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Macherio, femminicidio: strangola l’ex compagna in una casa abbandonata. Arrestato 33enne peruviano

Un 33enne peruviano arrestato per aver strangolato l’ex compagna a Macherio. Il femminicidio è avvenuto in un edificio abbandonato, dopo una relazione finita.

Macherio, femminicidio shock: arrestato 33enne peruviano per l’omicidio della ex compagna. La donna è stata strangolata in un edificio abbandonato

Macherio (MB), 17 luglio 2025 – Un altro drammatico caso di femminicidio scuote la Brianza. Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Monza hanno dato esecuzione a un decreto di fermo nei confronti di un uomo di 33 anni, di origine peruviana, accusato di aver strangolato la sua ex compagna, anche lei 33enne e connazionale, in un edificio abbandonato di Macherio.

Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica di Monza, è scattato dopo un’intensa attività investigativa che ha portato all’identificazione dell’uomo quale presunto autore del crimine. La donna è stata uccisa con violenza inaudita, in un contesto di relazioni sentimentali interrotte e segnate da condotte persecutorie.

La dinamica dell’omicidio: una trappola nella normalità

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il delitto si è consumato nella serata di ieri, mentre la vittima stava rientrando dal lavoro. L’uomo l’avrebbe avvicinata lungo la via di casa e, con un pretesto o mediante minacce, l’avrebbe convinta o costretta a entrare in un immobile abbandonato nelle vicinanze.

All’interno della struttura fatiscente si sarebbe consumato il tragico epilogo: la donna è stata strangolata, verosimilmente con le mani, fino alla morte. Le modalità del delitto hanno fatto immediatamente sospettare un movente personale, legato alla fine della relazione tra i due.

Un quadro inquietante: aggravanti e codice rosso

I reati contestati all’indagato sono particolarmente gravi: si va dallo stalking aggravato (art. 612 bis e 612 bis co. 2) all’omicidio volontario (art. 575 c.p.), con le aggravanti dell’aver agito nei confronti di una persona legata da una relazione affettiva cessata (art. 576 n. 5.1 c.p.) e con crudeltà (art. 577 co. 2 c.p.).

Si tratta di un caso tipico di “codice rosso”, ossia rientrante nella categoria di reati per i quali la normativa prevede una corsia preferenziale e urgente di trattazione giudiziaria, data la pericolosità sociale e la vulnerabilità delle vittime.

Il fermato è stato interrogato alla presenza del Pubblico Ministero, ma ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Indagini rapide e decisive

Le indagini, coordinate dalla Procura di Monza, sono scattate immediatamente dopo il ritrovamento del corpo della vittima. I Carabinieri dell’Arma territoriale, intervenuti per primi sul posto, hanno lavorato per ore tra rilievi, acquisizione di testimonianze e analisi dei tabulati telefonici e video di sorveglianza.

Grazie a una tempestiva ricostruzione dei movimenti della vittima e dell’indagato, e ai numerosi indizi raccolti sul luogo del delitto, è stato possibile giungere in poche ore alla firma del decreto di fermo, firmato dal magistrato di turno.

Tradotto in carcere: ora si attende la convalida del fermo

L’indagato, dopo la formalizzazione del provvedimento, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Monza, dove si trova attualmente in stato di custodia cautelare. Nelle prossime ore si terrà l’udienza di convalida del fermo, durante la quale il giudice deciderà se confermare la misura e disporre eventuali ulteriori approfondimenti.

Le indagini proseguono per accertare eventuali precedenti episodi di violenza o minacce subiti dalla vittima e non denunciati, che possano rafforzare il contesto preesistente di violenza psicologica o fisica.

Un altro caso di femminicidio in Italia

Questo tragico episodio si inserisce nella lunga e dolorosa lista di femminicidi che continuano a colpire l’Italia, spesso legati a relazioni affettive terminate e a comportamenti persecutori non sempre intercettati per tempo. Le istituzioni ribadiscono la necessità di denunciare tempestivamente ogni segnale di pericolo, e di rafforzare gli strumenti di tutela per le donne vittime di violenza.

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