Napoli, Capodimonte: “Arrestatemi o ucciderò mia moglie”. Carabinieri fermano 48enne dopo anni di persecuzioni
A Napoli un uomo di 48 anni si presenta ai Carabinieri dichiarando l’intenzione di uccidere la ex moglie. Anni di stalking, minacce e un’aggressione al figlio precedono l’arresto disposto dalla Procura.
Napoli, Capodimonte: “Arrestatemi o ucciderò mia moglie”. Carabinieri fermano 48enne dopo anni di persecuzioni.
NAPOLI — Un uomo di 48 anni si è presentato nel tardo pomeriggio alla caserma dei Carabinieri della stazione di Napoli Capodimonte dichiarando apertamente la volontà di uccidere la ex moglie se non fosse stato immediatamente arrestato. Un gesto estremo che ha permesso ai militari di intervenire prima che potesse consumarsi una tragedia annunciata, al termine di un lungo e doloroso percorso di persecuzioni familiari.
Sono le 17:30 quando l’uomo citofona alla caserma. Il militare di servizio gli apre la porta e il 48enne entra senza esitazioni. Le prime parole sono nette, prive di ambiguità:
“Se non mi arrestate, io ucciderò mia moglie. Sono passato ora sotto casa sua, ma non c’era.”
La gravità della minaccia è immediata. Il maresciallo contatta subito la donna, temendo il peggio. Lei risponde al telefono, viva e al sicuro, almeno in quel momento. È una professionista di 48 anni, residente nella zona. Una donna che da anni vive sotto pressione, costretta a modificare ritmi, abitudini e persino identità telefoniche per sfuggire a un ex marito incapace di accettare la fine della relazione.
Una separazione mai accettata e due anni di persecuzioni
La coppia, separata dal 2023 e ufficialmente divisa dal marzo 2025, ha due figli: un giovane di 19 anni e un minore affetto da grave disabilità. L’uomo, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, non ha mai accettato la conclusione del matrimonio e da due anni perseguita la donna con modalità sempre più invasive e violente.
La vittima ha dovuto cambiare i propri orari di lavoro, modificare i percorsi quotidiani, evitare i luoghi abituali, disattivare il citofono, richiedere una nuova linea fissa per non essere rintracciata.
Nonostante ciò, lo stalker ha creato diversi account social ed email per aggirare ogni tentativo di protezione, continuando a inviare minacce a lei, alla sorella, al padre e perfino ai figli, colpevoli di schierarsi in sua difesa.
Le ultime minacce: “La faccio in mille pezzi”. Poi l’aggressione al figlio
La notte precedente all’arresto è segnata da due interventi dei Carabinieri sotto casa della donna: uno poco prima della mezzanotte e un altro alle 2. L’uomo aveva inviato nuovi messaggi minatori al figlio maggiore, tra cui la frase “La faccio in mille pezzi…”, che non lascia spazio a fraintendimenti.
Il ragazzo, 19 anni, va incontro al padre per cercare un confronto. L’uomo reagisce con violenza. Muovendosi con l’ausilio di una stampella per una problematica motoria, la usa come arma e colpisce più volte il giovane, prima di scappare.
È l’ennesimo episodio di una spirale di intimidazioni ormai insostenibile. Nel pomeriggio la donna aveva presentato una nuova denuncia, dopo l’aggressione al figlio. Forse anche per questo motivo non era in casa quando l’uomo è tornato a cercarla poche ore dopo.
L’arresto immediato: scatta la misura cautelare in carcere
Di fronte alla confessione dell’uomo e alla gravità dei fatti recenti, i Carabinieri procedono all’arresto. Gli accertamenti effettuati in banca dati confermano il quadro già noto: interventi ripetuti, minacce, episodi di violenza, escalation nelle ultime 24 ore.
Il magistrato di turno della Procura di Napoli dispone il trasferimento in carcere del 48enne, ritenuto altamente pericoloso e in grado di mettere a rischio la vita della ex moglie e dei figli.
Una tragedia evitata per un soffio, ma una storia comune nel silenzio delle case
Il caso di Napoli Capodimonte è impressionante per dinamica, lucidità delle minacce e durata delle persecuzioni, ma non è purtroppo isolato. La vicenda ricorda quanto la violenza domestica possa manifestarsi con escalation improvvise, precedute da segnali chiari e inequivocabili.
In questo caso l’allarme lanciato dall’uomo stesso ha permesso ai Carabinieri di intervenire prima che potesse accadere l’irreparabile. Un gesto disperato che rivela, in modo paradossale, la pericolosità del soggetto e la reale imminenza della minaccia.
Le indagini proseguono, mentre la donna e i figli restano sotto protezione.
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