La Dieta Mediterranea come antidoto all’obesità: nel nuovo libro di Carruba e Paganini le “istruzioni per ribellarsi” e riconquistare l’equilibrio
Nel nuovo libro di Michele Carruba e Pietro Paganini, “Obesità, istruzioni per ribellarsi”, la Dieta Mediterranea diventa un metodo di libertà e consapevolezza per combattere la pandemia silenziosa dell’obesità e ritrovare l’equilibrio tra corpo e mente.
La Dieta Mediterranea come antidoto all’obesità: nel nuovo libro di Carruba e Paganini le “istruzioni per ribellarsi” e riconquistare l’equilibrio.
Milano, 17 novembre 2025 – L’obesità non è più soltanto una questione estetica o sanitaria: è una pandemia silenziosa che incide sulla salute pubblica, sull’economia e sul benessere collettivo. Un fenomeno globale che, secondo la FAO, ha ormai superato il paradosso storico della fame nel mondo: oggi ci sono più persone obese che affamate.
In Italia, i dati Istat e dell’Istituto Superiore di Sanità parlano chiaro: l’11,8% della popolazione adulta è obesa, in aumento rispetto al 2022, mentre il 47% è in sovrappeso.

A denunciare questa deriva, ma soprattutto a proporre una via d’uscita, è il nuovo libro di Michele Carruba e Pietro Paganini, “Obesità, istruzioni per ribellarsi: la via mediterranea per equilibrio, longevità e libertà di scelta” (prefazione di Letizia Moratti), presentato oggi a Milano.
Un titolo che è anche un manifesto culturale: ribellarsi alle diete miracolose, ai modelli imposti e alle ossessioni alimentari, per riscoprire l’equilibrio mediterraneo come metodo di vita, non come semplice regime nutrizionale.
L’obesità come malattia sociale e culturale
“L’obesità – spiega Michele Carruba, Professore emerito di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano e fondatore del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità – è una condizione complessa e multifattoriale, che non può essere ridotta a slogan o ricette preconfezionate. Ogni individuo ha la propria storia metabolica, psicologica e sociale. Comprendere queste variabili è la chiave per affrontare il problema con efficacia”.
Il volume, infatti, non si limita a descrivere le cause fisiologiche dell’aumento di peso, ma analizza i fattori psicologici, culturali e ambientali che alimentano questa epidemia. Carruba denuncia la superficialità con cui spesso vengono affrontate le politiche pubbliche, dalle “sugar tax” alle etichette semplificate, fino alle mode dei cibi “ultra-processati” o “genuini”.
“Il libro smonta i falsi miti alimentari e le derive salutiste del nostro tempo – precisa Carruba – come la fobia dei grassi e dell’alcol, l’ossessione per le proteine o l’idolatria dei cibi autentici. È ora di restituire centralità alla conoscenza e alla prevenzione, reinserendo l’educazione alimentare come materia di studio fin dalle scuole primarie”.
Prevenzione, conoscenza e stile di vita: le vere “cure”
Carruba insiste su un principio chiave: non si può curare l’obesità con un solo strumento, ma serve un approccio integrato che unisca farmaci, psicologia e conoscenza.
“Abbiamo a disposizione la farmacologia, certo, ma anche la psicologia, perché è la mente che guida il cambiamento dei comportamenti. Serve poi la conoscenza: sapere cosa mangiamo, comprendere il valore del cibo, scegliere consapevolmente. Come per qualsiasi altra attività – spiega il professore – anche per nutrirsi serve cultura e preparazione. Non basta curare chi ha già 50 o 100 chili in più, bisogna agire prima, prevenendo la malattia con stili di vita sani”.
Un approccio che, oltre a salvare vite, avrebbe un impatto economico enorme:
“Ogni euro investito in prevenzione – ricorda Carruba – fa risparmiare almeno 15 euro in cure future. Se non mettiamo un freno all’obesità, il sistema sanitario nazionale rischia di diventare economicamente insostenibile”.

Paganini: “La libertà di scelta è la prima forma di salute”
A completare il quadro interviene Pietro Paganini, policy innovator e docente alla Temple University di Philadelphia e alla John Cabot University di Roma, che ha curato la parte socioculturale del volume.
“L’obesità – spiega Paganini – non riguarda solo i chili di troppo, ma la perdita di equilibrio tra corpo, mente e relazioni. La Dieta Mediterranea è un metodo per ritrovarlo: non un elenco di ricette, ma un modo di vivere, basato su movimento, convivialità, moderazione e conoscenza”.
Il libro vuole offrire strumenti pratici e culturali per liberarsi dai modelli imposti – le “diete di Stato”, le mode dei social media, le liste di cibi “buoni” e “cattivi” – e riscoprire la libertà di scelta consapevole.
“Bisogna imparare, conoscere e decidere autonomamente cosa mangiare – continua Paganini –. Solo così si può costruire uno stile di vita sano e duraturo, senza cadere nelle trappole del marketing o delle ossessioni salutiste”.
La Dieta Mediterranea come patrimonio di equilibrio e libertà
Nel volume, Carruba e Paganini non si limitano a proporre un ritorno alla Dieta Mediterranea, ma la elevano a modello universale di equilibrio e longevità.
Un modello che l’Italia sta cercando di valorizzare anche a livello internazionale:
“La Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite – ricorda Paganini – ha proposto di istituire il 16 novembre come Giornata internazionale della Dieta Mediterranea. Inoltre, la Cucina Italiana è stata candidata a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco. Se la candidatura verrà accolta, sarà la prima al mondo nel suo genere”.
Segnali che testimoniano come la cultura alimentare mediterranea – basata su stagionalità, socialità e moderazione – sia oggi riconosciuta come un pilastro globale di salute e sostenibilità.
Ribellarsi per vivere meglio
“Ribellarsi” nel titolo del libro non significa soltanto opporsi alle mode o alle pressioni commerciali, ma ritrovare la consapevolezza del proprio corpo e della propria mente.
Un gesto rivoluzionario nella società dell’eccesso e della standardizzazione.
Carruba e Paganini invitano a un nuovo umanesimo alimentare, fondato sulla conoscenza, la libertà e l’equilibrio: una sfida culturale e sociale, oltre che scientifica, per trasformare la Dieta Mediterranea da simbolo nostalgico del passato a guida per il futuro della salute globale.
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