Milano, bufera sull’urbanistica: corruzione sistemica tra politica e grandi costruttori
Dall’indagine sull’“Hidden Garden” a un’inchiesta da oltre 70 indagati: tangenti, incarichi pilotati e favoritismi nella gestione urbanistica milanese. Coinvolti politici, tecnici e grandi nomi dell’edilizia.
Milano, bufera sull’urbanistica: corruzione sistemica tra politica e grandi costruttori.
Il “caso Hidden Garden” svela un sistema radicato di scambi illeciti tra dirigenti pubblici e developer privati. Arresti domiciliari per Tancredi, Catella, Marinoni, Scandurra e Pella. In carcere Bezziccheri. Oltre 70 gli indagati. Sotto inchiesta anche Sala e l’archistar Boeri.
Milano, luglio 2025 – La città vetrina del boom edilizio post-Covid, simbolo di rigenerazione urbana e crescita verticale, scopre un volto oscuro e corruttivo nella sua macchina urbanistica. L’inchiesta condotta dalla Procura di Milano – uno dei più ampi scandali giudiziari dell’ultimo decennio nel capoluogo lombardo – ha svelato una rete strutturata di relazioni illecite tra amministratori pubblici, progettisti e developer immobiliari, in cui la spartizione del territorio edificabile avveniva tramite pressioni, scambi di favori e tangenti dissimulate da incarichi professionali.
Dalle villette al “sistema”: l’inizio è il caso Hidden Garden
Tutto parte da un esposto su un complesso edilizio sorto in zona piazza Aspromonte. Alcuni residenti denunciano che tre piani di villette sono stati rasi al suolo per far spazio a un edificio di sette piani – il cosiddetto “Hidden Garden” – in sospetta violazione del PGT. Un progetto firmato Bluestone, società dell’imprenditore Andrea Bezziccheri, finito poi in carcere. Per la Procura, quella costruzione è solo la punta dell’iceberg.
Da lì prende forma un’indagine che in tre anni ha svelato un articolato sistema di corruzione e favoritismi urbanistici, con 70 persone indagate, 6 arresti eseguiti e decine di progetti finiti sotto la lente d’ingrandimento.
I protagonisti dell’inchiesta
Gli arrestati, per reati che vanno dalla corruzione alla falsità ideologica e all’induzione indebita, sono:
- Giancarlo Tancredi, ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano
- Manfredi Catella, CEO del gruppo Coima, considerato tra i principali player dell’immobiliare milanese
- Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio del Comune
- Alessandro Scandurra, architetto e membro della Commissione
- Federico Pella, ex manager della società di ingegneria J+S
- Andrea Bezziccheri, fondatore di Bluestone, unico finito in carcere
Tra gli indagati, anche figure di altissimo profilo: il sindaco Giuseppe Sala, l’archistar Stefano Boeri, l’ex vicesindaca Ada Lucia De Cesaris e numerosi progettisti, ex dirigenti, imprenditori e consulenti.
Corruzione sistemica: come funzionava il “sistema Milano”
Secondo l’ordinanza del Gip Mattia Fiorentini, il meccanismo era semplice quanto devastante: i membri della Commissione Paesaggio, corrotti o influenzabili, concedevano pareri favorevoli in cambio di “parcelle professionali” fittizie o incarichi pilotati. Al centro, Marinoni e Scandurra, veri snodi della macchina autorizzativa. Tancredi, assessore, sarebbe stato consapevole e attivo nel sostenere queste dinamiche.
I developer – tra cui Coima e Bluestone – ottenevano accesso privilegiato alle informazioni, accelerazioni procedurali, e pareri favorevoli su interventi urbanistici ad alto impatto, spesso eludendo gli obblighi relativi a servizi pubblici (verde, asili, parcheggi).
Progetti sotto inchiesta: dai grattacieli alla rigenerazione olimpica
Tra i progetti al centro dell’indagine:
- Torre Botanica e Pirellino (P39) – Coima e Stefano Boeri
- Scalo Romana – Villaggio Olimpico 2026
- Bosconavigli, maxi progetto residenziale in zona San Cristoforo
- Portali di Gioia, Goccia-Bovisa, Park Towers in zona Dergano
- Torre Milano (via Stresa)
- Via Fauchè
Scandurra avrebbe incassato oltre 3 milioni di euro in “parcelle” da più operatori per pilotare i pareri della Commissione.
Il ruolo di Sala e la posizione di Boeri
Sala è indagato per aver ratificato le nomine di Marinoni e Scandurra pur essendo a conoscenza – secondo la Procura – di potenziali conflitti di interesse. Secondo i pm, il sindaco non avrebbe agito per fermare un “Pgt ombra” orchestrato all’interno della Commissione Paesaggio. Boeri, progettista di rilievo di alcuni progetti finiti sotto la lente, avrebbe esercitato – con Catella – pressioni indebite tramite Tancredi, ipoteticamente per ottenere approvazioni su Pirellino e Torre Botanica. Il Gip non ha riconosciuto questa ipotesi, prosciogliendoli da questa specifica accusa.
Le reazioni e la linea difensiva
Tancredi, interrogato, ha dichiarato: “Ho sempre agito nell’interesse del Comune. Mai ricevuto utilità. Mai favorito alcuno a titolo personale.” Ha difeso l’operato del sindaco Sala. La difesa di Catella ha parlato di “parcelle professionali lecite, in piena trasparenza”.
Intanto, i primi procedimenti sono già a processo, e l’udienza pre-dibattimentale per il Bosconavigli è fissata al 26 settembre. L’inchiesta, che ha già visto perquisizioni, sequestri e decine di dispositivi analizzati, continua ad allargarsi.
Verso una “Mani Pulite” dell’edilizia?
Il sospetto della Procura è che il caso “Hidden Garden” non sia un’eccezione, ma il paradigma di una stagione urbanistica costruita su interessi privati e accelerazioni opache, ai danni del pubblico.
Milano, la città-simbolo della modernità italiana, si ritrova oggi a interrogarsi su quanto davvero i suoi nuovi skyline siano stati costruiti nell’interesse dei cittadini – o per favorire pochi.
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