CAMBIA LINGUA

Arrestato a Malpensa il latitante dell’operazione “Moby Dick”: maxi-frode da 600 milioni di euro scoperta tra Europa e paradisi fiscali

Catturato un 45enne rientrato dall’Albania: ricercato per frodi carosello, riciclaggio e legami con la criminalità organizzata. Operazione congiunta Polizia di Stato e Guardia di Finanza

Arrestato a Malpensa il latitante dell’operazione “Moby Dick”: maxi-frode da 600 milioni di euro scoperta tra Europa e paradisi fiscali.

Milano – Un’operazione congiunta di Polizia di Stato e Guardia di Finanza ha portato, nelle scorse ore, all’arresto all’aeroporto di Milano Malpensa di un latitante di 45 anni, ricercato dal novembre 2024 nell’ambito della maxi-inchiesta “Moby Dick”, una delle indagini più complesse e ramificate degli ultimi anni in materia di criminalità economica transnazionale.

L’uomo, sbarcato in Italia su un volo proveniente dall’Albania, era destinatario di un mandato di arresto europeo emesso a seguito delle attività investigative coordinate dalla Procura Europea con le sedi operative di Milano e Palermo. Il latitante si era sottratto alla giustizia da oltre sei mesi, sfuggendo alla cattura durante un’operazione che nel novembre scorso aveva già portato all’emissione di 43 misure cautelari nei confronti dei componenti di una vasta organizzazione criminale internazionale.

Un’organizzazione strutturata come una “multinazionale del crimine”

Le indagini, condotte dagli investigatori del Servizio Centrale Operativo (SCO), della Squadra Mobile di Palermo, della SISCO e del Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Varese, hanno ricostruito l’attività di un sodalizio criminoso stratificato e altamente organizzato, attivo in Italia, Spagna, Svizzera, Singapore, Dubai e altri Paesi dell’Unione Europea.

Al centro delle attività del gruppo, un sistema collaudato di frodi carosello legate al commercio di prodotti informatici e tecnologici. Il meccanismo, noto anche come “lavaggio dell’IVA intracomunitaria”, permetteva all’organizzazione di realizzare un’ingente evasione fiscale sfruttando aziende fittizie, triangolazioni commerciali e documentazione contraffatta per sottrarsi al versamento dell’IVA. L’intero sistema aveva prodotto un danno erariale stimato in oltre 600 milioni di euro, mentre i profitti illeciti dell’organizzazione sono stati valutati in almeno 180 milioni di euro.

Sequestri milionari e aggravanti mafiose

A fronte di tali cifre, il Giudice per le Indagini Preliminari di Milano ha disposto sequestri preventivi per importi record:

  • 183,7 milioni di euro per frode fiscale,
  • 476,3 milioni di euro per reati tributari,
  • oltre 10,4 milioni di euro per reati legati al riciclaggio.

I sequestri hanno riguardato conti correnti, immobili residenziali e complessi commerciali, frutto del reinvestimento illecito del denaro derivante dalla frode.

Il soggetto arrestato è ritenuto uno dei vertici dell’organizzazione, con responsabilità dirette sia nella gestione delle frodi sia nel riciclaggio dei proventi. A suo carico, le accuse di frode intracomunitaria e riciclaggio, con l’aggravante dell’articolo 416 del Codice Penale, ovvero l’aggravante mafiosa: l’azione criminale sarebbe stata infatti agevolata da contatti con ambienti mafiosi e camorristici, che avrebbero contribuito alla rete di protezione e alla gestione delle attività sul territorio.

Il ritorno in Italia e la cattura

Dopo mesi di latitanza all’estero, l’uomo è stato individuato all’arrivo a Malpensa, dove è scattato immediatamente il fermo. Il coordinamento tra le forze dell’ordine italiane e internazionali ha permesso un intervento fulmineo e senza incidenti.

L’arrestato è stato condotto presso una struttura penitenziaria lombarda e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria per essere interrogato. Proseguono le indagini per individuare ulteriori complici e canali utilizzati per il riciclaggio dei fondi illeciti, anche attraverso reti societarie offshore.

Un’indagine esemplare

L’operazione “Moby Dick” si conferma una pietra miliare nelle indagini sulla criminalità economica, mostrando come le frodi fiscali possano essere al centro di complesse reti criminali con legami internazionali e mafiosi. L’arresto odierno dimostra, ancora una volta, l’efficacia della cooperazione tra le forze dell’ordine e la giustizia europea, nonché l’importanza crescente della Procura Europea nella lotta ai reati economici e finanziari su scala sovranazionale.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×