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CAMBIA LINGUA

A MILANO LE FAMIGLIE ARCOBALENO ESISTONO

A Palazzo Marino, la casa dei milanesi, il Sindaco del Comune di Milano, Giuseppe Sala, ha compiuto un decisivo passo in avanti per i diritti civili: è stato infatti riconosciuto a un totale di nove bambini di essere figli di due mamme, nove bambini distribuiti in quattro famiglie ora sono per l’anagrafe di Milano non più figli della sola madre biologica ma di una coppia di donne.

La firma degli atti arriva in un momento particolare per l’Italia: il governo guidato dal Professor Giuseppe Conte con Lega e Movimento 5 Stelle ha appena ricevuto la fiducia del Senato della Repubblica prima e della Camera dei Deputati poi solo a pochi giorni di distanza dalle dichiarazioni del Ministro Fontana che, in qualità di Ministro della Famiglia, aveva dichiarato l’inesistenza delle famiglie arcobaleno. Questo cambiamento arriva anche pochi mesi dopo che il Presidente della Regione Lombardia, l’altro Fontana, aveva deciso di non patrocinare il gay pride affermando che fosse una manifestazione divisiva.

Arriva quindi in un contesto nazionale e regionale complesso l’atto del Sindaco Sala che in un post su Facebook scrive Ho fatto questa scelta perché intendo tutelare i diritti di tutte le famiglie, di tutti i genitori e di tutti i bambini che nascono nella nostra città. Su Twitter invece spiega come le istituzioni vengano ricoperte dalle singole persone temporaneamente mentre lo spirito di Milano è molto più duraturo con le parole In questo giorno di gioia vera sono qui come Sindaco, ricoprendo un ruolo istituzionale che ha un termine. Ciò che non è pro tempore invece è lo spirito di Milano, una città che oggi riconosce i vostri diritti.

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Subito dopo le firme degli atti il Sindaco del Comune di Milano ha spiegato come questa scelta sia non solo un messaggio politico ma anche la volontà di molti milanesi e la rappresentazione dello spirito della città stessa di Milano “che vuole essere una città aperta contemporanea e che vuole riconoscere i diritti di tutti”.

Articolo di Daniel Bidussa

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