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Carrara, tragedia in cava: muore operaio di 59 anni nella Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro.

Paolo Lambruschi, esperto conducente di dumper, è deceduto sul colpo dopo un incidente nella cava 150 a Miseglia. Indagini in corso, proclamato uno sciopero dei lavoratori del settore lapideo.

Carrara, tragedia in cava: muore operaio di 59 anni nella Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro.

Paolo Lambruschi, esperto conducente di dumper, è deceduto sul colpo dopo un incidente nella cava 150 a Miseglia. Indagini in corso, proclamato uno sciopero dei lavoratori del settore lapideo.

Carrara Proprio nel giorno dedicato alla sicurezza nei luoghi di lavoro, la Toscana è stata teatro dell’ennesima tragedia sul lavoro. Lunedì 28 aprile, attorno alle 8.10 del mattino, Paolo Lambruschi, 59 anni, ha perso la vita nella cava 150 nella frazione di Miseglia, nella zona di Fantiscritti, sulle Alpi Apuane. Alla guida di un dumper, mezzo pesante usato per il trasporto del marmo, l’operaio è uscito di strada ed è precipitato in una scarpata chiamata “fosso Ficola”, finendo schiacciato sotto il mezzo. È morto sul colpo.

Lambruschi era un lavoratore esperto, dipendente di una cooperativa attiva nel distretto lapideo, e conosceva molto bene quelle strade impervie. Secondo le prime ricostruzioni, stava trasportando pietrame lungo una delle ripide vie interne della cava quando il veicolo ha perso aderenza o controllo per cause ancora da chiarire.

Scattato l’allarme, la centrale del 118 ha attivato il protocollo “soccorso cave” inviando sul posto medici, infermieri e vigili del fuoco. Era stato allertato anche l’elisoccorso Pegaso, ma è stato fatto rientrare quando i sanitari hanno constatato il decesso dell’uomo. Le forze dell’ordine, insieme agli operatori del Servizio prevenzione, igiene e sicurezza dell’Asl, sono intervenute per avviare le indagini. La procura di Massa Carrara ha disposto l’autopsia per chiarire con esattezza la dinamica dell’incidente.

Chi era Paolo Lambruschi

Originario e residente a Miseglia, Lambruschi era sposato e padre di una figlia di 26 anni. Figura benvoluta nella comunità, era conosciuto da tutti come il “gigante buono”, per la sua imponente statura e il carattere gentile. Ex giocatore di basket, era molto legato alla sua terra e impegnato anche nel volontariato: era donatore di sangue per l’Avis di Carrara, e a gennaio aveva ricevuto la Benemerenza d’Oro con Rubino per le sue 81 donazioni.

Dolore e indignazione

«Oggi è un giorno di lutto per la nostra città», ha dichiarato la sindaca di Carrara Serena Arrighi, recatasi subito sul luogo della tragedia. «Piangiamo un uomo, un padre, un lavoratore morto mentre svolgeva il proprio mestiere. Questa è una ferita profonda per tutta la nostra comunità».

La notizia ha sollevato un’ondata di dolore e rabbia anche sul piano politico e sindacale. «Una strage costante e inaccettabile quella delle morti sul lavoro, che rappresenta un’emergenza strutturale», ha affermato Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha invece puntato il dito contro l’esecutivo: «L’azione del governo Meloni è stata insufficiente, con misure che hanno persino allentato i controlli».

Immediate le reazioni anche dal mondo del lavoro. I sindacati del comparto lapideo hanno indetto per oggi, martedì 29 aprile, uno sciopero, mentre già nella giornata di lunedì i lavoratori di tutti i bacini si sono fermati in segno di lutto e protesta. «Questa è l’umanità del lavoro che si stringe nel dolore», ha dichiarato Nicola Del Vecchio, segretario generale della Cgil di Massa Carrara.

Un bilancio inaccettabile

L’incidente di Carrara non è stato l’unico della giornata: sempre lunedì, un altro grave episodio si è verificato in provincia di Frosinone, dove un operaio di 53 anni è rimasto ferito in modo serio dopo il ribaltamento di un macchinario in una cava. Le sue condizioni restano critiche.

Il tragico destino di Paolo Lambruschi rilancia il tema della sicurezza sul lavoro proprio nella giornata internazionale a essa dedicata. Le statistiche restano impietose: in Italia ogni anno centinaia di persone perdono la vita sul posto di lavoro. E a Carrara, città simbolo del marmo, troppo spesso la bellezza delle Alpi Apuane si scontra con il dolore di chi vi lavora quotidianamente, spesso in condizioni difficili e pericolose.

Domande ancora aperte

Resta ora da chiarire con precisione cosa abbia causato l’incidente: un malfunzionamento del mezzo, un errore umano, o condizioni ambientali avverse? L’autopsia e i rilievi tecnici potrebbero fare luce. Ma per la famiglia Lambruschi, e per l’intera comunità di Carrara, resta soprattutto un grande vuoto e una domanda: quanto ancora dovremo piangere morti sul lavoro prima che qualcosa cambi davvero?

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