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Sesto San Giovanni, minacce a Silvia Sardone: sui muri la scritta “Sardone appesa”. La Lega: “Attacco vile, non ci faremo intimidire”

Minacce a Silvia Sardone a Sesto San Giovanni: sui muri compare la scritta “Sardone appesa” con simbolo anarchico. La Lega denuncia un attacco politico e rilancia: “Non ci faremo intimidire”.

Sesto San Giovanni, minacce a Silvia Sardone: sui muri la scritta “Sardone appesa”. La Lega: “Attacco vile, non ci faremo intimidire”.

Nuovo episodio di intimidazione nei confronti dell’europarlamentare della Lega Silvia Sardone. A Sesto San Giovanni (Milano) è comparsa una scritta minacciosa, “Sardone appesa”, accompagnata da un simbolo anarchico. Un messaggio diretto, che richiama esplicitamente l’impiccagione, e che secondo la politica e il suo entourage sarebbe riconducibile ad ambienti dell’estrema sinistra.

La comparsa della scritta ha suscitato indignazione e condanna, riportando l’attenzione sulle numerose minacce ricevute dalla parlamentare negli ultimi anni, tanto sui social quanto per strada.

La denuncia di Silvia Sardone

Con un lungo post, l’europarlamentare ha espresso tutta la sua amarezza ma anche la determinazione a non farsi intimidire:

“Sui muri di Sesto San Giovanni è apparsa una scritta ‘Sardone appesa’ con accanto un simbolo anarchico. Un’enorme scritta da parte di chi mi vuole impiccata, probabilmente riconducibile ad ambienti della sinistra estrema visto il logo.
Evidentemente le mie battaglie contro centri sociali e covi rossi di delinquenti danno fastidio. Se a certi signori non piacciono le mie posizioni e quelle della Lega sull’illegalità dei centri sociali o sul racket delle occupazioni, se ne facciano una ragione: continuerò a sostenerle, senza paura!
Ormai periodicamente ricevo minacce di morte, rivolte anche alla mia famiglia, sui social o sui muri: alcune volte da islamici, altre da giovani di origine straniera, altre da persone chiaramente di sinistra, persino da trapper.
Sia chiaro a tutti: non arretrerò di un millimetro e continuerò con determinazione la mia attività politica, esprimendo a testa alta idee e opinioni. La libertà di opinione non può e non deve essere messa a tacere!”

Il sostegno del marito, Davide Caparini

Il consigliere della Lega ed ex assessore regionale, Davide Caparini, marito di Silvia Sardone, ha voluto sottolineare la gravità del gesto, parlando apertamente di odio politico.

“A Sesto San Giovanni hanno imbrattato un muro con una scritta ‘Sardone appesa’ firmata da presunti anarchici. Un messaggio di odio e violenza, riconducibile con tutta probabilità agli ambienti della sinistra estrema. Evidentemente le battaglie di mia moglie contro i centri sociali e i covi rossi di delinquenti danno fastidio. Ma sia chiaro: più viene minacciata, più trova conferma di essere sulla strada giusta.
Se a certi signori non piacciono le posizioni della Lega sull’illegalità dei centri sociali, sul racket delle occupazioni o sul degrado urbano, se ne facciano una ragione. Le continuerà a sostenere, senza paura e senza arretrare di un millimetro. Le minacce, che ormai periodicamente arrivano – da estremisti islamici, da giovani di origine straniera, da ambienti di sinistra o persino da trapper – non fermeranno la sua determinazione. La libertà di opinione non può e non deve essere messa a tacere. Mia moglie continuerà a testa alta la propria attività politica, con coraggio e con ancora più convinzione”.

Un clima di tensione che preoccupa la politica

Le scritte minacciose sono solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di episodi che vedono l’europarlamentare al centro di attacchi e intimidazioni. Sardone è nota per le sue battaglie sulla sicurezza, le occupazioni abusive e il degrado urbano, temi che da tempo la espongono a critiche violente da parte dei suoi oppositori.

Secondo la Lega, la comparsa di messaggi di odio sui muri della città simbolo dell’ex “Stalingrado d’Italia” rappresenta un salto di qualità preoccupante, che rischia di alimentare un clima di tensione politica già molto acceso.

La vicenda è ora al vaglio delle forze dell’ordine, che hanno avviato accertamenti per individuare i responsabili dell’imbrattamento.

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