Denisa Paun, il giallo risolto: la escort scomparsa uccisa da una guardia giurata.
Il corpo della 30enne, scomparsa il 15 maggio da Prato, è stato trovato in un roveto a Montecatini Terme. Vasile Frumuzache ha confessato: “Mi ricattava, per questo l’ho uccisa”.
Denisa Paun, il giallo risolto: la escort scomparsa uccisa da una guardia giurata.
Il corpo della 30enne, scomparsa il 15 maggio da Prato, è stato trovato in un roveto a Montecatini Terme. Vasile Frumuzache ha confessato: “Mi ricattava, per questo l’ho uccisa”.
La scomparsa di Maria Denisa Paun, nota nel mondo del sex work come Adas, si è tragicamente conclusa nel peggiore dei modi. Il suo corpo, martoriato e nascosto in un trolley, è stato rinvenuto mercoledì 4 giugno in un roveto nei pressi di un casolare abbandonato a Montecatini Alto, in provincia di Pistoia. La giovane escort, romena, 30 anni, era sparita nella notte tra il 15 e il 16 maggio scorsi dopo essere partita da Roma per raggiungere Prato, dove aveva fissato alcuni appuntamenti con clienti.
A distanza di tre settimane, il caso ha subito una svolta drammatica: Vasile Frumuzache, 32enne connazionale della vittima, guardia giurata, sposato e padre di due figli, ha confessato l’omicidio. Arrestato con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ha ammesso di aver ucciso Denisa perché lo stava “ricattando” e minacciava di rivelare alla moglie la loro relazione a pagamento, chiedendo in cambio 10mila euro.
La ricostruzione dell’orrore
Secondo la confessione di Frumuzache, l’uomo si è recato la sera del 15 maggio al residence in via Ferrucci a Prato, dove Denisa alloggiava da tre giorni. Le immagini delle telecamere di sorveglianza lo mostrano arrivare alle 22:50 con un borsone nero. Rimane all’interno della stanza 101 per circa due ore e un quarto. Alle 1:05 del 16 maggio viene ripreso mentre esce trascinando il trolley bianco di Denisa. Dentro, secondo la ricostruzione della Procura, c’era già il cadavere della giovane donna.
L’uomo ha raccontato di averla strangolata dopo un rapporto sessuale, poi decapitata con un coltello. La testa sarebbe stata poi bruciata la mattina seguente nel giardino della sua abitazione a Monsummano Terme, utilizzando benzina e legna. Il resto del corpo, chiuso nella valigia, è stato abbandonato in un’area impervia nei pressi di Montecatini Terme, raggiungibile solo a piedi tramite una mulattiera.
Il ritrovamento del corpo
Il cadavere di Denisa è stato scoperto durante un sopralluogo congiunto della Procura di Prato, i Carabinieri del Ros e del Gis, i reparti investigativi di Prato e Firenze e i Vigili del Fuoco. L’attività investigativa ha ricostruito ogni movimento dell’indagato grazie alle telecamere, ai tabulati telefonici e al tracciamento GPS installato sulla Volkswagen Golf dell’uomo. Proprio l’analisi dei tracciati ha permesso di localizzare l’area di Montecatini dove la donna è stata abbandonata.
Vicino al corpo è stato rinvenuto anche il trolley, seminascosto tra i rovi. Un dettaglio che conferma l’ipotesi secondo cui Denisa sarebbe stata uccisa altrove e poi trasportata sul luogo in cui è stata occultata.
Le ultime ore di Denisa
Denisa, originaria della Romania, risiedeva a Roma ma si spostava in diverse città per motivi legati alla sua attività di escort, pubblicizzata su piattaforme online. Secondo i tabulati telefonici, la notte del 15 maggio aveva parlato con la madre intorno alle 23:30 e poco dopo aveva avuto due conversazioni con Frumuzache. Quelli sono stati gli ultimi contatti noti prima che il suo cellulare venisse spento.
Testimonianze successive hanno riferito che Denisa, quella sera, appariva molto agitata. Una barista di Prato ha raccontato di averla sentita dire in romeno: “Se mi vede, mi ammazza”. La madre, Maria Cristina Paun, aveva denunciato la scomparsa il 17 maggio, ma non aveva subito riferito alcuni contatti ricevuti, inclusa una chiamata sospetta da un avvocato calabrese che le aveva parlato di un presunto sequestro da parte di una banda criminale romena.
Un femminicidio efferato
La morte di Maria Denisa Paun è l’ennesimo femminicidio consumato nel silenzio e nell’ombra della doppia marginalizzazione: quella di essere donna e sex worker. La brutalità del gesto, l’occultamento del corpo, la decapitazione e l’incendio della testa rendono questa vicenda particolarmente agghiacciante.
Nei prossimi giorni verrà effettuata l’autopsia sul corpo della giovane per accertare le cause della morte e confermare la dinamica raccontata dal killer. Il lavoro degli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Luca Tescaroli, proseguirà per verificare eventuali responsabilità collaterali, comprese quelle di soggetti che potrebbero aver coperto o agevolato l’omicida.
Nel frattempo, la comunità romena e non solo piange l’ennesima vittima di violenza brutale. Il corpo di Denisa, tolto alla vista pubblica tra i rovi, oggi diventa simbolo di una vita spezzata e di un dolore che non potrà più essere nascosto.
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