Emanuele De Maria suicida dal Duomo di Milano: la tragica fine del detenuto in fuga
Dramma al Duomo di Milano: Emanuele De Maria, detenuto in fuga dopo un accoltellamento, si toglie la vita lanciandosi dalle terrazze.
Emanuele De Maria suicida dal Duomo di Milano: la tragica fine del detenuto in fuga.
Si è conclusa nel modo più drammatico possibile la fuga di Emanuele De Maria, 35 anni, detenuto del carcere di Bollate, che si è tolto la vita lanciandosi dalle terrazze del Duomo di Milano nel pomeriggio di oggi, domenica 11 maggio. L’uomo era in fuga da ieri mattina, quando aveva accoltellato un collega davanti all’Hotel Berna, vicino alla stazione centrale del capoluogo lombardo.
La dinamica del suicidio
Secondo le prime ricostruzioni, De Maria si sarebbe lanciato senza esitazione dal camminamento nord delle terrazze del Duomo intorno alle 14, precipitando per circa 40 metri fino a schiantarsi in corso Vittorio Emanuele, nei pressi della Rinascente. L’impatto non gli ha lasciato scampo. Il suo corpo è stato identificato grazie ai numerosi tatuaggi sulle braccia, una caratteristica distintiva già segnalata dagli inquirenti nelle ore precedenti.
L’area è stata immediatamente transennata, e il corpo, coperto da un telo, è ora in attesa dei rilievi scientifici. Le terrazze del Duomo, solitamente affollate di turisti, sono state evacuate e chiuse al pubblico per consentire le operazioni delle forze dell’ordine.
L’aggressione all’Hotel Berna: l’inizio della fuga
Il drammatico episodio è iniziato sabato 10 maggio, intorno alle 6:30 del mattino, quando De Maria ha aggredito Hani Fouad Abdelghaffar Nasra, un collega di 50 anni, barista di origini egiziane. L’aggressione è avvenuta all’esterno dell’Hotel Berna, dove entrambi lavoravano grazie a un programma di reintegrazione per detenuti in permesso di lavoro. Nasra è stato colpito da numerosi fendenti ed è stato trovato in una pozza di sangue da un’altra dipendente dell’hotel, che ha subito allertato il 112.
Trasportato d’urgenza in ospedale, Nasra è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico e si trova tuttora ricoverato in terapia intensiva, in condizioni critiche. L’arma del delitto, un coltello insanguinato, è stata ritrovata e sequestrata dalle autorità.
La misteriosa scomparsa di Chamila Wijesuriyauna
Nel frattempo, cresce la preoccupazione per Chamila Wijesuriyauna, una dipendente dell’hotel di origini cingalesi, scomparsa nel nulla da ieri pomeriggio. La donna, 51 anni, non si è presentata al lavoro e i suoi familiari, preoccupati, ne hanno denunciato la scomparsa presso la stazione dei carabinieri di Cinisello Balsamo, dove risiede. Le forze dell’ordine hanno già diffuso una sua foto nella speranza di ottenere segnalazioni utili al suo ritrovamento.
Il passato oscuro di De Maria
De Maria era un detenuto in permesso lavorativo dal carcere di Bollate, dove stava scontando una condanna definitiva a 15 anni di reclusione per l’omicidio di Oumaima Racheb, una ragazza di 23 anni uccisa a coltellate in un albergo di Castel Volturno, in provincia di Caserta, nel 2016. Dopo quel delitto, De Maria si era reso latitante all’estero, venendo catturato solo due anni dopo, nel 2018.
Proprio i tatuaggi, segnalati già ieri dagli investigatori, sono stati decisivi per il riconoscimento del corpo, anche se non è ancora avvenuta un’identificazione ufficiale.
Le indagini proseguono
Mentre le autorità cercano di ricostruire gli ultimi movimenti di De Maria e di chiarire le circostanze della scomparsa di Wijesuriyauna, rimangono ancora molti interrogativi sulla catena di eventi che ha portato al tragico epilogo di oggi.
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