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Parkinson, approvata in Lombardia una Risoluzione per una cura più continua, vicina e personalizzata

La Lombardia approva una risoluzione sul Parkinson: più continuità, cure personalizzate e supporto alle persone colpite, soprattutto nei casi giovanili in aumento.

Parkinson, approvata in Lombardia una Risoluzione per una cura più continua, vicina e personalizzata.

Milano, 27 giugno 2025 – Il Consiglio Regionale della Lombardia ha discusso e approvato una Proposta di Risoluzione dedicata alla presa in carico delle persone affette dalla malattia di Parkinson, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’assistenza attraverso maggiore continuità, prossimità e personalizzazione della cura.

A presentare e sostenere il provvedimento è stata Gigliola Spelzini, Consigliere regionale della Lega e membro del Gruppo di Lavoro istituito all’interno della Commissione Sanità, che ha elaborato la proposta dopo un lungo percorso di audizioni con esperti, medici, pazienti, familiari e associazioni.

Un quadro clinico in evoluzione: preoccupa l’aumento dei casi giovanili

Nel corso dei lavori è emersa una fotografia preoccupante: in Italia le persone affette da Parkinson sono circa 250.000, con una prevalenza di 300 casi ogni 100.000 abitanti. Se è vero che la malattia colpisce prevalentemente gli anziani, soprattutto oltre i 60 anni, si stima che tra il 10 e il 15% dei pazienti sviluppi i sintomi prima dei 50 anni, dando origine alla forma cosiddetta di Parkinson giovanile. Una condizione che impone una riorganizzazione radicale della vita lavorativa, familiare e sociale dei soggetti colpiti, richiedendo percorsi di cura mirati, non solo clinicamente ma anche sotto il profilo psicologico e sociale.

La Risoluzione: un cambio di passo per la sanità territoriale

«La nostra Risoluzione – ha dichiarato Spelzini – chiede di rafforzare il sistema di presa in carico dei pazienti, a partire dalle strutture territoriali fino ai Centri di Eccellenza, passando per i Medici di Medicina Generale. L’obiettivo è garantire una rete a tre livelli, capace di offrire continuità e coordinamento tra diagnosi, trattamento e riabilitazione».

Tra i punti chiave del documento:

  • Accesso equo alle terapie avanzate, anche nei casi più complessi.
  • Valorizzazione della riabilitazione come parte integrante del percorso terapeutico.
  • Formazione specifica per i Medici di base, affinché possano intercettare precocemente i sintomi e orientare correttamente i pazienti.
  • Sviluppo della telemedicina, per favorire la prossimità della cura soprattutto nelle aree meno servite.
  • Costruzione di un PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) chiaro, condiviso, accessibile ovunque e uniforme sul territorio regionale.

Un salto di qualità nella presa in carico

Spelzini ha sottolineato come Regione Lombardia abbia già mostrato sensibilità e impegno su questo fronte, ma con questa Risoluzione si punta a un salto di qualità strutturale, in grado di creare una cornice organica e sostenibile per la gestione di una patologia cronica che impatta in modo significativo sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie.

«Il nostro compito – ha concluso la consigliera – è non lasciare nessuno indietro, soprattutto chi combatte ogni giorno una sfida silenziosa come quella del Parkinson. La Lombardia ha tutte le risorse per diventare un modello nazionale di cura integrata e centrata sulla persona».

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