Bagheria e Villabate, smantellata banda di ladri d’auto: sette arresti per furti ed estorsioni con il metodo del “cavallo di ritorno”
I Carabinieri del Gruppo di Monreale hanno arrestato sette persone accusate di furti di auto e moto, estorsioni e spaccio di droga. L’indagine ha ricostruito un sistema criminale basato sulla restituzione dei veicoli rubati dietro pagamento di somme di denaro.
Bagheria e Villabate, smantellata banda di ladri d’auto: sette arresti per furti ed estorsioni con il metodo del “cavallo di ritorno”.
I Carabinieri del Gruppo di Monreale, con il supporto del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bagheria e delle Stazioni territoriali, hanno smantellato una banda dedita ai furti di auto e moto e alle successive estorsioni ai danni dei proprietari, attuate con il metodo del cosiddetto “cavallo di ritorno”.
All’alba del 6 novembre, nei comuni di Bagheria, Ficarazzi e Villabate, i militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di sette persone ritenute responsabili, a vario titolo, di furto ed estorsione aggravati in concorso, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Altre otto persone risultano indagate in stato di libertà.
L’attività investigativa, avviata nel secondo semestre del 2024 dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Bagheria, ha permesso di disarticolare un sodalizio criminale di giovani italiani attivi tra la costa di Aspra e Mongerbino e l’hinterland palermitano.
Grazie a intercettazioni, pedinamenti, controlli stradali e attività tecniche, i Carabinieri hanno ricostruito 10 episodi di furto, 4 estorsioni consumate, 2 tentate estorsioni, 2 casi di ricettazione e 3 episodi di cessione di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish).
Il modus operandi: il “cavallo di ritorno”
Le indagini hanno fatto emergere un meccanismo delittuoso ben collaudato: dopo aver rubato le auto o le moto, i malviventi contattavano le vittime attraverso profili social falsi, chiedendo una somma di denaro tra 200 e 800 euro per restituire il mezzo.
Le trattative avvenivano interamente online, e una volta ottenuto il pagamento, gli estorsori fornivano le indicazioni precise del luogo dove la vettura o il motociclo poteva essere ritrovato.
Molte delle denunce erano state sporte da cittadini che, dopo aver subito il furto, comunicavano ai Carabinieri il rinvenimento “miracoloso” del mezzo pochi giorni dopo.
L’analisi di questi episodi ha permesso agli investigatori di scoprire un sistema organizzato, finalizzato non solo al furto ma anche al guadagno illecito tramite estorsione.
I sette indagati si trovano ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre il G.I.P. di Termini Imerese valuterà le singole posizioni nell’ambito del procedimento penale.
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