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Milano nella bufera: Sala sotto inchiesta, 74 indagati e cantieri bloccati — È il giorno della verità a Palazzo Marino

Il sindaco Giuseppe Sala rompe il silenzio in Consiglio comunale dopo l’indagine su corruzione e falso legata all’urbanistica milanese. Il PD lo sostiene, ma chiede discontinuità. Intanto si aggravano le ricadute sui progetti pubblici e privati.

Milano tra inchiesta e politica: il giorno della verità per Giuseppe Sala e la città travolta dal caso urbanistica.

MILANO – 21 luglio 2025. La giornata odierna segna uno spartiacque per la politica milanese. In Consiglio comunale, il sindaco Giuseppe Sala è atteso per riferire in merito alla maxi-inchiesta che scuote il Comune e l’intero sistema urbanistico della città. Lo scandalo giudiziario, che coinvolge 74 indagati tra cui l’architetto Stefano Boeri e l’assessore Giancarlo Tancredi, ha già provocato richieste di arresto, dimissioni annunciate e lo stallo di oltre 150 cantieri in città.

Le accuse e il ruolo della Commissione Paesaggio

L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Milano, ipotizza un vasto sistema corruttivo legato alla Commissione Paesaggio. Secondo i PM, la struttura sarebbe stata il fulcro di un vero e proprio “sistema alterato” in cui pubblici ufficiali ricevevano incarichi paralleli da grandi gruppi immobiliari in cambio di favori nelle approvazioni edilizie. Tra le ipotesi di reato: corruzione, falso e abuso edilizio.

Tra i nomi eccellenti figurano Manfredi Catella (Coima), Giuseppe Marinoni (ex presidente Commissione Paesaggio), Giancarlo Tancredi (assessore alla Rigenerazione urbana) e l’architetto Federico Pella. A carico di molti degli indagati emergono parcelle per centinaia di migliaia di euro, che i magistrati ritengono compensi occulti per facilitazioni urbanistiche.

Le parole di Sala e il sostegno del PD

Il sindaco Sala, anche lui indagato, ha finora affidato le proprie dichiarazioni alla stampa, definendo “inaccettabile” l’apprendere dell’indagine attraverso i giornali. Oggi parlerà pubblicamente in aula. Ieri, alla vigilia del Consiglio, ha incassato il sostegno del PD milanese che, però, gli chiede segnali di svolta: priorità a casa, verde, equità urbana e trasparenza.

Tancredi ha già pronta la lettera di dimissioni. L’interrogatorio di garanzia per lui è fissato per mercoledì. Il Partito Democratico considera il suo passo indietro non solo inevitabile ma necessario per segnare una discontinuità.

Il futuro del Comune e le sfide urbanistiche

Al centro dell’agenda amministrativa c’è ora la ridefinizione del Piano di Governo del Territorio (PGT) e un piano straordinario da 10.000 alloggi per la classe media. Il PD spinge per una figura di garanzia, terza e tecnica, che possa traghettare la città fuori dalla crisi.

Altro nodo cruciale è l’operazione San Siro: il Comune sta per vendere stadio e aree adiacenti a Inter e Milan. Una delibera è attesa a giorni, ma la maggioranza è spaccata. Cinque consiglieri Dem sono contrari, mentre la Procura ha acceso un faro sull’affare. Il 10 novembre scatterà il vincolo di tutela sul secondo anello, e da quel momento lo stadio non potrà più essere demolito.

L’inchiesta nel dettaglio: speculazione, appalti e masterplan

Gli atti della Procura ricostruiscono un presunto sistema di favori, incarichi e progetti pilotati attorno a nove “nodi” metropolitani. Giuseppe Marinoni, secondo i PM, viaggiava dal 2017 con partner svizzeri alla ricerca di luoghi su cui proporre masterplan speculativi. La copertura politica sarebbe arrivata da Tancredi e da altri dirigenti, come Giovanni Oggioni, ex Sportello Unico Edilizia, arrestato a marzo.

Gli effetti collaterali: studentati, progetti e famiglie bloccate

A causa dell’inchiesta, Redo Sgr ha ritirato tre progetti di studentato per oltre 1.500 posti. Complessivamente, sono fermi 150 cantieri, che coinvolgono 4.500 famiglie e 1.600 appartamenti. Il blocco dell’edilizia rischia di impattare pesantemente anche sul mercato immobiliare e sugli obiettivi del PNRR.

Le reazioni: Meloni, Boeri e Catella

La premier Giorgia Meloni ha dichiarato che un avviso di garanzia non comporta necessariamente le dimissioni. Stefano Boeri, anche lui indagato, ha ribadito la propria correttezza professionale. Manfredi Catella ha parlato di “trasparenza” e “legalità” come valori fondamentali per Coima.

Il bivio politico per Milano

Milano oggi guarda a Palazzo Marino in attesa delle parole del suo sindaco. Le prossime ore saranno decisive: da un lato le richieste di discontinuità, dall’altro la necessità di stabilità per non compromettere i progetti strategici della città. Il caso urbanistica si intreccia con la politica e la giustizia, in un equilibrio fragile da cui dipende il futuro del capoluogo lombardo.

 

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