Lombardia: La posizione della Lega sul Referendum e il dibattito sul Remigration Summit
Alessandro Corbetta (Lega) spiega le ragioni del partito contro il referendum sulla cittadinanza e difende il diritto alla libertà di espressione nel dibattito sul Remigration Summit.
Lombardia: La posizione della Lega sul Referendum e il dibattito sul Remigration Summit.
Il capogruppo della Lega in Lombardia, Alessandro Corbetta, ha recentemente espresso in modo chiaro la posizione del suo partito riguardo a due temi di grande attualità: il prossimo referendum sulla cittadinanza e il dibattito in corso sul Remigration Summit.
Referendum sulla cittadinanza: una ferma opposizione
Corbetta ha dichiarato senza esitazioni che la Lega invita i propri sostenitori a non recarsi alle urne per il prossimo referendum, considerato non condivisibile dal partito. In particolare, ha criticato il quesito riguardante la riduzione degli anni necessari per ottenere la cittadinanza italiana, definendolo un passo nella direzione sbagliata.
“Si tratta di una proposta che va esattamente nella direzione opposta rispetto ai nostri principi,” ha affermato Corbetta. “Noi riteniamo che la legge sulla cittadinanza debba essere resa più rigorosa, non più permissiva. Anzi, dovremmo prevedere la possibilità di revocare la cittadinanza a quegli immigrati che, una volta ottenutala, si rendono colpevoli di reati gravi in Italia.”
Corbetta ha inoltre respinto l’accusa secondo cui l’appello a non votare sarebbe antidemocratico, sottolineando come lo stesso strumento sia stato utilizzato in passato anche dalla sinistra in contesti simili. “Anche il non andare a votare è una scelta democratica,” ha precisato, “e rivendichiamo con forza questa scelta, ritenendo che i quesiti proposti siano dannosi, soprattutto quello sulla cittadinanza.”
Remigration Summit e la libertà di espressione
Un altro tema caldo affrontato da Corbetta è stato quello del Remigration Summit, un evento che ha scatenato polemiche e proteste da parte di vari gruppi di sinistra e movimenti antagonisti.
Corbetta ha espresso il suo disappunto per quella che ha definito una “mobilitazione esagerata e ingiustificata” contro un incontro privato, sottolineando che il summit rappresenta semplicemente un’occasione per discutere liberamente di temi complessi come l’immigrazione. “Trovo folle che si cerchi di impedire un libero scambio di idee,” ha dichiarato, criticando in particolare il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per aver alimentato, a suo dire, un clima di tensione inutile.
“Organizzare manifestazioni contro un convegno che si tiene in una sala privata è sproporzionato e rischioso,” ha aggiunto Corbetta. “Mobilitare migliaia di antagonisti da tutta Europa per contestare un evento del genere crea un pericolo concreto per la sicurezza della città. Milano ha già problemi enormi di sicurezza, spesso legati a un’immigrazione fuori controllo, e questa situazione rischia di peggiorare ulteriormente.”
Libertà di parola e confronto democratico
Corbetta ha poi difeso il diritto degli organizzatori del summit di esprimere liberamente le proprie idee, pur riconoscendo che alcuni dei partecipanti abbiano posizioni controverse. “Non è necessario condividere ogni singolo pensiero espresso durante questi incontri, ma la libertà di parola è sacra e deve essere protetta,” ha affermato. “La nostra Costituzione garantisce a tutti il diritto di esprimere le proprie opinioni in un contesto pacifico e civile.”
Infine, Corbetta ha ribadito che è molto più pericoloso chiamare a raccolta gruppi di attivisti radicali, spesso responsabili di disordini, piuttosto che consentire a un gruppo di persone di discutere liberamente in una sala privata. “Vietare il dibattito è sempre un errore,” ha concluso, “e noi difenderemo sempre il diritto di parola contro ogni tentativo di censura.”
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