Pescara, smantellato maxi “supermercato della cocaina”: 15 misure cautelari contro due famiglie dello spaccio
Custodia in carcere, domiciliari e obblighi di firma: i Carabinieri scoprono un hub attivo giorno e notte in una palazzina di Via Aldo Moro
Pescara, smantellato maxi “supermercato della cocaina”: 15 misure cautelari contro due famiglie dello spaccio
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Pescara hanno dato esecuzione a un’importante ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di 15 indagati, tutti ritenuti responsabili di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.
Le misure applicate sono così suddivise: 7 custodie cautelari in carcere, 4 arresti domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla P.G. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pescara, ha permesso di far emergere un sistema di spaccio strutturato, gestito da due famiglie residenti nella stessa palazzina popolare di Via Aldo Moro, nel quartiere San Donato.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, le due famiglie avevano realizzato una vera e propria attività di smercio al dettaglio di cocaina, strutturata come un supermercato della droga capace di servire centinaia di clienti ogni giorno. Le abitazioni erano controllate costantemente:
almeno una persona del nucleo familiare presidiava gli ingressi in modo continuativo, svolgendo un’attività di vigilanza attenta e ininterrotta.
Grazie alle microcamere di sorveglianza installate ai piani dell’edificio, è emerso un flusso continuo di acquirenti, di giorno e di notte, che accedevano ai due “negozi dello spaccio” con modalità consolidate. Un sistema collaudato che prevedeva: verifica scrupolosa dell’identità dell’acquirente, protocolli rigidi per l’accesso, controlli incrociati per evitare infiltrazioni e rotazione fluida dei ruoli tra i membri della famiglia.
Le indagini hanno evidenziato una gestione condivisa dell’attività illecita, spesso suddivisa tra coniugi, genitori e figli, con grande flessibilità operativa. Gli investigatori hanno documentato:
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transazioni iniziate da un componente e completate da un altro,
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supporto reciproco nella gestione delle criticità (pagamenti, clienti, approvvigionamenti),
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spostamento rapido della droga in caso di controlli o perquisizioni,
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tutela degli interessi economici con metodi tipici di un’impresa organizzata.
L’attività di sorveglianza, condotta anche mediante intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti, ha consentito di individuare cinque distinti canali di rifornimento dello stupefacente, dislocati tra Pescara e Montesilvano. I fornitori – anch’essi raggiunti dalle misure cautelari – garantivano un flusso continuo di cocaina, più volte al giorno, necessario per sostenere l’elevatissimo volume dello spaccio. Le complesse indagini tecniche hanno inoltre mostrato una piena consapevolezza, da parte degli indagati, dei metodi investigativi utilizzati dalle forze dell’ordine. Sono stati rilevati:
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uso di app di messaggistica crittografate,
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ricorso a SIM intestate a soggetti estranei,
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codici comunicativi non verbali consolidati nel tempo,
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strategie mirate per sfuggire alle intercettazioni.
Un apparato di protezione che testimonia il livello di organizzazione del sodalizio familiare.
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