Montagna, Caparini (Lega): “Stop allo scandalo dei finti comuni montani, le risorse tornano ai territori che ne hanno diritto”.
Il presidente della Commissione Bilancio lombarda plaude alla riforma del ministro Calderoli che ridefinisce i criteri e restituisce risorse alle vere comunità montane.
Montagna, Caparini (Lega): “Stop allo scandalo dei finti comuni montani, le risorse tornano ai territori che ne hanno diritto”.
Una riforma destinata a incidere profondamente sulla distribuzione delle risorse pubbliche destinate alle aree montane e a correggere una distorsione storica che, per decenni, ha penalizzato i territori più fragili. Così Davide Caparini, presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale della Lombardia, commenta l’intervento annunciato dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, che ridefinisce in modo stringente i criteri per l’individuazione dei comuni montani.
«Grazie all’intervento del ministro Calderoli viene finalmente cancellato uno scandalo che si trascinava da decenni – afferma Caparini – quello dei comuni non montani che, impropriamente, hanno beneficiato di risorse destinate alle aree montane, sottraendole ai territori che ne hanno realmente diritto».
Una distorsione durata oltre settant’anni
Secondo il presidente della Commissione Bilancio, per 73 anni il sistema di classificazione ha prodotto effetti paradossali, consentendo a grandi città e territori pianeggianti di accedere a fondi pensati per contesti completamente diversi.
«È inaccettabile – sottolinea Caparini – che realtà come Roma e Bologna, con altimetrie medie rispettivamente di 67 e 82 metri, siano state incluse nell’elenco dei comuni montani, drenando risorse fondamentali per le vere comunità di montagna». Una situazione che avrebbe contribuito a impoverire le aree alpine e appenniniche, già penalizzate da condizioni geomorfologiche complesse, costi più elevati per i servizi e difficoltà strutturali di sviluppo.
I nuovi criteri: più equità e coerenza
La svolta arriva con i nuovi criteri illustrati dal ministro Calderoli nel corso di un Question Time alla Camera dei Deputati. Secondo la nuova impostazione, saranno riconosciuti come comuni montani 2.844 enti locali, distribuiti in modo equilibrato su tutto il territorio nazionale.
«Vengono finalmente valorizzati – spiega Caparini – l’arco alpino, la dorsale appenninica, le isole e anche le specificità dei comuni interclusi, che spesso condividono le stesse difficoltà delle aree montane». Allo stesso tempo, oltre 1.100 comuni che fino ad oggi avevano beneficiato impropriamente delle agevolazioni previste per la montagna usciranno dall’elenco, consentendo una riallocazione più corretta delle risorse.
Una “svolta epocale” nel segno della Costituzione
Per Caparini si tratta di una “svolta epocale”, perché riallinea la politica pubblica a quanto previsto dalla Costituzione. «Il principio sancito dall’articolo 44 è chiaro: gli interventi speciali sono destinati alle zone autenticamente montane, non a territori solo parzialmente montani o addirittura pianeggianti. Finalmente le risorse per la montagna andranno alla montagna».
Un cambio di paradigma che, secondo il consigliere regionale lombardo, restituirà equità, trasparenza e coerenza alle politiche di sostegno, rafforzando la capacità delle comunità montane di investire in infrastrutture, servizi essenziali e sviluppo locale.
Il sostegno della Lega e dei territori montani
Nel suo intervento, Caparini ha espresso pieno apprezzamento per il lavoro del ministro Calderoli, rivendicando l’attenzione della Lega verso i territori più fragili e spesso marginalizzati.
«Come rappresentante di territori montani – conclude – non posso che accogliere con favore una riforma che ristabilisce giustizia e rispetto verso le comunità che vivono e lavorano ogni giorno in montagna, spesso in condizioni difficili e con costi più elevati per garantire servizi adeguati».
La riforma, ora, apre una nuova fase per le politiche dedicate alla montagna, con l’obiettivo di concentrare le risorse dove servono davvero, sostenendo chi presidia territori strategici dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
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