Caso Garlasco, incidente probatorio: nessuna traccia di sangue nelle impronte
A Milano i consulenti mettono sotto la lente le impronte chiave, ma emerge un nodo: l’intonaco con l’impronta 33 non è reperibile e nessun sangue è stato trovato
Caso Garlasco, incidente probatorio: nessuna traccia di sangue nelle impronte
In un clima di attesa e tensione, la nuova fase dell’incidente probatorio sul caso di Chiara Poggi — uccisa a Garlasco nel 2007 — si è aperta questa mattina negli uffici della Polizia Scientifica di Milano, sotto lo sguardo attento di pm, consulenti e legali delle parti. Dai primi rilievi emergono dettagli già significativi: non è stato rinvenuto sangue su nessuna delle 18 impronte analizzate, tra le quali quella rilevata sulla porta d’ingresso della villetta, un elemento che rischia di indebolire la ricostruzione fatta nei primi anni del processo.
Il punto più critico resta però l’assenza del frammento di intonaco prelevato all’epoca vicino alla scala, sul quale era stata isolata l’“impronta 33”, attribuita ad Andrea Sempio — amico del fratello della vittima e unico indagato oggi. Quel reperto, ambito dai consulenti per prelevare possibili tracce di DNA, non risulta tra quelli repertati né in Questura né tra i materiali portati a Milano.
Unica novità positiva: gli esperti hanno scoperto che alcune impronte erano conservate su fogli di acetato anziché su fascette para-adesive, sollevando però dubbi tecnici rispetto alla conservazione del materiale biologico. Il consulente della famiglia Poggi ha evidenziato come questa scelta possa aver compromesso la qualità della traccia, mentre la difesa di Sempio ritiene i reperti comunque in condizioni accettabili.
Il maxi incidente probatorio proseguirà nei prossimi giorni, con analisi più approfondite su altre 12 impronte — tra cui quelle repertate dalla spazzatura e il famoso reperto 97F — e approfondimenti tecnici su tamponi, scarpe e oggetti ritenuti rilevanti. È stata confermata la presenza dei periti di entrambe le parti, tra cui gli esperti genetisti e dattiloscopici nominati dal gip (Giudice per le indagini preliminari) di Pavia, Daniela Garlaschelli, e il generale Garofano per la difesa, che si sono soffermati sulle implicazioni scientifiche legate alla conservazione e leggibilità dei reperti.
Il “calendario forense” prevede che le audizioni continuino almeno per una settimana, ma il grosso dei sopralluoghi si concentrerà sul confronto tra i campioni estratti — in particolare l’impronta 97F, tornata al centro del dibattito — e il DNA di Sempio come avvenuto già nell’analisi delle unghie di Chiara. Una partita giudiziaria che punta a riscrivere ricostruzioni vecchie di 18 anni, in un contesto ora irrigidito dal nodo scientifico e legale che grava sul reperto mancante.
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