutture: “È vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”.

Pur se manchevole di decreti attuativi, come da successivo comma, riteniamo che il divieto indicato dalla normativa vigente sia una norma proibitiva, che introduce un divieto legale riferito ad una attività che viene ritenuta illecita, più precisamente un illecito amministrativo sanzionato ai sensi del successivo comma 11 con una somma da € 430 a € 1.731.

Ugualmente ci stiamo ponendo il tema di come inserire correttivi agli attuali regolamenti comunali in materia di pubbliche affissioni affinché non si debbano ripetere episodi di questo tipo.
I nostri regolamenti prevedono già l’adesione al Codice di Autodisciplina Pubblicitaria messo a punto dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria – IAP al quale abbiamo già provveduto a segnalare le affissioni“.

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