Funivia del Monte Faito, al via le indagini: le ipotesi della Procura e nuovi dettagli sui soccorsi.
Dopo la tragedia costata la vita a quattro persone, partono le indagini con le ipotesi di disastro e omicidio colposo. Recuperati i corpi, evacuata la cabina bloccata. I sopravvissuti raccontano: «Sospesi nel vuoto, ci siamo salvati per caso».
Funivia del Monte Faito, al via le indagini: le ipotesi della Procura e nuovi dettagli sui soccorsi.
Dopo la tragedia costata la vita a quattro persone, partono le indagini con le ipotesi di disastro e omicidio colposo. Recuperati i corpi, evacuata la cabina bloccata. I sopravvissuti raccontano: «Sospesi nel vuoto, ci siamo salvati per caso».
Una tragedia senza precedenti ha colpito il Monte Faito nel pomeriggio di ieri, quando, intorno alle 15:30, una delle cabine della storica funivia è precipitata al suolo, causando la morte di quattro persone e il ferimento grave di una quinta. L’incidente ha coinvolto la cabina che si trovava nella parte alta della tratta, mentre quella in discesa è rimasta bloccata nel vuoto, con nove passeggeri tratti in salvo.
Le vittime del disastro sono due turisti inglesi, una donna israeliana e il macchinista, Carmine Parlato. Un altro turista israeliano, trentenne, è attualmente ricoverato in gravi condizioni presso l’Ospedale del Mare di Napoli. Secondo l’ultimo bollettino medico, il paziente resta in condizioni critiche, intubato e ventilato meccanicamente in stato di sedazione profonda. La prognosi rimane riservata.
I soccorsi ostacolati da maltempo e vegetazione
Le operazioni di recupero sono state rese particolarmente difficili dal maltempo e dalla fitta vegetazione della zona, che hanno complicato l’accesso al luogo dell’impatto. I soccorsi sono proseguiti fino a tarda sera, coinvolgendo vigili del fuoco, forze dell’ordine, uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) e il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (Sagf) di Avellino. Terminato il recupero dei corpi, i vigili del fuoco hanno provveduto alla rimozione del cavo tranciato, che nella caduta aveva danneggiato una linea elettrica della Circumvesuviana, causando l’interruzione del traffico ferroviario.
Le indagini: ipotesi di disastro e omicidio colposo
Nella mattinata di oggi, le forze dell’ordine hanno dato avvio all’ispezione dell’impianto, partendo dalla stazione a monte per poi scendere verso valle. L’area è stata preventivamente chiusa al pubblico e posta sotto sequestro. Le indagini sono affidate alla Polizia di Stato di Castellammare di Stabia, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, con il procuratore Nunzio Fragliasso a capo dell’ufficio inquirente. Il fascicolo, attualmente aperto contro ignoti, è nelle mani del pm Giuliano Schioppi, affiancato dall’aggiunto Giovanni Cilenti. Le ipotesi di reato sono disastro colposo e omicidio plurimo colposo.
Un destino deciso in pochi istanti
In quello che si è rivelato un drammatico gioco del destino, nove persone – otto turisti e un operatore – si trovavano nella cabina a valle e sono rimaste sospese nel vuoto a causa del blocco della funivia, provocato dall’intervento del freno di emergenza. Ignari della tragedia appena consumatasi poco sopra di loro, sono stati recuperati in sicurezza mediante verricello. Tra loro anche una famiglia tedesca con tre figli piccoli, profondamente scossa ma illesa.
«Abbiamo sentito un sobbalzo, come sulle montagne russe – raccontano Elisa e Karl, due studenti Erasmus – poi la cabina si è fermata. Siamo rimasti sospesi, ma ci hanno rassicurati». Scene di paura, lacrime e abbracci hanno accompagnato il salvataggio, che ha evitato che il bilancio fosse ancora più tragico.
I dubbi degli esperti e le analogie con il Mottarone
Sul disastro è intervenuto anche Antonello De Luca, docente di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università Federico II e già consulente per l’inchiesta sulla tragedia della funivia del Mottarone. «È ancora troppo presto per comprendere cosa sia accaduto. Anche in questo caso, come al Mottarone, potrebbe esserci stato un malfunzionamento del freno di emergenza», ha spiegato, precisando che serviranno approfondite analisi tecniche sui materiali e sui meccanismi per chiarire le cause dell’incidente.
Una tragedia evitabile?
Molti si interrogano ora sulla sicurezza dell’impianto, che aveva riaperto al pubblico appena una settimana fa dopo la pausa invernale. Umberto De Gregorio, presidente dell’Ente Autonomo Volturno (EAV), ha assicurato che la riattivazione è avvenuta nel rispetto di tutte le condizioni di sicurezza. Ma c’è chi solleva dubbi: «Non è una tragedia annunciata, ma forse si poteva evitare – afferma Massimiliano Salvati, uno dei primi ad arrivare sul posto –. La funivia fa paura, ha sbalzi che inquietano. Forse si è trattato di una cattiva manutenzione, o il maltempo ha avuto un ruolo».
Nel frattempo, la zona resta blindata per consentire ai tecnici e agli inquirenti di procedere con le verifiche. Le operazioni si preannunciano lunghe e complesse, così come il cammino per fare piena luce su una tragedia che ha spezzato vite e lasciato una ferita profonda nella memoria collettiva.
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