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Go green, go Vintage!

Benvenuti anche oggi nel mondo del Vintage! Oggi parleremo dei motivi per cui comprare vintage assicura un contributo significativo per il nostro pianeta e rappresenta un passo in più verso l’ecosostenibilità.

Vi è mai capitato di sentirvi sopraffatti dalla quantità di vestiti nel vostro armadio? Eppure non importa quanto sia pieno, sicuramente mancherà sempre qualche capo alla collezione che finiremo per comprare e, così facendo, aumentare ancora il volume del nostro vestiario. Il mercato della moda e del fast fashion fa questo: crea il bisogno e fa si che noi lo colmiamo, quando potremmo tranquillamente vivere con qualche pantalone, alcune magliette, cinque maglioni e due giacche… Per questo il primo consiglio è comprare meno e comprare meglio! Sì, assicuratevi di avere l’essenziale, create un armadio minimal in cui tutto più essere abbinato con tutto. Fate attenzione ai materiali, anche loro fanno la loro parte, tutto inquina ma sicuramente scegliere capi vintage o prodotti con materiale riciclato può fare molto. Se non ci poniamo degli obiettivi o non ci impostiamo delle regole verremo sempre e solo governati dall’etica dell’estetica e delle mode, o come direbbe Zygmunt Bauman guidati dal hic et nunc, accumulando vestiti, senza realizzare che l’industria della moda produce approssimativamente il 20% del consumo d’acqua globale e secondi al mondo per l’inquinamento delle acque. Considerate che per produrre un kilo di cotone sono necessari 20 mila litri d’acqua. Per non parlare dello sfruttamento della mano d’opera per garantire costi abbordabili agli acquirenti finali, ma questo è un altro discorso.

La domanda che ci dobbiamo porre è quanto ancora il pianeta potrà reggere questo ritmo? acquistare nei negozi vintage e second hand o affidarsi alla bravura di chi produce artigianalmente il proprio prodotto potrebbe essere un modo per limitare gli sprechi e lanciare un messaggio alle industrie del fast fashion. Ovviamente anche il second hand ci ha riservato delle sorprese, dopotutto visto il boom che ha fatto c’era da aspettarselo. Ebbene, che fine fanno i vestiti usati nei cassonetti gialli?  Humana People to People e Occhio del Riciclone onlus hanno svolto una ricerca per fare chiarezza sulle fasi della filiera di riciclo degli abiti usati. Ciò che hanno scoperto è un sistema che alimenta traffici mafiosi e illeciti, il quale si basa sulla racconta di 110mila tonnellate di vestiti raccolti e che vanno a creare un vero e proprio fenomeno di spaccio di vestiti usati e di pratiche di contrabbando. A fare maggiori chiarezza sono anche aperte indagini, come dimostrato dalle inchieste sulla Terra dei fuochi e su Mafia Capitale. Ma di questo ne parleremo al prossimo appuntamento, stay tuned.

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