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Sesto San Giovanni: uomo ucciso e carbonizzato per timore che potesse diffondere video hot.

Omicidio a Sesto San Giovanni: uomo di 62 anni ucciso e dato alle fiamme per il timore che diffondesse video intimi della moglie di uno degli aggressori. Tre persone arrestate

Sesto San Giovanni: uomo ucciso e carbonizzato per timore che potesse diffondere video hot.

Il corpo dell’uomo, ritrovato il 23 luglio 2025, era stato inizialmente identificato come quello di un giovane di 20 anni, ma si trattava in realtà di Hayati Aroyo, italo-turco di 62 anni.

La vittima

Hayati Aroyo, uomo italo-turco di 62 anni, è stato identificato grazie alle impronte digitali e alla collaborazione con l’autorità giudiziaria turca. L’uomo sarebbe il cognato del boss della mafia turca Huseyin Sarai, ucciso a Crotone il 31 gennaio 2005, ma non avrebbe mai preso parte alle attività criminali della famiglia. Al momento dell’assassinio si trovava nell’appartamento prestatogli da uno studente ventenne, mentre il giovane era in vacanza. Questo il motivo per cui, con ogni probabilità, si pensava inizialmente che il corpo fosse di un ragazzo di 20 anni.

L’assassinio e il fermo di tre indiziati

Da quanto riportato nel comunicato stampa della Polizia di Stato: “Gli operatori della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Milano avevano accertato che l’uomo era stato colpito da circa trenta fendenti, dopodiché i suoi aggressori avevano tentato di distruggere le prove dando fuoco al cadavere e all’appartamento.

Tramite una complessa attività tecnica, gli investigatori hanno ricostruito la rete di relazioni della vittima, individuando tre persone che avevano maturato astio nei confronti della vittima. Tramite l’analisi dei video delle telecamere di sicurezza, dei tabulati telefonici e attività di intercettazione, la polizia aveva infine raccolto le prove necessarie per l’arresto dei tre, un 38enne italiano, un albanese di 33 anni e una donna italiana classe 1989, che adesso, secondo il comunicato stampa diffuso dalla polizia di stato, dovranno affrontare il processo per omicidio aggravato, rapina aggravata, incendio e distruzione di cadavere.

Il movente dell’assassinio, secondo quanto dichiarato dai tre sospettati, sarebbe legato al timore che la vittima diffondesse in rete un video in cui la donna sarebbe stata ritratta in atteggiamenti intimi.

Le dinamiche dell’assassinio

Secondo quanto ricostruito dall’unità mobile, la vittima si sarebbe dovuto incontrare con la donna. Quest’ultima avrebbe lasciato la porta aperta all’albanese che avrebbe preso di sorpresa l’uomo e l’avrebbe colpito mentre il marito della donna sarebbe rimasto fuori casa a fare da palo. Il corpo sarebbe poi stato messo sul letto e dato alle fiamme.

Negli apparecchi telefonici dei tre, sequestrati dopo il fermo, sono stati trovati dei messaggi in cui la donna commentava l’accaduto, affermando che, nonostante la brutalità del gesto, non aveva avuto “la minima impressione”.

 

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