Duplice infanticidio a Parma, perizia psichiatrica su Chiara Petrolini.
La Corte d’Assise di Parma accoglie la richiesta della difesa e dispone una perizia psichiatrica su Chiara Petrolini, accusata del duplice omicidio dei figli neonati. A settembre l’udienza con i primi testimoni.
Duplice infanticidio a Parma, perizia psichiatrica su Chiara Petrolini: “Il processo deve chiarire chi è, non solo cosa ha fatto”.
La Corte d’Assise dispone una perizia per valutare la capacità di intendere e volere della giovane imputata. Il processo entrerà nel vivo a settembre, con l’audizione dei primi testimoni.
Parma, 29 giugno 2025 – Si è conclusa con una decisione delicata e significativa la prima udienza del processo a carico di Chiara Petrolini, la giovane accusata del duplice omicidio premeditato dei propri figli neonati e della soppressione dei loro cadaveri. La Corte d’Assise di Parma, presieduta dal giudice Alessandro Conti, ha stabilito che sarà disposta una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e volere dell’imputata all’epoca dei fatti, oltre che la sua eventuale pericolosità sociale.
Il conferimento dell’incarico ai periti – che saranno nominati fuori udienza – avverrà il prossimo 15 settembre, data in cui saranno ascoltati anche i primi testimoni del dibattimento. Una tappa chiave in un procedimento giudiziario che si preannuncia complesso e drammaticamente delicato.
Il cuore del processo: chi è Chiara Petrolini?
“La domanda principale cui questo processo deve rispondere non è solo cosa ha fatto Chiara Petrolini, ma chi sia Chiara Petrolini.” È con queste parole che l’avvocato Nicola Tria, difensore della giovane imputata, ha aperto la propria linea difensiva, insistendo sulla necessità di comprendere i comportamenti della ragazza nel periodo che ha preceduto gli eventi. Un’impostazione che punta l’attenzione sulla condizione psicologica e sulla struttura della personalità dell’imputata.
Tria ha ricordato che esistono già due perizie contrastanti: secondo quella dell’accusa, la ragazza era pienamente capace di intendere e volere; quella della difesa, invece, ne sostiene l’incapacità, facendo riferimento a un disturbo della personalità con stato dissociativo, diagnosticato da uno psichiatra che l’avrebbe seguita sin dai primi momenti dopo l’arresto.
L’accusa: “Nessuna traccia di patologia”
La pubblica ministera Francesca Arienti, pur non opponendosi alla richiesta di perizia, ha espresso perplessità sulla necessità immediata dell’accertamento. Secondo l’accusa, non ci sono elementi nella cartella clinica di Chiara Petrolini – né psichiatrici né psicologici – che possano far pensare a un disturbo mentale.
“Non c’è nulla nella storia clinica dell’imputata che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica” – ha dichiarato la Pm – “ma comprendo la ragione per cui si chiede di indagare la sua mente: capire come sia possibile che una persona uccida per due volte, a distanza di un anno, i propri figli neonati”.
La pubblica accusa ha inoltre anticipato che, attraverso le testimonianze, emergerà un ritratto della giovane come una ragazza modello, senza segnali pregressi di disagio mentale.
L’imputata in aula: 22 anni a luglio, sotto arresti domiciliari
Chiara Petrolini, che compirà 22 anni a luglio, è arrivata in tribunale a bordo di un’auto dei Carabinieri con oltre un’ora di anticipo sull’udienza. Attualmente si trova agli arresti domiciliari nella villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo, dove – secondo le indagini – avrebbe partorito e occultato i corpi dei suoi due figli, nati nel 2023 e nell’estate del 2024, a oltre un anno di distanza l’uno dall’altro.
In aula erano presenti anche i genitori di Chiara, accolti con affetto da un gruppo di amici fuori dal palazzo di giustizia. Presente anche Samuel Granelli, fidanzato della giovane e padre dei due neonati, costituito parte civile insieme ai suoi genitori. Il giovane era accompagnato dalla sua legale, Monica Moschioni.
Il contesto e la scena processuale
Il giudice Conti ha autorizzato i fotografi a scattare immagini solo nei primi cinque minuti dell’udienza, mentre la difesa ha negato il consenso a essere ripresa. Il clima in aula è apparso teso ma composto, in un contesto dove dolore e interrogativi etici si intrecciano con le procedure giuridiche.
Prossime tappe: verso il dibattimento
Il prossimo appuntamento in aula è fissato per il 15 settembre, giorno in cui verranno conferiti formalmente gli incarichi peritali e ascoltati i primi testimoni. A partire da quella data, il processo entrerà nel vivo, con l’obiettivo di ricostruire nel dettaglio i tragici eventi e, soprattutto, fare luce sulla personalità e sullo stato mentale di una giovane donna al centro di un caso che ha scosso l’opinione pubblica.
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