Viadana, i Carabinieri Forestali salvano una garzaia da un abbattimento di un pioppeto
Grazie all' intervento tempestivo dei Carabinieri Forestali di Mantova, hanno salvato una garzaia a Viadana da un abbattimento di un pioppeto. I proprietari del pioppeto avevano deciso di abbattere gli alberi per il legname, denunciati, rischiano l'arresto da 2 a 8 mesi o una multa da 750 a 2mila euro.
Viadana (Mantova), i Carabinieri Forestali salvano una garzaia da un abbattimento di un pioppeto
E’ solo grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri forestali di Mantova che un’importante garzaia situata a Viadana, tra San Matteo delle Chiaviche e Villastrada, è stata salvata dalla completa distruzione da parte di chi stava tagliando il pioppeto che ospitava decine di nidi di aironi ed altri uccelli acquatici protetti.
Come non molti sanno, una garzaia è un luogo dove molte specie di uccelli trampolieri di passo, gli ardeidi, in particolare aironi, nitticore, garzette, nel periodo primaverile, costruiscono ogni anno i nidi per la deposizione delle uova e la cura dei propri pulcini. Essendo specie gregarie, questi uccelli in Pianura Padana scelgono degli habitat con alberi d’ alto fusto, principalmente formazioni boschive ripariali quali saliceti, ontaneti, boschine miste, ma anche canneti, per costruirvi decine di nidi dove condurre la loro attività riproduttiva.
Purtroppo, frequentemente, i siti prescelti sono dei semplici pioppeti, diffusissimi in Pianura Padana all’ interno delle golene del Po e dei suoi affluenti, impianti artificiali di alberi a rapido accrescimento per la produzione di legname per l’industria della carta e dei pannelli. Il fatto non sarebbe di per sè pericoloso per le colonie di uccelli; ma può succedere, come nel caso che stiamo raccontando, che il pioppeto sia giunto a fine turno (solitamente 10/12 anni dall’ impianto) ed il proprietario decida di abbatterlo per ricavarne il legname previsto, senza curarsi della presenza di decine o centinaia di nidi.
Ed in questo caso è andata proprio così: l’utilizzazione dell’arboreto è iniziata senza alcuna preoccupazione per i nidi, ben visibili date le loro dimensioni, presenti. Nel giro di poche ore di lavoro l’abbattimento a raso di buona parte dell’impianto arboreo ha comportato una strage di nidi, che sono restati schiacciati sotto tronchi e chiome pesanti quintali i quali, schiantandosi al suolo, hanno ucciso pulcini, distrutto uova e di fatto quasi azzerata la riproduzione di quella colonia, con un danno gravissimo per la biodiversità e la conservazione di uccelli protetti non solo dalla legislazione nazionale sulla caccia ma anche dalle Direttive europee e mondiali recepite dall’ Italia, come la Direttiva Uccelli del 2009, la Direttiva Habitat del 1992, ma ancor prima la Convenzione di Berna del 1979 .
Per fortuna in questo caso il danno è stato almeno in parte sventato: grazie alla preziosa e competente segnalazione di persone del posto al Gruppo Carabinieri forestale di Mantova, nella mattinata di ieri 4 militari si sono rapidamente recati sul posto, dove hanno immediatamente intimato il fermo lavori alla ditta di contoterzisti che stava atterrando le piante di pioppo. Sotto i tronchi e le ramaglie ormai abbattuti sono stati rinvenuti decine di nidi, con uova schiacciate, pulcini morti o in fin di vita, adulti storditi o feriti.
Fortunatamente l’intervento ha scongiurato danni estremi, preservando circa un quarto del pioppeto dall’ ulteriore abbattimento, ma il danno è comunque molto grave. Con l’aiuto di alcuni naturalisti di fiducia dei forestali, molti nidi ed uccelli sono stati rinvenuti, censiti, classificati, e quelli feriti, grazie alla collaborazione della Polizia provinciale, avviati verso i centri di recupero più vicini, per un estremo tentativo di cura e liberazione: sulla base degli esemplari e delle carcasse rinvenute, alcune decine, si stima che gli uccelli morti possano essere diverse centinaia, con altrettanti nidi distrutti.
Sentita l’autorità giudiziaria, i forestali hanno messo sotto sequestro preventivo tutta l’area dell’impianto, per evitare che i lavori potessero venire irresponsabilmente proseguiti, e denunciato per la uccisione di animali attraverso la distruzione dei nidi gli esecutori materiali del gesto. Questi ultimi, che saranno processati per la violazione dell’art. 30 c. 1 lettera b) della legge sulla protezione della fauna selvatica omeoterma, la Legge nr. 157/1992, comunemente conosciuta come legge sulla caccia, andranno incontro ad un processo rischiando l’ arresto da 2 a 8 mesi o l’ ammenda da 750 a 2000 Euro.
Fatti come quelli narrati non sono purtroppo rari, e fa veramente male sapere che misfatti del genere in danno al nostro ambiente naturale e al patrimonio di biodiversità non solo italiano ma di tutta l’ Europa potrebbero essere evitati semplicemente con un pizzico di sensibilità da parte degli operatori, in questo caso evitando il taglio dei pioppeti nei mesi primaverili, da marzo a giugno/luglio, quando si svolge la nidificazione, e rimandandolo agli altri periodi dell’ anno quando le garzaie sono disabitate e l’ abbattimento degli alberi non comporterebbe alcun danno ecologico.
Purtroppo anche la normativa a disposizione delle forze dell’ordine per reprimere fatti del genere è del tutto inadeguata, specie per l’ammontare irrisorio delle sanzioni applicabili o per la mancata previsione delle fattispecie punibili nella normativa di settore, quando ad esempio pratiche come quella del taglio dei pioppeti potrebbe essere facilmente disciplinata da un punto di vista temporale anche solo da normative di livello regolamentare.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano