Napoli, doppio intervento della Polizia di Stato: denunciati 8 giovani per rissa a Bagnoli e fermato un 69enne per tentato omicidio e usura mafiosa
Operazioni distinte nella giornata del 2 settembre: otto minorenni e neo-maggiorenni denunciati per rissa a Bagnoli e un uomo legato al clan Celeste–Guarino fermato per reati aggravati dal metodo mafioso
Napoli, doppio intervento della Polizia di Stato: denunciati 8 giovani per rissa a Bagnoli e fermato un 69enne per tentato omicidio e usura mafiosa
Bagnoli
La Polizia di Stato ha denunciato 8 soggetti, di età compresa tra i 15 e i 18 anni, per rissa. In particolare, gli agenti del Commissariato Bagnoli, durante il servizio di controllo del territorio, a seguito di una nota pervenuta alla Sala Operativa, sono intervenuti in via di Pozzuoli per la segnalazione di una rissa tra giovani.
Giunti sul posto, i poliziotti hanno notato 7 ragazzi con abiti strappati e alcune ferite, accertando inoltre che un altro giovane era stato soccorso dal 118 e trasportato all’Ospedale Vecchio Pellegrini. Dagli accertamenti è emerso che la lite era scaturita da futili motivi. Gli 8 indagati sono stati quindi denunciati
Napoli
La Polizia di Stato ha dato esecuzione a un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli – D.D.A. nei confronti di un 69enne, per i reati di:
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tentato omicidio,
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detenzione e porto illegali di arma da sparo,
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usura aggravata e continuata,
tutti aggravati dal metodo mafioso.
Nel novembre 2023, un imprenditore locale era arrivato all’Ospedale del Mare dopo essere stato colpito a una gamba da un colpo di pistola. La vittima, inizialmente reticente, aveva raccontato di essere stata attirata in un androne nel quartiere Barra, dove uno sconosciuto l’aveva colpita al volto con il calcio della pistola, costretta a inginocchiarsi e poi ferita da un colpo d’arma da fuoco che, solo grazie alla sua prontezza, lo aveva raggiunto “solo” a un arto.
Solo a luglio 2025, la vittima ha denunciato l’autore, identificandolo come membro del clan Celeste–Guarino. Ha spiegato che l’agguato era legato a un contrasto per l’assunzione della moglie di un clanista e a prestiti usurari ricevuti dal 2018, non più onorati.
Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla D.D.A., hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico del fermato. Il 69enne è stato rintracciato presso la sua abitazione. La perquisizione ha permesso di rinvenire fogli manoscritti con nomi e cifre, a riscontro della sua attività di usuraio.
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