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Manca il personale e la garanzia di assistenza: il CPS di Cologno Monzese chiude e va in “vacanza”

Manca il personale e la garanzia di poter offrire una adeguata assistenza, così il Centro Psico Sociale di Cologno Monzese è costretto ad andare in “vacanza”, chiudendo per per il mese di agosto.

E’ cosi che che tra turni in ospedale di medici e infermieri, vacanze e eventuali impedimenti personali la struttura di assistenza, supporto, terapia e cura, il Centro Psico Sociale di Cologno Monzese, in provincia di Milano, è costretto a chiudere per l’estate.

Un fatto che riflette bene l’iter e l’andamento registrato in Italia: la mancanza di personale medico e infermieristico che va soprattutto a discapito dei pazienti e dei cittadini: in Italia infatti mancano all’appello 30.000 medici e 250.000 infermieri.

E così accade che un servizio essenziale come un Centro Psico Sociale di territorio, che segue circa 1000 pazienti a Cologno Monzese, sia costretto a chiudere “rimandando” i pazienti a Sesto San Giovanni (Mi) per buona parte di agosto.

“La carenza di personale, di medici e infermieri, ma anche e soprattutto le condizioni che si creano da tali ammanchi, sono sicuramente una fattore di stress e demotivazione professionale,  fa si che oltre ad avere medici come la dottoressa Elisabetta Righino, Medico Psichiatra, del CPS di Cologno Monzese (Mi) che ci dice avere in carico oltre 400 pazienti, crea situazioni spiacevoli, che oltre a colpire gli stessi operatori colpisce anche e soprattutto gli stessi pazienti e utenti del servizio”.

I NUMERI IN ITALIA

Il nostro Paese dovrebbe investire 30,5 miliardi di euro, tenendo conto del maggiore bisogno di personale sanitario causa dell’età media più alta della popolazione italiana, secondo il 18° Rapporto Sanità del Crea (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell’Università di Roma Tor Vergata presentato al Cnel.

I medici: nella sanità pubblica italiana ci sono 3,9 medici per 1.000 abitanti, e correggendo per l’età media della popolazione a mancare sarebbero 30.000 medici, se contiamo che circa 12mila medici vanno in pensione ogni anno, per colmare il “vuoto” dovrebbero  essere assunti 15mila medici ogni anno per i prossimi 10 anni.

Gli infermieri: in Italia abbiamo 5,7 infermieri per 1.000 abitanti, mentre nei paesi EU la media è 9,7 infermieri per 1.000 abitanti, con una carenza che supera le 250mila unità. E poi abbiamo chi sceglie di andare all’estero, l’esodo di medici neolaureati e specializzandi, più di 1.000 l’anno, perché all’estero gli stipendi e le condizioni di lavoro sono nettamente migliori. In particolare, nei Pronto Soccorso la carenza di personale è quantificabile in 4.200 camici bianchi.

CONDIZIONI E MOTIVAZIONI

Uno dei punti centrali è anche la carenza di vocazione, spesso gli operatori della sanità lavorano in condizioni non ottimali e con soddisfazioni, non solo economiche, al di sotto della media Europea. I medici italiani guadagnano in media il 6% in meno dei colleghi europei e gli infermieri il 40% in meno. Senza risorse e senza personale sanitario diventa difficile far fronte a tutte le prestazioni sanitarie, anche per via di quelle “accumulate” e rimandate per causa della pandemia, e le liste di attesa si allungano.

I POSTI LETTO

Mancano circa 100.000 posti letto. Carenze che mettono a rischio la salute dei cittadini che, nel momento del bisogno, potrebbero trovarsi senza la necessaria assistenza. Dati che arrivano dal Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri ed Universitari Italiani (FoSSC).

IL DEPOTENZIAMENTO DELLA SANITA’

In 10 anni, dal 2011 al 2021, in Italia, sono stati chiusi 125 ospedali, il 12%. Nel 2011 le strutture pubblici e privati erano 1.120, mentre nel 2021 sono 995 e ben 84 erano pubbliche. In un solo anno sono stati eliminati quasi 21.500 posti letto, incrementati solo per affrontare i mesi più duri della pandemia.

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