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Settala, Milano: femminicidio davanti alla figlia. Amina uccisa dal marito, arrestato 50enne.

Khalid Achak ha accoltellato la moglie Amina Sailouhi sotto gli occhi della figlia di 10 anni, che ha chiamato il 118 e dato l’allarme. Arrestato, era già stato denunciato per maltrattamenti.

Settala, Milano: femminicidio davanti alla figlia. Amina uccisa dal marito, arrestato 50enne.

Khalid Achak ha accoltellato la moglie Amina Sailouhi sotto gli occhi della figlia di 10 anni, che ha chiamato il 118 e dato l’allarme. Arrestato, era già stato denunciato per maltrattamenti.

Settala – «Papà ha ucciso la mamma». Con questa frase, pronunciata tra le lacrime e il terrore, una bambina di 10 anni ha dato l’allarme al 118, permettendo l’arresto del padre. Una tragedia familiare che si è consumata nella tarda serata di sabato in via Cerca, nella frazione di Caleppio a Settala, alle porte di Milano. Vittima Amina Sailouhi, 43 anni, uccisa con numerose coltellate dal marito Khalid Achak, 50 anni, ora detenuto nel carcere di San Vittore con l’accusa di omicidio aggravato.

La chiamata e l’intervento dei carabinieri

È stata la bambina, dopo aver assistito all’orrore, a trovare il coraggio di chiamare i soccorsi. Quando i carabinieri della Compagnia di San Donato sono arrivati sul posto, l’hanno trovata all’ingresso del palazzo, in stato di choc, mentre scendeva le scale seguita dal padre, visibilmente alterato e seminudo. Nell’appartamento al terzo piano hanno trovato il corpo della madre, disteso accanto al letto, con evidenti segni di accoltellamento. Sul posto è giunto anche il pubblico ministero di Milano Antonio Pansa, che ha disposto il sequestro dell’abitazione e degli oggetti presenti sulla scena del crimine, incluso il coltello da cucina utilizzato per colpire la donna.

La ricostruzione dell’omicidio

Secondo le prime indagini, Amina sarebbe stata uccisa poco prima delle 22, probabilmente al termine di una lite. Al momento dell’aggressione si trovava in pigiama, pronta per andare a dormire. Sarebbe stata colpita da una dozzina di fendenti, inflitti dal marito mentre la figlia si trovava nella stanza accanto. La bambina avrebbe scoperto il cadavere solo in un secondo momento, quando si è svegliata, e dopo circa un’ora ha deciso di chiamare i soccorsi. I militari sono giunti in tempo per fermare l’uomo mentre usciva di casa: «L’ho ammazzata, l’ho ammazzata», ha confessato tra le urla al momento dell’arresto.

Un passato di violenze e segnalazioni

Amina aveva denunciato il marito per maltrattamenti già tre anni fa. Era stata attivata la procedura del “codice rosso”, ma non erano scattate misure cautelari. Numerosi vicini confermano che le tensioni in casa erano evidenti: litigi frequenti, urla, episodi di aggressività. Achak, operaio in una ditta di condizionatori, era noto nel quartiere per la sua dipendenza dall’alcol. Alcuni ricordano episodi violenti, come il lancio di sedie e bottiglie dalla finestra o l’aggressione verbale ai vicini. Una dirimpettaia, Emanuela Collini, ha raccontato di essere stata minacciata e che due anni fa l’uomo aveva imbrattato la sua porta con il proprio sangue dopo essersi ferito.

La testimonianza della comunità

Secondo i residenti del condominio, la tragedia era “annunciata”. «Lui era sempre ubriaco, litigavano spesso. Lei era una donna riservata, gentile, portava la figlia a scuola e lavorava in un pub», raccontano. Un’altra vicina ha confermato che l’uomo era stato lontano da casa per un certo periodo, ma sarebbe rientrato recentemente. Anche sabato sera era stato sentito battere contro i muri e bussare alle porte.

Il sindaco: “Una tragedia inaccettabile”

Il sindaco di Settala, Massimo Giordano, ha dichiarato tre giorni di lutto cittadino. «La famiglia era seguita dai servizi sociali da almeno due anni. Tutto ciò che potevamo fare è stato fatto, ma non è stato sufficiente. È una tragedia che ci lascia sconvolti e che impone una riflessione collettiva: servono azioni più efficaci per prevenire questi drammi». Il primo cittadino ha espresso vicinanza alla famiglia, sottolineando l’urgenza di promuovere una cultura del rispetto e del rifiuto della violenza.

Affido della bambina 

La figlia della coppia, illesa ma profondamente traumatizzata, è stata affidata a parenti materni. Nei prossimi giorni verrà ascoltata in audizione protetta, alla presenza di una psicologa. Il suo racconto potrà essere decisivo per ricostruire i dettagli della tragedia.

L’autopsia sul corpo di Amina Sailouhi sarà eseguita nei prossimi giorni, mentre proseguono le indagini per chiarire ogni aspetto dell’omicidio. Un altro femminicidio che si aggiunge a una lunga lista, con una bambina di soli dieci anni costretta a farsi carico del peso dell’orrore.

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