Delitto di Garlasco, l’impronta di Andrea Sempio riapre il caso Chiara Poggi.
Una nuova perizia attribuisce a Sempio un’impronta trovata vicino al corpo di Chiara. Interrogati anche Stasi e Marco Poggi. Le indagini puntano a riscrivere la verità sull’omicidio del 2007.
Delitto di Garlasco, l’impronta di Andrea Sempio riapre il caso Chiara Poggi.
Una nuova perizia attribuisce a Sempio un’impronta trovata vicino al corpo di Chiara. Interrogati anche Stasi e Marco Poggi. Le indagini puntano a riscrivere la verità sull’omicidio del 2007.
Chiara Poggi, 26 anni, viene trovata senza vita nella villetta di famiglia. A distanza di quasi 18 anni, il caso che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana torna a far parlare di sé per un potenziale colpo di scena investigativo: una nuova perizia ha attribuito ad Andrea Sempio un’impronta trovata sulla scena del crimine, precisamente sul muro delle scale che portano alla taverna, accanto al corpo della giovane.
L’indizio, classificato all’epoca come “papillare 33”, era stato repertato ma mai identificato con precisione. Le tecnologie dell’epoca non consentirono di trarre conclusioni affidabili, e i test ematici allora effettuati (il combur test e l’OBTi) non rilevarono tracce certe di sangue. Oggi, però, con l’ausilio delle moderne tecniche dattiloscopiche, quell’impronta è ritenuta compatibile con il palmo della mano di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, Marco Poggi.
La posizione di Andrea Sempio
Andrea Sempio, oggi unico indagato nella riapertura del caso, non si è presentato in Procura a Pavia per l’interrogatorio previsto. I suoi legali, Massimo Lovati e Angela Taccia, hanno giustificato la scelta con una “carenza procedurale” nell’avviso a comparire: mancava infatti l’avvertimento previsto dall’articolo 375, comma 3, lettera D del codice di procedura penale. “Abbiamo deciso ieri con Andrea di non presentarci”, ha spiegato Lovati, precisando che ora si attende una nuova convocazione. In caso di ulteriore assenza, potrebbe scattare l’accompagnamento coattivo.
Nel frattempo, la legale Angela Taccia ha affidato ai social messaggi criptici e simbolici come “Guerra dura senza paura” e dichiarazioni d’amore al Codice di Procedura Penale, alimentando il clamore mediatico intorno alla vicenda.
Il ruolo di Alberto Stasi
Parallelamente, si è svolto l’interrogatorio di Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Oggi in regime di semilibertà, Stasi è stato sentito come “teste assistito” – ovvero una figura che può rispondere, ma è stata già giudicata in un procedimento connesso. Il suo interrogatorio, durato quasi due ore e mezza, è stato descritto come sereno e collaborativo. “Ha risposto a tutte le domande”, ha riferito il suo avvocato, Antonio De Rensis, che ha aggiunto: “Abbiamo sempre avuto fiducia nella magistratura. C’è un’indagine seria e razionale in corso. Vediamo dove ci porterà”.
Stasi non avrebbe mai conosciuto Sempio, secondo quanto ribadito dal suo difensore.
Marco Poggi: fratello di Chiara e testimone
Contemporaneamente, a Mestre, è stato sentito anche Marco Poggi, fratello della vittima, oggi residente in Veneto. “Ha risposto serenamente alle domande”, ha dichiarato il legale Francesco Compagna, precisando che Marco conserva una lunga amicizia con Sempio e continua a ritenerlo estraneo ai fatti.
Le piste alternative: le gemelle Cappa e la borsa pesante
Nelle ultime settimane, nuovi elementi sono emersi anche grazie a inchieste giornalistiche, in particolare dalla trasmissione Le Iene. Una testimone, citata dalla madre di Andrea Sempio, avrebbe riferito di un litigio tra Chiara e una delle sue cugine, Stefania Cappa, il giorno prima dell’omicidio. Tuttavia, la presunta testimone ha successivamente negato di aver mai fatto simili dichiarazioni.
Un altro “supertestimone”, intervistato sempre da Le Iene, ha raccontato di aver provato a informare l’avvocato della famiglia Poggi circa elementi sospetti riguardanti le cugine Cappa, ma che la risposta fu che “non si poteva sovrapporre un’altra pista all’indagine su Stasi”. Questo testimone ha anche riferito di aver visto una delle cugine trasportare una borsa pesante e gettarla in un fosso proprio il giorno dell’omicidio.
Il clamore mediatico: Corona e la folla in tribunale
Il caso ha nuovamente acceso l’attenzione dei media. A Pavia, fuori dal tribunale, una folla di oltre 150 persone – tra cronisti, curiosi e passanti – si è radunata nel giorno degli interrogatori.
A 18 anni dalla morte di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco torna a vivere nelle aule giudiziarie e nel dibattito pubblico, alimentato da nuove prove scientifiche, testimonianze rivisitate e una crescente pressione mediatica. L’attribuzione a Sempio dell’impronta sulla scena del crimine potrebbe rappresentare un punto di svolta. Ma la strada per una nuova verità giudiziaria è ancora lunga, incerta e tutta da scrivere.
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