“FUTURA, nuovi sguardi per la Cultura”: alla Scala di Milano il dialogo tra arte, innovazione e futuro
Ideato dall’Assessora alla Cultura della Regione Lombardia Francesca Caruso, l’incontro “FUTURA, nuovi sguardi per la Cultura” ha riunito istituzioni, artisti e professionisti per delineare una visione condivisa del ruolo della cultura come motore di sviluppo e innovazione.
“FUTURA, nuovi sguardi per la Cultura”: alla Scala di Milano il dialogo tra arte, innovazione e futuro
Il luogo simbolo della cultura italiana, il Teatro alla Scala di Milano, ha fatto da cornice al convegno “FUTURA, nuovi sguardi per la Cultura”, una giornata di incontri e riflessioni dedicata al futuro delle arti e della società. L’iniziativa, promossa e ideata dall’Assessora alla Cultura della Regione Lombardia Francesca Caruso, nasce con l’obiettivo di creare un momento di confronto e visione condivisa tra istituzioni, operatori culturali, artisti e cittadini, ponendo le basi per un format annuale dedicato all’evoluzione culturale del Paese.
Quattro temi per ridefinire il ruolo della cultura
A condurre e moderare gli interventi è stato Massimo Sideri, inviato ed editorialista del Corriere della Sera, che ha guidato il pubblico tra quattro grandi macro-sezioni tematiche:
- La cultura come motore di sviluppo territoriale e sociale
- Economia della Cultura
- Presente e futuro delle arti performative
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Innovazione e nuovi linguaggi nel cinema e nell’audiovisivo
Il convegno ha visto la partecipazione di Ministri, Assessori, Sottosegretari, artisti, direttori artistici, galleristi, rappresentanti di associazioni culturali, oltre al Commissario europeo e al Presidente del Senato della Repubblica Italiana. Un parterre d’eccezione che ha reso “FUTURA” un punto di riferimento per il dibattito nazionale sul ruolo della cultura come leva di crescita, identità e coesione.
Cultura come identità e partecipazione
Tra i principali temi emersi, il valore della cultura come strumento di aggregazione e condivisione, ma anche come difesa dell’identità e della memoria collettiva. Si è parlato di digitalizzazione e intelligenza artificiale, vista non come minaccia ma come strumento al servizio dell’uomo e dell’arte, in grado di ampliare l’accesso alla conoscenza e valorizzare il patrimonio culturale. Molti relatori hanno ribadito la necessità di una cultura “di tutti e per tutti”, capace di fare rete e di portare l’arte fuori dai luoghi tradizionali, trasformando musei e teatri in spazi vivi di comunità, dialogo e inclusione.
Sostenibilità, economia e creatività
Dal convegno è emersa una convinzione condivisa: la cultura ha bisogno dell’economia per crescere, ma anche l’economia non può prescindere dalla cultura, vera linfa creativa e identitaria del Paese. Concetti come sostenibilità etica, cura del patrimonio, valorizzazione delle opere e collaborazione tra istituzioni, scuola, artisti e famiglie sono stati individuati come pilastri di un nuovo umanesimo culturale, fondato sulla conoscenza e sulla responsabilità sociale.
Nel dialogo tra arte, tecnologia e formazione, si costruisce una nuova idea di futuro culturale: più sostenibile, umano e inclusivo, in cui la cultura torna a essere motore di sviluppo, innovazione e coesione civile.
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