Martina Carbonaro, 14 anni: uccisa dall’ex che non accettava la fine della relazione. Confessa il 19enne Alessio Tucci.
Il dramma ad Afragola. Il corpo della giovane nascosto in un edificio abbandonato. L’ex fidanzato ha confessato: “L’ho uccisa perché mi aveva lasciato”.
Martina Carbonaro, 14 anni: uccisa dall’ex che non accettava la fine della relazione. Confessa il 19enne Alessio Tucci.
Il dramma ad Afragola. Il corpo della giovane nascosto in un edificio abbandonato. L’ex fidanzato ha confessato: “L’ho uccisa perché mi aveva lasciato”.
«L’ho uccisa perché mi aveva lasciato». È questa la drammatica frase che, secondo indiscrezioni, Alessio Tucci – muratore di 18 anni, ne compirà 19 a luglio – avrebbe pronunciato durante l’interrogatorio che ha portato al suo fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. La vittima è Martina Carbonaro, 14 anni appena, studentessa del primo anno all’istituto alberghiero, con un sogno nel cassetto: diventare una chef stellata. È stata trovata senza vita in un edificio diroccato nei pressi dell’ex stadio Moccia di Afragola, nascosta, dentro un sacco della spazzatura.
Il delitto
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti della Procura di Napoli Nord, coordinati dai carabinieri, Martina si era allontanata dalla sua abitazione nel pomeriggio di lunedì 26 maggio. Era uscita con un’amica, indossava jeans e una maglietta nera, e avrebbe poi accettato – forse con riluttanza – di incontrare l’ex fidanzato in un luogo dove si vedevano abitualmente quando stavano insieme. Non voleva riallacciare il rapporto, ma aveva comunque deciso di rivederlo.
Durante l’incontro, secondo la confessione del ragazzo, sarebbe scoppiata una lite violenta. Al culmine dello scontro, Alessio avrebbe afferrato una pietra e colpito ripetutamente la giovane alla testa, uccidendola sul colpo. Poi, avrebbe trasportato il corpo in un edificio fatiscente non lontano dal campo sportivo e lo avrebbe nascosto. Lì, i carabinieri lo hanno trovato dopo una lunga notte di ricerche.
Le indagini e la confessione
Le indagini sono ancora in corso, con l’analisi dei dispositivi elettronici e delle comunicazioni tra i due ex fidanzati. Lo smartphone di Martina non è stato ancora ritrovato, ma secondo la madre, nell’ultima telefonata – intorno alle 20:15 – la figlia sembrava agitata. «Forse lui era già con lei», ha ipotizzato. Alle 20:30 Martina aveva detto che sarebbe tornata a breve, poi il silenzio. Dopo la denuncia di scomparsa, Alessio Tucci avrebbe partecipato alle ricerche insieme al padre, comportandosi con apparente normalità. «Era in macchina, sembrava tranquillo, normalissimo», ha raccontato una testimone.
Dopo ore di interrogatorio, nella notte tra il 27 e il 28 maggio, Alessio ha ceduto: ha confessato e ha rivelato i dettagli del delitto. Ora si trova in stato di fermo, con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere. L’ipotesi principale resta quella del delitto passionale: non avrebbe accettato la fine della relazione.
Il dolore della madre
Devastata dal dolore, Enza Cossentino, la madre di Martina, ha raccontato con voce rotta la dinamica degli ultimi giorni: «I miei vicini dicevano che era un bravo ragazzo. A sapere che poi si è rivelato un mostro… anche durante le ricerche è stato a casa mia, entrava come se niente fosse». La rottura tra Martina e Alessio risalirebbe a circa due settimane fa, dopo che lui l’avrebbe colpita con uno schiaffo. «In quella occasione dissi a mia figlia di stare attenta», ricorda.
Martina, descritta da tutti come una ragazza solare e piena di sogni, amava cucinare e studiava con impegno. «Ho saputo che l’ha messa in un sacco dell’immondizia… come si può fare una cosa simile?», ha detto la madre, sfinita.
Un’altra tragedia annunciata?
Questo ennesimo femminicidio colpisce non solo per l’età della vittima, ma anche per l’apparente normalità del suo assassino. Un ragazzo che frequentava casa della vittima, che partecipava alle ricerche, che si mostrava partecipe e disponibile. Un’escalation di violenza, silenziosa ma evidente, che forse poteva essere fermata prima.
Il caso ha scosso profondamente la comunità di Afragola, dove oggi è il tempo del silenzio e del lutto. Mentre la giustizia inizia il suo percorso, una madre piange la figlia, una ragazzina che non tornerà più. E resta una domanda che rimbomba come un’eco inascoltata: come può un amore adolescente trasformarsi in un’ossessione fatale?
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