Maxi operazione contro il clan Fezza-De Vivo: 88 indagati tra Salerno e Napoli, sequestri e accuse di traffico di droga, estorsioni e armi da guerra
Maxi blitz tra Salerno e Napoli: 88 indagati, sequestri di droga e armi da guerra. Il clan Fezza-De Vivo gestiva piazze di spaccio, estorsioni e riciclaggio con un’organizzazione capillare.
Maxi operazione contro il clan Fezza-De Vivo: 88 indagati tra Salerno e Napoli, sequestri e accuse di traffico di droga, estorsioni e armi da guerra.
Un’operazione congiunta della Squadra Mobile di Salerno e del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Nocera Inferiore ha portato oggi all’esecuzione di due ordinanze cautelari nei confronti di 88 persone, tra cui tre minorenni, considerate a vario titolo legate al clan “Fezza-De Vivo” di Pagani.
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno e dalla Procura per i minorenni, 79 indagati sono stati raggiunti da custodia cautelare in carcere e 9 agli arresti domiciliari. Contestualmente, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo urgente di beni riconducibili agli indagati, ritenuti sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati.
Le accuse
Agli indagati, per i quali vige la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, vengono contestati reati gravissimi:
- associazione di stampo mafioso;
- traffico e spaccio di sostanze stupefacenti;
- tentato omicidio;
- estorsioni aggravate dal metodo mafioso;
- riciclaggio e autoriciclaggio;
- detenzione e porto illegale di armi da guerra;
- furti e ricettazione di veicoli di grossa cilindrata.
Le accuse sono aggravate dall’utilizzo del metodo mafioso e dalle finalità di controllo del territorio.
Il clan Fezza-De Vivo: potere e violenza sul territorio
Pagani si conferma fulcro operativo del clan, che esercitava il suo dominio soprattutto attraverso il controllo delle piazze di spaccio e l’imposizione di “tangenti mensili” ad altri gruppi criminali.
Il sodalizio, già colpito da indagini precedenti (25 misure cautelari nel dicembre 2022), aveva attraversato una fase di riorganizzazione interna dopo l’arresto, nell’agosto 2023, dell’ultimo boss apicale libero, Vincenzo Confessore. Le indagini hanno permesso di documentare la capacità del clan di ricostruire la propria struttura, inglobare nuove leve e, soprattutto, affidare un ruolo centrale alle donne del gruppo, che gestivano la cassa comune, distribuivano i proventi illeciti anche ai detenuti e curavano il riciclaggio dei capitali.
Droga, armi e rapporti internazionali
Dalle indagini telematiche condotte con il supporto delle autorità francesi (Ordine di Indagine Europeo) è emerso che il clan utilizzava chat criptate per organizzare i traffici di stupefacenti con forniture provenienti da Sud America, Spagna e Olanda.
In pochi mesi sarebbero stati movimentati:
- 600 kg di hashish,
- 100 kg di marijuana,
- 35 kg di cocaina.
Parallelamente, il clan disponeva di un vero arsenale, con fucili Kalashnikov, pistole mitragliatrici Skorpion e Uzi, oltre a mille cartucce e giubbotti antiproiettile. Un covo segreto è stato individuato e sequestrato.
Estorsioni e furti di auto
Un altro settore sotto il controllo del clan era quello dei furti e del riciclaggio di autovetture di grossa cilindrata, grazie anche a tecnologie avanzate per manomettere i sistemi elettronici delle auto di ultima generazione. Diffuso anche il ricorso al cosiddetto “cavallo di ritorno”, ossia la restituzione dietro pagamento di veicoli rubati.
La reazione delle istituzioni
L’operazione odierna, che ha visto impegnati decine di uomini delle forze dell’ordine, elicotteri e unità cinofile, è stata definita un colpo durissimo all’organizzazione camorristica radicata a Pagani e attiva anche nei comuni limitrofi delle province di Salerno e Napoli.
Secondo gli inquirenti, l’intervento rappresenta un passo fondamentale per restituire sicurezza ai cittadini e arginare il tentativo del clan di espandere i propri affari illeciti anche oltre i confini locali.
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