Modena fa scuola, oltre mille partecipanti alla terza edizione: l’intelligenza emotiva al centro dell’educazione
Tre giornate di incontri, laboratori e workshop per docenti, studenti e famiglie. L’assessora Venturelli: “L’educazione alle emozioni è una forma di forza e di speranza per il futuro”
Modena fa scuola, oltre mille partecipanti alla terza edizione: l’intelligenza emotiva al centro dell’educazione
Oltre mille persone tra docenti, educatori, studenti e genitori hanno partecipato a “Modena fa scuola”, la rassegna diffusa promossa dall’assessorato alle Politiche educative e ai Rapporti con l’Università del Comune di Modena, che ha animato scuole e spazi cittadini con incontri, laboratori e riflessioni sulle sfide educative contemporanee. Questa terza edizione, intitolata “Il coraggio delle emozioni. Imparare l’intelligenza emotiva a scuola, in famiglia e in città”, ha registrato numeri da record: oltre duemila presenze complessive considerando anche i laboratori e lo spettacolo al Teatro Michelangelo.
Secondo l’assessora Federica Venturelli, “l’evento è ormai diventato un punto di riferimento nazionale sui temi dell’educazione. Lo facciamo qui, a Modena, città del tempo pieno e dei primi asili nido, dove l’educazione è parte dell’identità collettiva. Questo comporta la responsabilità di innovare costantemente il nostro modello educativo”.
Emozioni e apprendimento: un binomio educativo
Le tre giornate hanno alternato plenarie, workshop e laboratori dedicati all’intelligenza emotiva come strumento per costruire relazioni inclusive e consapevoli. Tra i relatori di rilievo: Umberto Galimberti, Matteo Saudino, Francesca Cavallo e Cristina Petit, insieme a pedagogisti, dirigenti scolastici e operatori del mondo educativo. Circa 800 partecipanti hanno seguito le plenari mentre oltre 200 persone hanno preso parte ai cinque workshop tematici: Educare all’empatia, Emozione e affettività, Giocare con le emozioni, Resistenza in gioco e Coltivare la meraviglia.
Venturelli: “La vera forza è l’empatia, non la prepotenza”
“La nostra società ci chiede di essere sempre più performanti – ha spiegato Venturelli – ma abbiamo scelto di fermarci per riflettere sulle emozioni. Spesso si confonde la forza con la prepotenza, mentre la vera forza è la capacità di mettersi nei panni degli altri. Riconoscere la fragilità non è segno di debolezza, ma un diritto umano”. L’obiettivo della rassegna è stato quello di promuovere un’educazione che accoglie le emozioni come risorsa, offrendo strumenti concreti per insegnare a riconoscerle, gestirle e valorizzarle, sia a scuola che nella vita quotidiana.
Un omaggio a Sergio Neri e alla tradizione educativa modenese
Questa edizione è stata dedicata a Sergio Neri, nel venticinquesimo anniversario della sua scomparsa, figura simbolo della pedagogia modenese. “Dal suo insegnamento discende la nostra storia educativa – ha ricordato Venturelli –: Modena è una città che investe sull’educazione come bene comune”. I numeri del sistema scolastico locale lo confermano: 87% di scuole a tempo pieno e copertura dei nidi al 45% nel pubblico, che sale al 59% includendo il privato.
I giovani al centro: emozioni e salute mentale
Laboratori creativi, testimonianze e momenti formativi hanno messo al centro i giovani e il tema della salute mentale. “Abbiamo voluto offrire una narrazione diversa delle nuove generazioni – ha concluso l’assessora –. Troppo spesso vengono raccontate con accezioni negative, ma noi vogliamo parlare di futuro, fiducia e speranza. I ragazzi hanno molto da insegnarci, anche nel modo di vivere e comunicare le emozioni”.
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